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TIM e Vodafone: nuovo piano per superare le obiezioni europee alla fusione di Inwit e Vodafone Tower

Come è noto, il processo di fusione tra Inwit e Vodafone Tower, rispettivamente le strutture che gestiscono le antenne e i siti di Tim e Vodafone, prosegue, pur tra le preoccupazioni dei competitor. A metà dicembre è arrivata l’approvazione dell’assemblea dei soci di Inwit alla fusione, che darà vita al nuovo soggetto, primo operatore italiano con oltre 22 mila torri attive sul territorio nazionale.
Due giorni prima anche l’assemblea dei soci di Vodafone Tower aveva dato il via libera alla fusione, che a era rimasta sub judice al parere che deve necessariamente fornire l’AGCM, l’Antitrust insomma.

Sotto il profilo finanziario tutto sembra già regolato: Inwit aveva sottoscritto un contratto di finanziamento per 3 miliardi con un pool di banche, che hanno acceso tre linee di credito con le quali sarà finanziata l’acquisizione della partecipazione di minoranza in Vodafone Towers e la distribuzione del dividendo straordinario (0,5936 euro per azione per complessivi 570 milioni), oltre che rifinanziata parte dell’indebitamento esistente di Inwit e soddisfatte le esigenze di cassa.

La transazione prevede che Vodafone trasferisca i suoi alberi su Inwit, che attualmente è posseduta al 60% da Telecom Italia. Dopo la conclusione dell’accordo, la coppia controllerà congiuntamente il nuovo Inwit attraverso quote uguali del 37,5 per cento.

Ovviamente la notizia della fusione non poteva passare inosservata: ad esempio Benedetto Levi, l’AD di Iliad Italia, aveva espresso le proprie preoccupazioni in merito ai rischi potenziali per la concorrenza, già nel mese gennaio, alle autorità dell’UE.

Ed è di settimana scorsa la risposta che TIM e Vodafone avrebbero formulato per tranquillizzare i concorrenti e, soprattutto, le autorità europee. Secondo un comunicazione di Reuters, infatti, le due società avrebbero offerto ai concorrenti l’accesso a siti in alcune città, nel tentativo di rispondere ai punti evidenziati dalla Authority europee garanti della concorrenza, relativi alla fusione – ancora attualmente in sospeso – tra le loro società che gestiscono le torri.

La proposta, che sarebbe delineata in un documento UE, ha suggerito che Inwit avrebbe fornito l’accesso a circa 630 siti di antenna, nelle città con una popolazione di oltre 35.000 abitanti. Il piano avrebbe offerto ai concorrenti l’accesso ai servizi di telefonia mobile e fissa, ha affermato Reuters.

I termini delle offerte di accesso vanno da sei a nove anni, con una proroga fino a sei anni dopo la scadenza degli accordi iniziali. Tuttavia, il numero di siti disponibili è stato destinato a diminuire gradualmente al di sotto di 400 nel quinto anno della proposta.

Reuters ha inoltre riferito che Vodafone e Telecom Italia concederanno l’accesso ai siti a condizioni ragionevoli e non discriminatorie e le aziende coinvolte nell’operazione “saranno in grado di risolvere le controversie attraverso un sistema rapido”, scrive la nota. Secondo quanto riferito, la Commissione europea chiederà il feedback dei concorrenti e dei clienti degli operatori prima di prendere una decisione in merito alla fusione.