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San Valentino e la semiotica, la ricerca della dolce metà ai tempi dell’algoritmo

Quali sono le dating app più diffuse e come farle funzionare al meglio? Per San Valentino XChannel ha provato a rispondere a questi interrogativi. Lo ha fatto indagando attraverso i principi della semiotica e dell’antropologia come cambia e si evolve la ricerca delle dolce metà ai tempi dell’algoritmo.

Il dating online è davvero così diffuso

Secondo uno studio dell’Università di Stanford, conoscere la dolce metà online è, ormai, la prassi nel mondo occidentale: quasi il 40% delle coppie si forma dopo essersi conosciuta per via digitale. A seguire, tra i luoghi per far scattare la scintilla, ci sono: essersi conosciuti in un bar / in un ristorante (27%) oppure l’essere stati presentati da amici comuni (20%, in calo).

L’indagine ‘netnografica’

Semiotica e dating app, una combo senz’altro insolita, che però riesce a individuare in maniera semplice ed efficace come stanno mutando i nostri comportamenti di corteggiamento e amorosi. Ma come si può rappresentare la categoria delle dating app? Sul dating la relativa voce di Wikipedia dice che si tratta dell’attività ‘di carattere sociale attraverso la quale due persone si danno la possibilità di valutare la loro idoneità come partner in una relazione sentimentale. Può essere inteso come una forma di corteggiamento ed è a volte visto come un precursore di fidanzamento o di matrimonio’. Tema perfetto per S.Valentino, quindi: le app per il dating non sono che un tool digitale per questa forma di corteggiamento. Viene allora da chiedersi: quali sono le dating app di maggior successo e diffusione? Attraverso un’analisi netnografica (ovvero, costruita con il metodo etnografico applicato alle interazioni in rete) XChannel ha ricostruito il quartetto leader. Ecco i risultati.

Come funzionano e cosa ti permettono di fare

Tinder consente all’utente di sfogliare (fare ‘swipe’) in un carosello digitale le foto inserite da persone più o meno vicine geograficamente. Per ogni profilo vengono presentate delle foto, alle quali l’utente può decidere se assegnare un like (un cuoricino verde) oppure semplicemente andare avanti facendo scroll col dito. Quando le due persone mostrano reciproco interesse, scatta il match (‘It’s a match!’) e potranno cominciare a chattare, scambiarsi un contatto social o WhatsApp, oppure decidere subito di incontrarsi di persona.

Happn nasce invece per cercare di metterci in contatto con qualcuno che ci ha colpito per strada, in un locale, su un mezzo pubblico. Ogni volta che due persone con quest’app si incontrano, viene registrato l’avvenimento e si crea un collegamento. Quando entrambi gli utenti si daranno un like, verranno avvisati con una notifica e si abiliterà la chat tra di loro.

Once è invece una ‘anti-Tinder’: permette di vedere un solo profilo al giorno. Inoltre, i profili non sono selezionati dall’algoritmo, bensì da un team di esperti del settore: si tratta dei matchmakers, che sono in grado di stabilire il grado di affinità di una potenziale coppietta. Ogni giorno a mezzanotte i due utenti visualizzano la foto proposta e, nel caso entrambi si piacessero, si potrà iniziare a chattare. Se invece non dovesse scoccare la scintilla, si dovrà attendere 24 ore per vedere il nuovo partner proposto.

Bumble è quasi del tutto come Tinder, se non fosse per una caratteristica distintiva: su Bumble solo le donne possono prendere l’iniziativa, avviando le conversazioni. Una volta stabilita la connessione, quindi, il gioco delle coppie non è ancora fatto: è la parte femminile ad avere il pieno controllo della situazione, che viene sbloccata solo quando quest’ultima prende l’iniziativa avviando la chat.

L’interpretazione semiotica

Per indagare a fondo identità e differenze di un mondo così simile e così diverso nella sua offerta, XChannel ha utilizzato un approccio semiotico. La semiotica, che deve il suo nome al termine greco semeion, cioè ‘segno’, studia le relazioni tra i segni e il modo in cui questi abbiano un senso (significazione): un punto esclamativo su un cartello ci dice di prestare attenzione, l’emoji del cuore sta per amore. Con l’obiettivo di analizzare al meglio l’offerta delle top dating app disponibili per gli utenti italiani è stato usato il quadrato semiotico, strumento fondamentale di rappresentazione della logica del senso: individuata la categoria delle principali app per gli appuntamenti, il quadrato ha permesso di articolarla in quattro posizioni (attraverso tre diverse relazioni: contrarietà, implicazione, negazione) che rappresentano anche, nemmeno a farlo apposta, alcune dei più comuni ‘tipi’ in campo amoroso.

Il quadrato semiotico delle app per il dating

Partendo da Tinder, le relazione di opposizione con Once si coglie in maniera immediata. Proviamo allora a esplorare il campo semantico della relazione contrarietà tra il (o la) Casanova Seriale (Tinder) e chi invece cerca l’Anima Gemella (Once). Sono due modi di concepire il dating agli antipodi, e offrono agli utenti che usano queste app approcci opposti quanto d’immediata comprensione. Da questa relazione si può derivare quella tra i cosiddetti subcontrari Potere alle Donne (Bumble)versus Love-is-in-the-air (Happen). Nel secondo caso, cioè con Happen, la scintilla tra la coppia scatta in maniera simmetrica e, letteralmente, come dice il nome dell’app, ‘accade’. Con Bumble, invece, tutto il potere è in mano a un estremo della coppia. A loro volta questi due subcontrari hanno un rapporto di implicazione oppure di contraddizione con i termini che li sovrastano. Il risultato è il quadrato semiotico di seguito.

Questo apparente groviglio di relazioni logiche identifica una mappa, una ‘topografia del senso‘, quattro modi di attribuire valore alla ricerca dell’anima gemella da parte degli utenti, molto ben definiti e immediatamente identificabili.

Naturalmente queste app cambiano sulla base dell’utilizzo che ne fanno gli utenti, e così cambierà anche il quadrato semiotico. Lungi dall’essere uno strumento rigido, infatti, il quadrato è uno strumento dinamico che permette analisi duttili quanto precise. Esattamente quello che serve per studiare al meglio i fenomeni legati alla comunicazione. E anche all’amore.