Interactive

Sono molte le opportunità di informarsi sui canali social tramite i profili degli influencer preferiti. Ma quali sono i trend più diffusi oggi? E quali le responsabilità di chi vi investe?

Simone Pepino, CEO di Hoopygang

L’influencer marketing è qui per restare. Lo testimoniano i dati di vari istituti di ricerca e, ovviamente, lo attestano anche i canali social stessi. Gli ultimi dati 2021 parlando di un giro di affari da 280 milioni di euro solo in Italia, 14 miliardi su scala globale, con prospettive di crescita ulteriori di qui ai prossimi 5 anni.

Nel panorama sociale di oggi, tra voglia di riprendere una piena normalità, ispirazioni da cui attingere e desideri nuovi da realizzare c’è ancora chi si domanda come riesca l’influencer economy a consolidare e accrescere la sua posizione nelle preferenze delle persone di ogni genere e geografia, oltre che dei brand che vi investono costantemente per attivare un dialogo con i loro pubblici. A fornire una risposta è Hoopygang, la Influencer Management Platform & Creative Company, che opera quotidianamente come creatore di opportunità e di servizi professionali sia per i creator di contenuti sia per le aziende che a questi si rivolgono.

Un primo aspetto è che l’influencer marketing ha forse saputo più di altri ricreare all’interno di ambienti virtuali un corrispettivo della vita reale di ognuno di noi. Vi sono contenuti per ogni età, genere, gusto e cultura che sono espressioni di dinamiche di relazione interpersonale uguali a quelle che avvengono al di là degli schermi, fornendo l’opportunità di accorciare le distanze tra vita comune e mondi aspirazionali.

Così come negli spot televisivi o radiofonici vengono costruiti nei consumatori dei bisogni sempre nuovi da soddisfare (citando Kotler), allo stesso modo lo fa l’influencer marketing tramite delle persone in carne e ossa – anche se ha fatto in questi giorni la sua comparsa in Italia la prima influencer virtuale -, simili a noi, ai nostri amici, ai nostri figli o professori universitari. È un ambiente composito in cui a fare da discrimine tra ‘buono e cattivo’ sono la qualità dei contenuti e dei messaggi, la veridicità dei profili che li promuovono e gli scopi della comunicazione. Esistono innumerevoli esempi di campagne di influencer marketing di valore, capaci di fare apprezzare il contenuto prima di far discutere sul canale in cui viene condiviso.

Influencer responsabili

Certamente l’influencer marketing ha ancora margini di miglioramento. Pensiamo ad esempio alla chiamata a una più forte regolamentazione sull’esposizione dei contenuti pubblicitari nei confronti dei minori – le ricerche confermano un primo accesso dei bambini ai canali social in età sempre più basse – o dello scenario che si aprirà con gli influencer virtuali con il Metaverso.

Resta il fatto che sono sempre di più le persone che seguono i creator su Tik Tok e su Instagram, che trovano in loro dei modelli e che a questi si rivolgono per informarsi o anche formarsi in lingue straniere o altre discipline. È responsabilità di tutti i protagonisti del settore garantire che la fiducia riposta non venga tradita, che anche gli intenti promozionali che vengono trasmessi siano presentati con i giusti riferimenti di trasparenza e sicurezza.

I follower, gli utenti di oggi sono informati e consapevoli, i più giovani sono nativamente cresciuti con le piattaforme e i dispositivi, e forse la vera sfida verrà proprio con il concetto di Metaverso che si sta realizzando e che rappresenta anche per i professionisti del mercato digitale una opportunità ancora in gran parte da identificare e valutare per poterne sfruttare appieno le potenzialità. Sui canali social, qualunque sia l’attività che vi si realizza, resterà fondamentale che la qualità e la trasparenza siano collocate al primo posto nelle riflessioni alla base delle strategie di influencer come di digital marketing dei brand.

Trend dell’Influencer Marketing: creare, condividere, tutelare

Quella di attuare collaborazioni di valore è una tendenza che si sta consolidando e rispetto alla quale propendono in misura crescente i Creator stessi, che ricordiamo essere persone in primis, professionisti che lavorano con aziende e agenzie strutturate nella maggior parte dei casi e che hanno tutto l’interesse a che si realizzi un mondo pubblicitario sano ed efficace in grado di svilupparsi ulteriormente.

Un altro trend positivo interessa il piano di monitoraggio, controllo e verifica di qualità relativamente ai contenuti prodotti e al loro utilizzo. Si è alzata negli ultimi anni la consapevolezza, formazione e livello di tutela degli utenti con riferimento ai temi di fake news e click-bait a cui sono stati a lungo esposti. Ad occuparsi della questione sono giunti di recente anche normatori su scala Europea che hanno approvato decreti ministeriali condivisi per tutti i Paesi della Comunità Europea, le DMA e DSA, che si pongono a tutela e garanzia dei requisiti e degli standard di qualità richiesti per l’intrattenimento digitale e ancora di protezione dei dati personali condivisi online, della privacy e delle modalità di accesso e fruizione dei contenuti pubblicitari online.

Ai creatori di contenuti, ovvero ai Contributor, pensano poi anche le piattaforme stesse. Instagram, ad esempio, ha di recente lanciato i tag avanzati per offrire maggiore visibilità al contributo specifico di un creator su un post con foto o video. O ancora Tik Tok ha innalzato il livello di attenzione e tutela in casi di bullismo e body shaming, rimuovendo video di sfide discriminatorie come quella della Boiler Cup.

Related articles