È polemica per l’aumento delle tasse sulle plusvalenze derivanti dall’investimento in criptovalute. Nel progetto di manovra finanziaria 2025, infatti, il governo ha annunciato di voler alzare al 42% la ritenuta da pagare sulla plusvalenza generata dalla vendita di bitcoin e token vari. Attualmente è al 26%.
In questo contesto ha preso posizione Massimo Di Rosa, Country Director di Bitpanda in Italia.
“La prospettiva dell’aumento della ritenuta sulle plusvalenze da Bitcoin dal 26% al 42% apre a riflessioni importanti sull’equilibrio del mercato italiano delle criptovalute e, più in generale, per lo sviluppo delle tecnologie digitali nel nostro Paese. Se da un lato comprendiamo l’esigenza di recuperare risorse per importanti misure sociali, dall’altro riteniamo cruciale l’apertura di un dialogo che porti a una riflessione più ampia e profonda sulle conseguenze a lungo termine per l’innovazione tecnologica, la competitività economica del Paese e la nostra capacità di attrarre investitori e innovatori dall’estero”, afferma il Country Director.
Secondo un recente sondaggio YouGov per Bitpanda, il 9% degli italiani ha già investito in criptovalute, rendendo questa forma di investimento la più popolare tra quelle prese in esame, dopo le azioni singole, in cui investe il 14% della popolazione: un dato che sottolinea l’interesse crescente verso questo tipo di asset. In particolare, le criptovalute rappresentano la prima classe di investimento per la generazione Z e i Millennial (under 43), evidenziando come questi strumenti siano particolarmente attraenti per i giovani investitori. Un aumento della tassazione, come quello proposto, non solo potrebbe disincentivare l’investimento in questi asset, ma rischierebbe di creare barriere all’ingresso per chi desidera partecipare a questo nuovo modello di finanza digitale, apprezzato soprattutto perché considerato più democratico e accessibile.
“Bitcoin e le altre criptovalute non sono semplici asset speculativi, ma tecnologie con il potenziale di rivoluzionare il sistema finanziario, rendendolo più sicuro, trasparente e inclusivo. Una tassazione così elevata rischierebbe di provocare una brusca frenata per lo sviluppo di queste innovazioni, minando la competitività dell’Italia non solo a livello europeo, ma anche globale”, continua il manager.
Mercati come Asia e Medio Oriente, tra gli altri, stanno adottando politiche fiscali più favorevoli, creando un contesto molto più attrattivo per gli investitori. L’Italia, con un’imposta del 42%, potrebbe allontanarsi da questo trend globale, perdendo terreno rispetto a paesi con approcci più incentivanti.
“In qualità di player altamente regolamentato in Europa, con una consolidata esperienza nel settore delle risorse digitali, noi di Bitpanda siamo pronti a collaborare con le istituzioni italiane per trovare soluzioni che bilancino le esigenze fiscali con la promozione dell’innovazione. Crediamo che un dialogo aperto e costruttivo sia fondamentale per permettere al nostro Paese di sfruttare appieno il potenziale delle criptovalute e delle tecnologie sottostanti, mantenendo al contempo la competitività con i mercati internazionali”, ha concluso Massimo Di Rosa.