Davide Avolio, noto booktoker italiano, ci racconta com’è iniziato il suo percorso sui social, e quali sono i suoi progetti futuri. Partecipe in diverse attività – dall’incontro con i ragazzi all’interno delle scuole, alla narrazione e lettura sui social di estratti di libri – Davide si impegna attivamente a creare una rete di lettori per diffondere il verbo che la letteratura non è démodé, ma solo la prospettiva con la quale la si guarda.
Come inizia il tuo percorso sui social?
Il mio percorso inizia nel 2019 quando apro una pagina di divulgazione letteraria su Instagram, ai tempi si chiamava ‘Il cantico Dei Versi’. Nel 2021 la pagina spicca il volo perché scelgo di cambiare il nome in ‘Davide Avolio’.
Probabilmente la scelta di cambiare il nome e mostrare il mio volto, ha portato le persone a empatizzare con me. Ho iniziato a recitare e leggere degli estratti dei libri, e a inventare nuovi format che mi hanno portato a essere sempre più conosciuto.
Qual è il tuo processo creativo dei video?
Tutto inizia dallo studio dell’opera letteraria della quale voglio parlare. Un fattore importante è l’individuazione di format innovativi con i quali poter far arrivare la letteratura a tutti tramite i social.
Altre volte, il processo creativo è dettato dalla fortuna: sperimento un format che piace principalmente a me, lo perseguo e poi controllo se effettivamente è un format che possa funzionare.
In media, per editare e realizzare un video impiego da un’ora, un’ora e mezza, è un lavoro che richiede tempo.
Com’è il tuo rapporto con i fan?
Il mio rapporto con i fan è migliorato molto negli ultimi sei mesi. Non mi sono più limitato a recitare o leggere versi, ma ho cercato dei format che permettessero alla mia fanbase di scoprire ‘Davide’. Non sono mai entrato nella mia sfera privata, in quella intima, ma voglio coinvolgerli nei miei progetti e nella mia vita. Condivido quello che reputo possa essere interessante e stimolante. Questo ha permesso di creare legami umani, e abbiamo sdoganato l’idea di follower e personaggio pubblico.
Se ti dovessi identificare con un libro, quale sarebbe?
Se mi dovessi identificare con un libro, sarebbe la saga de ‘Il Signore degli Anelli’. Non è la saga che ho letto più volte – in quel caso parlerei di Harry Potter – ma quella che riesco a definire casa.
Qual è la tua fonte di ispirazione?
La mia fonte di ispirazione principale è la lettura dei contemporanei: Alda Merini è l’esempio perfetto.
Ci sono progetti che hai fatto dei quali vai particolarmente fiero?
Uno dei progetti del quale sono più fiero è quello di aver dato forma, ideato un circolo letterario chiamato ‘Le ultime foglie di Alloro’. Questo progetto vede come protagonisti cinque giovani poeti, che in media hanno dai sedici ai vent’anni: Tommaso Fiammella, Sara Verdolino, Roberta Campagna, Martina Perla e Valeria Adamo.
Questi poeti lavorano insieme a me affinché si possa quanto più divulgare la letteratura tra di noi ed esternamente. Lavoriamo quotidianamente negli esercizi poetici e io li seguo e do loro spazio nei miei canali social per divulgare la loro arte.
Dove ti vedi tra 5 anni?
Tra cinque anni mi vedo come insegnante di letteratura al liceo, ma anche come scrittore conosciuto con almeno un romanzo pubblicato e altre due raccolte di poesia pubblicate. Spero di poter avere maggiori competenze nel poetry slam. E chissà magari lavorare anche con la mia voce.
Che consiglio daresti a chi vuole avvicinarsi a questo mondo?
A chi vuole avvicinarsi a questo mondo direi che non deve demordere. Deve offrire contenuti di qualità e puntare all’originalità. L’originalità è tutto. Ma soprattutto che non bisogna dimenticare di appartenere al mondo e di vivere il mondo quotidianamente. I social sono lo specchio della realtà.