Ad aprile 2020 il volume delle interazioni (post, tweet, like, condivisioni, commenti, risposte, mention) sui social network relativi alla programmazione delle emittenti televisive e dei grandi servizi di distribuzione di contenuti video in Italia (OTT) è pari a 87,1 milioni, con un incremento del +134% rispetto allo stesso mese del 2019. A marzo 2020 le interazioni sono state 100 milioni.
I dati emergono dalla rilevazione continuativa realizzata da Nielsen sulle conversazioni che avvengono in Italia su Facebook, Twitter e Instagram relative ai contenuti video trasmessi in Italia da 38 emittenti free e pay e 9 player Over The Top dei servizi di streaming on demand (Netflix, Prime Video e Disney+, Raiplay, Tim Vision, Dplay, Mediaset Play, Now Tv, Infinity).
“Il mese di aprile è stato il primo interamente coinvolto dalle misure di quarantena: non ci sono stati eventi sportivi e i pochi programmi televisivi live sono andati in onda per poche settimane e in un contesto molto particolare”, dichiara nella nota Stefano Russo, Head of Nielsen Social Content Ratings Italy. “Le persone sono state incollate agli schermi televisvi per seguire i programmi di attualità e approfondimento che però evidentemente non generano la stessa partecipazione via social dei grandi show di intrattenimento, dello sport o delle fiction”.
La crescita del volume delle interazioni sui social nel mese di aprile è spinta dalle attività dei profili social di broadcaster e OTT e dalla offerta di contenuti (serie tv, film, documentari, ecc.) disponibile in streaming nei diversi cataloghi. Diminuisce al contrario l’engagement generato dalla programmazione cosiddetta linear, relativa cioè a tutte le interazioni avvenute nelle tre ore precedenti, durante e nelle tre ore successive alla messa in onda di un programma: rispetto ad aprile 2019, si registra infatti un calo del 20% (non considerando gli eventi sportivi che in queste settimane sono sospesi).
Il ranking della Social TV è guidato da Sky Sport con 22,9 milioni di interazioni che, pur in assenza di eventi sportivi da trasmettere, si conferma in grado di stimolare e coinvolgere la sua ampia community social. Seguono Netflix, Canale 5, Raidue e Tgcom24. In termini di singoli contenuti la classifica vede al primo posto Amici di Maria De Filippi (4,7 milioni) seguito da La casa di carta (4,4 milioni), Grande Fratello Vip (3 milioni), Casa Sky Sport (3 milioni) e Che tempo che fa (2,9 milioni).
Come prevedibile, ad aprile diminuisce la categoria Talent&Reality che, pur generando il 30% del totale delle interazioni nel mese, cala di 24 punti percentuali rispetto a gennaio (febbraio non viene considerato come mese indicativo visto il peso significativo del Festival di Sanremo, mentre marzo era già condizionato dalla emergenza Covid). Sulla stessa linea d’onda l’Intrattenimento, con 14,6 milioni e il 35% del totale interazioni (-2 punti percentuali rispetto a gennaio). Ben sopra la media il dato relativo alle Fiction, che con 7 milioni di interazioni raggiungono il 17% del totale mensile e crescono di 12 punti percentuali rispetto a gennaio.
Dopo l’exploit di marzo, i tre canali all news in rilevazione (Rainews, Tgcom24, SkyTg24) vedono diminuire il numero di interazioni (6,5 milioni contro i 9,7 di marzo), pur trattandosi di un dato tuttavia al di sopra dei volumi registrati nei periodi precedenti alla emergenza Covid-19, quando si attestava a una media di 4 milioni al mese.
“In queste settimane di quarantena è aumentata in tutto il mondo la fruizione di televisione, così come le ore a navigare su internet e trascorse sui social network”, conclude Russo. “I social sono emblematici di una realtà del tutto inedita finora: a più ore di visione dei programmi non corrispondono necessariamente più interazioni durante la loro messa in onda, modificando così i pesi tra OTT, offerta televisiva free e pay per view. È una situazione troppo anomala per trarre delle conclusioni di lungo termine. Con la ripresa della programmazione live, i broadcaster riacquisteranno probabilmente terreno anche sui social, ma non è escluso che questa situazione sia l’inizio di una nuova tendenza e di una ridefinizione degli equilibri all’interno del settore audiovisivo che potrebbe caratterizzare i prossimi anni”.