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Satispay raggiunge la valutazione di un miliardo e diventa uno dei rari unicorni italiani. Prossime mosse: espansione in altri quattro paesi europei, raddoppio dei dipendenti e trasloco in una nuova sede

Oggi Satispay è diventata un unicorno, ossia ha raggiunto una valutazione di un miliardo di euro. Ed è questo il traguardo della fintech nata a Cuneo nel 2013 e divenuta oggi il portafoglio digitale di circa 3 milioni di persone. Lo ha annunciato l’AD Alberto Dalmasso, uno dei tre cofondatori della società.

Grazie a un investimento di 320 milioni di euro, infatti, si sono aperte per Satispay le porte del club degli unicorni italiani, di cui fanno parte solo Yoox, di recente passata alla Compagnie Financière Rupert (Gruppo Richmond) e la startup di rateizzazione dei pagamenti Scalapay.

Con 200mila esercenti e 3 milioni di iscritti Satispay punta a diventare nel tempo la più grande fintech in Europa. Un percorso che prevede una crescita in molte direzioni: nuovi paesi in cui offrire i propri servizi di pagamenti digitali (oggi Satispay è presente in 4 nazioni europee); nuove funzionalità dell’app; e un raddoppio degli attuali 300 dipendenti.

Tra nuovi soci ‘responsabili’ dell’esborso di 320 milioni spicca il fondo statunitense Addition, che ha sottoscritto la fetta maggiore dell’investimento. Addition, con base a New York, è nato nel 2020 ed è specializzato in finanziamenti in fase early stage/growth stage in aziende tech: in Europa a luglio è entrato in Kadmos, piattaforma tedesca di pagamenti per migranti, e al momento conta un totale di 90 investimenti continentali.

In aggiunta ad Addition si contano i fondi Greyhound (già sostenitore della startup nel 2018) e Coatue, Block (nuovo nome della fintech statunitense Square), il colosso digitale cinese Tencent, banca Mediolanum (unico nome italiano) e Lightrock, braccio operativo di uno dei più importanti gruppi di private banking e asset management mondiali, Lgt capital partners.

L’investimento verrà utilizzato per finanziare i piani di crescita dell’azienda, in termini di acquisizione di nuovi clienti, espansione internazionale e sviluppi di servizi aggiuntivi. In totale, la raccolta della società italiana supera i 450 milioni di euro, a partire dalla sua nascita. Al momento più che al break even Satispay guarda all’efficienza, con un piano articolato su tre livelli: aumentare il numero di clienti, acquisendo anche altre startup; rafforzamento degli organici; e ampliamento dall’area geografica dove opera. Relativamente alle localizzazioni, oltre a Italia, Germania, Francia e Lussemburgo – dove è già presente – Satispay guarda all’Olanda, al Belgio, alla Grecia e al Portogallo; mentre al momento è attiva la ricerca di altri 300 dipendenti per i prossimi 18 mesi, in vista anche del trasloco aziendale in un nuova sede (sempre a Milano) più adatta ad accoglierli.

Comunque Satispay rimarrà una società focalizzata sui pagamenti, lasciando in un limbo piuttosto lontano ogni mossa in ambito credito, prestito e trading. Al lavoro invece su altre soluzioni a più a breve termine, a partire dall’estensione dei servizi ai minorenni (oggi non ammessi sulla piattaforma), e alle spese di tipo aziendale e dei professionisti. In questo caso, nello specifico, l’idea è di ampliare servizi di welfare su Satispay, sulla scia dei buoni spesa in collaborazione con il Comune di Milano. Infine, un ultimo ambito operativo è quello sul fronte dell’interoperabilità, in specie con l’americana Block e la cinese Tencent, per costituire un insieme di ‘campioni nazionali’ di cui Satispay vuole essere il pivot per l’Europa.