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Aida Partners OPR: se la comunicazione si ghettizza sull’esigenza di rivolgersi alla pancia e non al cervello e al cuore delle persone, abbiamo già emesso la nostra condanna a morte professionale. La case history Syngenta emblema della nostra vision

L’anno che si è appena chiuso e il nuovo che si apre nelle risposte di Alessandro Paciello, Presidente Aida Partners Ogilvy PR.

 

In termini di innovazione. Di offerta, processo, servizio, creativa, organizzativa, cosa avete in serbo nel 2017?

“Più che di innovazione in senso tecnico, Aida Partners OPR si è sempre distinta per i contenuti. Cerchiamo di monitorare e studiare la realtà e proponiamo i modi migliori per presidiare i mutamenti, provando ad agire nella fase ‘segnali deboli’, prima che diventino evidenti per tutti condannando noi, e soprattutto i nostri clienti, al ruolo dei ‘follower’ che non ci è mai piaciuto”.

Da un lato, la comunicazione ha bisogno di recuperare cultura e di trasferire, anche insegnandolo, il valore dell’autorialità, dall’altro di ricalarsi nella vita reale andando a conoscere lì le persone, quando si esprimono nel loro modo più vero. Si tratta di facce della stessa medaglia o di dicotomia inconciliabile? Ossia, è possibile alzare l’asticella qualitativa coinvolgendo la gente, abituando al bello, dirigendo il ‘senso di cool, il gusto collettivo’, assumendosi dunque la responsabilità e l’onore di poterlo fare, anche nei confronti delle aziende clienti? 

“E’  una questione complessa e appassionante, oltre che attualissima, soprattutto per il mondo delle rp, meno legato agli aspetti emozionali e più, teoricamente, a quelli razionali e legati ai contenuti. In particolare, con riguardo alle recenti questioni politiche, che subiscono l’onda crescente e mondiale del populismo con le sue connesse semplificazioni e relative parole d’ordine necessariamente semplificate, si sente spesso parlare di esigenza di ‘parlare alla pancia della gente’. Togliamoci subito un dubbio: se la comunicazione si ghettizza sull’esigenza di rivolgersi alla pancia e non al cervello e al cuore delle persone, abbiamo già emesso la nostra condanna a morte professionale. Per parlare ‘alla pancia’, infatti, non occorre studiare, prendere master, aver dedicato una vita all’approfondimento multidisciplinare che necessariamente richiede una materia complessa come il comunicare. Basta infatti ‘spararle grosse’, in modo greve e più evidente rispetto alla concorrenza in una rincorsa continua a superare il rumore degli altri. E, per fare del rumore, basta chiunque e non ci vogliono certo talenti comunicativi. Quindi, il presente e futuro prossimo si giocherà sulla capacità di noi comunicatori professionali di superare questo momento di basso, per decollare verso nuove vette senza il perseguimento delle quali non ci sarebbe più bisogno di noi. Triste quel mondo, infatti, che rinuncia al sogno dei cervelli e dei cuori per fossilizzarsi sui confronti tra pance e relativi contenuti”.

Che futuro prossimo prevedete per il comparto delle rp?

“E’  una a risposta collegata alle altre. Siamo in una fase di grande trasformazione del mondo della comunicazione. Il web sta trasformando drasticamente, e a nostro parere anche ‘drammaticamente’, il modo di relazionarsi tra le genti. Se le rp non sapranno riprendere un solido ruolo da protagoniste, che per altro, forse in Italia non hanno mai avuto, il tutto potrebbe finire nel ‘botta e risposta’ dei social network. Noi di Aida Partners OPR crediamo che si debba invece recuperare la parte più umana delle relazioni. E’ un’impresa difficile, quasi disperata, che va però tentata. Solo una rivalutazione dei rapporti umani, sociali e ‘di rete’ soprattutto fra stakeholder, intesa come la classe dirigente che ha sempre avuto in carico i destini delle società, antiche e moderne, potrà salvare le società del Terzo Millennio dalle barbarie della tecnologia collegata alla comunicazione del vuoto, dell’urlo, dell’insulto. Abbiamo una grande responsabilità e su questo dovremmo ‘fare quadrato’, come mai prima avvenuto. Diventa quasi una ‘missione’…

Difficile citare un cliente e progetto, ma dovendone scegliere uno realizzato nel 2016 a emblema della vostra visione, quale case history racconteresti e perché?

