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Satispay, successo sui mercati per l’app di mobile payment italiana che punta all’Europa. Raccolti 93 milioni nel terzo round di finanziamento, pari a un valore dell’azienda di 248 milioni

Questa, sui mercati finanziari, è stata la settimana di Satispay: ha ottenuto finanziamenti per 93 milioni di euro, quasi il doppio dell’obiettivo prefissato. L’azienda fintech italiana del settore mobile payment ha annunciato infatti il risultato di un round di serie C che segna, ed è questa la nota più rilevante, anche l’ingresso di investitori di rilievo, italiani e internazionali. Tra questi ultimi Square, fintech americana guidata da Jack Dorsey, il fondatore di Twitter; la cinese Tencent, tra le maggiori internet company al mondo fondata dal miliardario Ma Huateng (il secondo uomo più ricco del suo Paese); e infine Lgt Lighstone, parte di Lgt Capital Partners, il più grande gruppo familiare di private banking e asset management al mondo. A questi va aggiunta Tim Ventures, l’impresa di corporate venture capital di Tim, che apporta il proprio know how del mobile business e la rete di negozi Olivetti, punti vendita fisici distribuiti sul territorio nazionale.

Agli investimenti raccolti sul mercato, che ammontano a 68 milioni di euro, si è sommato l’acquisto di quote già in capo a precedenti investitori per 25 milioni, e questo nuovo round è arrivato dopo i 42 milioni raccolti con i precedenti di serie A e B, sottoscritti da business angel e da investitori industriali. Gli investimenti raccolti da Satispay dalla nascita nel 2013 raggiungono così la quota di 110 milioni di euro, che si traducono in una nuova valutazione dell’azienda di 248 milioni, contro i 180 di prima del terzo round.

Ma il controllo non cambia, ha fatto rapidamente sapere il cofondatore (insieme a Dario Brignone e Samuele Pinto) e CEO dell’azienda Alberto Dalmasso, che ha sottolineato come l’impresa resti in capo ai soci originari, che hanno in mano il 30% del capitale azionario e il 50% dei diritti di voto.

Satispay, classificatasi tra le ‘Emerging 50’ per la prima volta nel 2017 nel Report globale sulle fintech di Kpmg e H2 Ventures, è comunque un’attività in continua espansione: in Italia, la app dell’azienda conta oggi più di 1,3 milioni di utenti e oltre 130mila esercenti, mentre in Europa ha già fatto il suo ingresso in Lussemburgo e in Germania. In particolare, nei primi dieci mesi del 2020, è arrivata a contare quasi 450mila nuovi utenti e 35mila nuovi esercenti, tra i quali gruppi come Carrefour, Auchan, Autogrill, Mondadori e Kfc. Da gennaio a ottobre 2020, Satispay ha registrato 21,5 milioni di pagamenti, per un valore complessivo di 400 milioni di euro: il 78% in più rispetto allo stesso periodo del 2019.

Ma Satispay, per ora per lo meno, non si pone in diretta concorrenza con le banche, anzi il possesso di conto corrente bancario è la precondizione necessaria per attivare il servizio. Certamente la pressione sviluppata sulla carte di credito da parte di Satispay è fortissima, e predominante presso un target di utenti per il quali i vantaggi della carta – sostanzialmente la possibilità di spendere in anticipo e di saldare poi in tutto il mondo – non prevalgono sul controllo ‘ferreo’assicurato da tetto massimo, variabile secondo le proprie preferenze, rinnovato settimanalmente. Ma per ora non sono in vista entrate a gamba tesa nel banking vero e proprio

Pensando al brusco ‘alt’ imposto dal Governo cinese all’IPO di Ant (il braccio armato fintech di Alibaba), questa non concorrenza può aver pesato favorevolmente nelle decisioni di Tencent, che con WeChat Pay ha adottato un modello simile, ma più evoluto, che l’ha condotta alla posizione di leader dei pagamenti in Cina e nei paesi confinanti.

Ma il futuro di Satispay, per il momento, è ancorato al Vecchio Mondo, in cui si svilupperanno i processi di espansione in programma. Negli ultimi anni la società ha lavorato per attivare un settore dedicato alle risorse umane, in modo da ottimizzare l’assunzione dei talenti necessari a raggiungere la leadership continentale: “questo è ciò che di più aspettavamo”, ha ribadito in un’intervista al Corriere della Sera il capo dell’azienda, “non vediamo l’ora di schiacciare l’acceleratore”, promettendo di triplicare il team, che al momento ammonta a 120 persone, nell’arco dei prossimi 3 anni.