di Massimo Bolchi
Sembra una manovra ‘circolare’ per ingabbiare TikTok, almeno in Occidente: negli Usa viene approvato dalla Camera dei Rappresentanti una legge che ‘obbliga’ l’azienda cinese a vendere a un altro operatore ‘gradito’ agli americani, pena il blocco negli States, mentre nell’Unine Europea TikTok Lite, la versione dell’app che offre ricompense a coloro che guardano i video, viene sottoposta a ulteriori esami da parte delle autorità perché sospettata di non rispettare il DSA, il Digital Service Act.
Ma guardiamo un po’ più da vicino quello che sta succedendo sulle due rive dell’Atlantico.
Negli States la House of Representatives ha votato per l’approvazione di una legge che obbliga la società madre cinese di TikTok, ByteDance, a cedere una quota di maggioranza dell’app di short video o a subire il divieto di operare nel Paese. Per diventare effettiva, alla legge manca l’approvazione del Senato, che è prevista per questa settimana e potrebbe portare, per la prima volta, a una norma che chiude un social media. Se approvata, obbligherà ByteDance a cedere TikTok entro nove mesi – il periodo inizialmente proposto di sei mesi è stato allungato -, o affrontare un divieto a livello nazionale.
Il Presidente Joe Biden ha già dichiarato che firmerà la legge, denominata ‘divest-or-ban bill’ segno che la maggioranza degli eletti, deputati o senatori che siano, ritiene pericolosa la app cinese, nonostante siano 170 milioni gli americani che la usano. Il deputato Michael McCaul, autore del disegno di legge , ha dichiarato senza mezzi termini che la legge protegge gli americani dall’influenza della propaganda cinese. McCaul è un repubblicano di lungo corso, eletto per la decima volta in Texas, che aveva votato, come tutti i 195 colleghi, contro l’impeachment di Donald Trump ma aveva sostenuto senza mezzi termini l’Ucraina nella sua guerra contro lo Russia, Questa potrebbe essere una delle ragioni che hanno spinto lo Speaker delle Camera, Mike Johnson, anche lui repubblicano, a mettere in un solo pacchetto – da accettare o respingere in toto – gli oltre 60 miliardi di dollari a Kiev, gli aiuti a Israele e a gli Stati del Pacifico anti-cinesi, e le misure prese contro TikTok. In questo modo sono stati messi ai margini sia i repubblicani più trumpisti, sia i democratici di sinistra, come Ocasio Cortez.
Ma il provvedimento su TikTok non segna necessariamente la fine della disputa: l’azienda intende infatti impugnare la decisione politica in tribunale, sostenendo che è un attacco al diritto di ‘free speech’ degli americani, difeso dalla Costituzione. Un portavoce di TikTok ha già dichiarato che la legge sul divieto “calpesterà i diritti di libertà di parola” degli americani, devasterà 7 milioni di imprese e “farà chiudere una piattaforma che contribuisce all’economia statunitense per 24 miliardi di dollari all’anno”.
Intanto nell’Unione, lunedì la Commissione Europea ha aperto una nuova indagine formale contro TikTok per presunte violazioni del Digital Services Act (DSA), introducendo in Francia e Spagna una app, TikTok Lite, senza aver presentato una relazione sui suoi potenziali rischi, una procedura obbligatoria per tutte le piattaforme online che abbiano più di 45 milioni di utenti attivi nell’Unione Europea.
TikTok Lite, infatti, permette agli utenti aderenti al ‘Task and Reward Program’ di guadagnare dei punti compiendo determinate azioni richieste dalla piattaforma, come guardare video, mettere ‘mi piace’, seguire alcuni utenti e invitare amici a unirsi a TikTok. Punti che si trasformano in buoni Amazon o PayPal. Nel caso TikTok non fornisca i documenti richiesti entro questa settimana, la Commissione potrebbe sospendere temporaneamente la funzionalità fino alla fine delle indagini.
In particolare, la Commissione voleva che TikTok fornisse prove convincenti che il programma non creasse dipendenza e che fossero stati creati dei sistemi efficaci per impedire che venisse utilizzato da minorenni. TikTok non ha però fornito alcun documento entro la scadenza del 18 aprile, e questo ha portato la Commissione ad aprire un’indagine formale, che potrebbe rappresentare il primo passo verso una condanna simile a quelle che hanno già investito Google e Apple.
In Europa, in ogni caso, non è messa in discussione la proprietà di TikTok, benché alcuni governi, tra cui la stessa Unione Europea, abbiano già vietato di scaricare di TikTok sui telefoni di lavoro dei propri dipendenti.