Il 64% degli italiani ha cambiato il suo comportamento d’acquisto comprando di più, ma limitandosi al necessario (per l’81% dei rispondenti all’indagine). Il 49% ha acquistato di più su internet (prevalentemente per food e prodotti essenziali); mentre il 69% ha riscoperto i piccoli negozi di quartiere e premiato i piccoli attori locali che hanno offerto vendita online.
Questi sono alcuni dei risultati emersi dall’indagine sul comportamento d’acquisto degli italiani durante il confinamento, effettuata da Havas, nell’ottica di offrire un supporto strategico sempre più consulenziale e trasversale su tutte le dinamiche del marketing e della comunicazione.
Havas Milan ha collaborato per l’occasione con H/commerce, la nuovissima unit di consulenza strategica del gruppo Havas dedicata al mondo del retail e dell’eCommerce, che dal 2019 opera come global partner per arricchire le competenze dei Village Havas. L’indagine si è svolta in modalità online (CAWI) dal 10 al 13 aprile 2020 su un campione di 1.002 persone rappresentative della popolazione italiana, ed è stata realizzata da Dynata.
I risultati emersi dall’indagine si rivelano interessanti e confermano alcuni insight predittivi già colti dal precedente global study Havas sul mondo del retail (The Future Of Retail, Prosumer Report, 2019). Un futuro di cui Havas aveva già colto alcune dinamiche di sviluppo e che, sotto l’accelerazione dell’emergenza Covid-19, sembra affacciarsi già nel presente che stiamo vivendo.
Superata la fase iniziale di acquisti compulsivi per timore della mancanza di prodotti necessari, la routine si è stabilizzata, come abbiamo scritto all’inizio, su un nuovo quotidiano. Un quotidiano fatto anche di nuove abitudini, quali la navigazione su internet, citata dall’81% delle risposte, o chattare sui social network (42%). Ma non sono fatte solo dal digitale le nuove abitudini: vanno conteggiate anche novità (o riscoperte) quali la cucina (58%) o la lettura (54%).
Guardando invece alle abitudini di consumo, due italiani su quattro stanno spendendo meno di prima, ma solo metà ha ceduto ai prodotti a basso costo. Anzi, il 57% dichiara che in futuro farà più attenzione ai valori in cui il brand crede; alla sostenibilità dei prodotti (72%); al rispetto di dipendenti e lavoratori (76%); ai prodotti provenienti da filiere locali (75%) ed etiche (71%).
Ma il momento della spesa è ancora vissuta dagli Italiani con qualche apprensione: quasi la metà (il 49% per l’esattezza) va a fare al spesa solo una volta a settimana o anche meno, mentre gli ‘sprezzanti’ del pericolo, coloro che vanno fare la spesa quotidianamente o una volta ogni due giorni, sono solo il 7% del campione. E questo nonostante le misura di sicurezza previste dai punti vendita siano giudicate sufficienti dall’81% dei consumatori (per il 16% ‘assolutamente’ e per il 65% ‘abbastanza’).
Con l’allugamento della quarantena a oltre la data originariamente fissata, prima, e poi dopo il 4 maggio, comunque, è cambiata anche la percezione psicologica comune: si va verso una nuova normalità, non più una emergenza temporanea, e questo porta con sé anche un riemergere della esigenze provvisoriamente accantonate, quali ad esempio il 65% dei rispondenti che confessa di sentire la mancanza della frequentazione di negozi e centri commerciali, o l’indicazione di prodotti dei quali si inizia a sentire la mancanza, come l’abbigliamento o i cosmetici. O forse è solo ‘voglia di shopping’.
Per chi desidera approfondire l’argomento, l’indagine di Havas Italia è disponibile qui.