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Temu, l’eCommerce cinese, spopola negli USA e in Europa, sull’onda di TikTok e gamification. E ‘addio’ alla sostenibilità, all’economia circolare e anche all’etica

Temu logo

Si parla molto, nel mondo del retail, della crescita (alcuni le definiscono un vera e propria esplosione) del Second Hand market su scala globale, destinato quasi a raddoppiare entro il 2027, raggiungendo i 350 miliardi di dollari. Tre volte più velocemente del mercato dell’abbigliamento in generale. Nell’ambito del suo report annuale sull’argomento, Thredup ha creato anche un Calcolatore dell’impronta ecologica. Il calcolatore fornisce agli utenti l’impronta di carbonio delle loro abitudini di moda e suggerisce suggerimenti per ridurla: un punto di partenza per saperne di più sull’impatto del proprio consumo e sui modi per migliorarlo.

D’altra parte abbiamo un enorme problema di produzione come società e la rivendita è una delle poche soluzioni pratiche: secondo Statista, i 15-24enni rappresentano il 48% della piattaforma e i 26-35enni il 30%. La Gen Z ha una forte affinità ed è la generazione che guida il passaggio alla rivendita.
E poi la sostenibilità, e qui non è neppure necessario citare dati: in tutto l’Occidente l’attenzione al riscaldamento globale, alla produzione di CO2, per scendere poi fino al packaging (tutto in carta, va da sé) e agli shopper compostabili e riciclabili è un must per le aziende, sostenuto da Leggi e Regolamenti Europei.

Per arrivare alla ‘diversity and inclusion’: quale brand accetterebbe di essere accusato di non fare abbastanza al riguardo? Le ultime vicende spagnole, con l’intervento del Governo sul presidente federale per un bacio non consenziente a una giocatrice di calcio sta lì a confermarlo.
Tutto bene allora: siamo indirizzati sulla strada giusta, quelle della magnifiche sorti e progressive. O no?

A smontare questa narrazione idilliaca, sta il successo di Temu, un eCommerce cinese che vende un po’ di tutto a prezzi molto bassi e che da alcuni mesi si sta facendo conoscere in Italia e altri paesi occidentali (Stati Uniti in primo luogo, dove è cominciata la crescita a partire dalla fantomatica sede sociale a Boston) soprattutto per una strategia pubblicitaria online molto aggressiva che, a quanto pare, funziona.

Temu è di proprietà di Pinduoduo, un’applicazione di eCommerce che conta oltre 700 milioni di utenti in Cina ed è nota per la vendita di prodotti a prezzi incredibilmente bassi. L’azienda ha dichiarato di voler utilizzare Temu come veicolo per “collegare 10.000 produttori ai mercati globali e sostenere la creazione di 100 marchi internazionali“.

Per ora, Temu, che come molte altre multinazionali ha sede da maggio a Dublino, offre soprattutto vestiti, accessori e prodotti per la casa a basso costo, come pantofole da 3,99 euro e custodie per telefoni da 1,98 euro, o mini-lavatrici a meno di 7 euro, che potrebbero essere particolarmente attraenti in quanto l’economia europea è alle prese con un’inflazione alta da decenni. E Temu, in Europa specialmente, sta crescendo a vista d’occhio grazie ai video su TikTok e alla gamification: da un lato migliaia di ‘unpacking’ di prodotti presentati soprattutto da ragazze che esultano felici e sorprese per i prodotti ricevuti, dall’altro forme di gaming indirizzate di volta in volta a conquistare offerte, sconti e prodotti ‘a tempo’.

Sono stati bravi a utilizzare le leve giuste per crescere nei nostri mercati, verrebbe da dire. Ma tutte le nostre affermazioni sull’essere sostenibili, etici e inclusivi? Guardiamo un poco quello che c’è dietro Temu.

Innanzitutto Temu, per l’abbigliamento, è addirittura oltre l’ultra-fast fashion: capi destinati a essere indossati poche volte e poi scartati da acquirenti incentivati a un nuovo acquisto dal prezzo irrisorio. Improvvisamente sembra che dell’economia circolare non importi più a nessuno, che del deserto di Atacama, della migliaia di tonnellate di vestiti usati smaltiti illegalmente a cielo aperto non vi sia più notizia, che delle tinture dei tessuti che non rispettano nessuna certificazione occidentale sia sparita ogni traccia.

E anche l’unboxing: tutto avvolto più volte in plastica che farebbe inorridire ogni vero ecologista, e che passano senza pagare sulle Poste di tanti Paesi , USA in primis, perché provenienti da un ‘Paese in via di sviluppo’: definizione curiosa per chi possiede un esercito di oltre due milioni di effettivi, il primo al mondo, portaerei, sottomarini nuclari e testate atomiche. E anche sotto il profilo del ‘doppio standard’ di giudizio le cose non sembrano andare meglio: non risultano essere stati presenti sui media internazionali i consueti lamenti quando Xi Jinping ha annunciato lo spostamento di dieci anni in avanti, al 2060, del raggiungimento della carbon neutrality in Cina.

Per quanto riguarda l’eticità del modello di business, i prezzi bassissimi di Temu hanno inoltre portato molte istituzioni ed esperti a ipotizzare che tutta la catena di produzione dell’eCommerce si basi su un sistema di sfruttamento dei suoi lavoratori (il che non sarebbe una novità per la Cina, abbiamo tutti visto le reti ‘antisuicidio’ negli stabilimenti cinesi di Foxconn). Addirittura alcuni hanno ipotizzato, sulla scorta di quanto rilevati dall’israeliana Ultra Information Solutions, che certi articoli, prodotti in Xinjiang, sarebbero stati confezionati con l’utilizzo di lavoratori forzati.

Ma di fronte a un ‘Top Orologio Multifunzione Di Marca Orologio Sportivo Di Lusso Cronografo Da Uomo Data Automatica Silicone Impermeabile Per Uomo’ a poco più di 16 dollari, o a un ‘Nero profondo per uscire Vestito senza bikini, alto collo rotondo vedere attraverso il vestito di copertura, costumi da bagno delle donne e abbigliament0’ da donna a due euro, che stai a guardà il capello?

Anche se sei un’esponente della GenZ, quella degli ecologisti senza paura, dell’Ultima Generazione e del mondo green.