“In effetti abbiamo la fortuna di lavorare per tante aziende e progetti interessanti e quindi non è facile scegliere. Oggi vorrei parlare della nostra attività consulenziale per Syngenta in quanto per questa azienda, per la quale lavoriamo dal 2007, ci occupiamo di svariati progetti di comunicazione di diversa natura, passando dalla comunicazione istituzionale al digital, dai progetti più locali a quelli che ci coinvolgono a livello internazionale. Abbiamo quindi la possibilità per questo cliente di partecipare attivamente a un progetto di comunicazione completo e, grazie anche al nostro lavoro, l’azienda ha goduto di un significativo aumento di visibilità del brand con influencer e stakeholder nazionali.

Già solo guardando all’anno che è appena trascorso, sono tantissimi i fronti su cui abbiamo lavorato, organizzando e gestendo la comunicazione di:

  • un evento istituzionale per dare un segnale tangibile delle attività portate avanti dall’azienda sul tema del favorire la biodiversità in agricoltura, così come previsto anche a livello internazionale. L’evento, che ha visto l’affluenza di molte cariche politiche e istituzionali, è stato realizzato in partnership con la Commissione Ambiente al Senato e ha avuto tra i relatori il Ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina. In quella occasione, inoltre, l’amministratore delegato di Syngenta Italia è stato invitato a partecipare in una trasmissione dedicata al progetto sulla Rai.
  • una maratona alla scoperta dell’agricoltura alle porte di Milano per promuovere l’impegno dell’azienda nel sostenere un’agricoltura compatibile con l’ambiente e migliorare la percezione presso il grande pubblico. L’evento, che ha avuto un enorme successo mediatico con 90 articoli su stampa generalista, ha registrato la presenza, tra gli altri, di istituzioni locali e stakeholder chiave.
  • un lavoro a stretto contatto con il Comune di Milano nella gestione degli spazi verdi urbani e periurbani grazie all’esperienza nel settore dell’Azienda e al suo know how che la rende una realtà unica nella gestione e la conservazione della biodiversità.
  • la nuova edizione della mostra Syngenta Photography Award che dopo l’enorme successo che ha avuto lo scorso anno nell’ipogeo di Piazza Gae Aulenti è stata ospitata a Cremona, una delle realtà più importanti nel cuore dell’agricoltura italiana. La mostra dal titolo provocatorio ScarcityWaste è stata esposta per 3 mesiregistrando una grande affluenza di studenti.
  • un evento dedicato a Valelapena, un progetto di agricoltura sociale che vede l’azienda impegnata da anni. Aida Partners Ogilvy PR ha sfruttato l’attuale attenzione dedicata dal Governo a questa tematica e  l’approvazione della prima legge nazionale sull’agricoltura sociale per rafforzare il posizionamento di Syngenta come una delle prime aziende  dedicate all’agricoltura impegnata da anni su questo fronte. L’evento ha visto la presentazione dell’annata 2015 del vino realizzato dai ragazzi reclusi nel carcere di Alba e una nuova versione affinata in barrique che, in edizione limitata, è disponibile in formato magnum con l’etichetta realizzata in esclusiva da Gianpiero Casertano, il famosissimo disegnatore, tra gli altri, di Dylan Dog. All’evento ha partecipato il Vice Ministro dell’Agricoltura, Andrea Olivero, primo firmatario della legge nazionale sull’Agricoltura Sociale.

Le attività di ufficio stampa a supporto di questi progetti nei primi sei mesi del 2016 hanno prodotto 541 articoli sui media raggiungendo un’audience totale di  904.989.579 lettori”.