Tocca a Pasquale Gangemi, Head of Operations, e a Pierluigi Tosto, SEO Specialist, rispondere a questa intervista abbinata a Pro Web Consulting (CERVED ON_ MARKETING SERVICES), incentrata sul presente, e soprattutto sul futuro, dell’AR/VR applicata in ambito marketing e retail.
Realtà aumentata e realtà virtuale: qual è la tecnologia più promettente per una diffusione di massa? Il fatto di dover scaricare una app può essere un limite effettivo alla penetrazione?
PT – Sicuramente l’AR è una tecnologia più innovativa e, pertanto, è quella che oggi ha maggiore potenziale. La realtà virtuale esiste praticamente dagli anni ’80 ma ha trovato poche applicazioni di reale utilità, rimanendo confinata nell’ambito dell’intrattenimento, delle attività ludiche e del video-gaming. Certamente, le due hanno punti di contatto ma sono profondamente diverse come concetto: la VR porta l’utente in un mondo diverso e fittizio, mentre la Realtà Aumentata si integra con il mondo reale, aggiungendo altri elementi che arricchiscono la vita vera con features utili e immersive.
In un mondo in cui il primato del mobile è ormai conclamato, l’AR non trova terreno fertile solo nelle App ma può sfruttare diversi canali di comunicazione, dalle SERP ai Social Network alla dimensione local. Inoltre, molte App popolari ormai l’hanno già integrata nel proprio servizio, quindi non serve nemmeno scaricare nulla di nuovo, un ottimo esempio sono alcuni nuovi filtri di Snapchat.
Abbiamo appena rilasciato un White Paper di approfondimento proprio su come integrare la Realtà Aumentata in una strategia SEO, scaricabile gratuitamente.
Come si dovrebbe guardare alla ‘mixed reality’? Potrebbe riunire il meglio delle due tecnologie precedenti o diventerà un esercizio fine a se stesso, privo di reale applicazione pratica?
PG – Qualche esperimento di ‘mixed reality’ è già stato fatto a livello internazionale. L’obiettivo è di riunire le due tecnologie VR e AR affinché si potenzino a vicenda per il bene del cliente, ma non sarà semplice farla decollare.
È necessario, infatti, trovare il favore del pubblico, altrimenti si rischia di fare flop, come già accaduto con un precedente di certo non di poco conto, ossia Facebook Spaces, un esperimento App che permetteva incontri VR-AR tra amici presenti sulla piattaforma social, chiuso a ottobre 2019.
Se persino un colosso come Facebook non è riuscito a centrare subito il format corretto per intercettare l’interesse dell’utente, allora forse è ancora troppo presto per questo. In effetti, AR e VR non sono ancora tecnologie adottate dalla massa nemmeno prese singolarmente, figuriamoci come mix. Come per tutte le cose innovative bisogna trovare la ricetta giusta, e i giusti tempi e modi, per metterle in pratica.
Augmented Reality e digital marketing: un’arena produttiva di possibilità di proficui incontri. Qual è la vostra visione al riguardo?
PG – La Realtà Aumentata non è un’astrazione futuristica ma un’opportunità reale per il marketing: essere tra i primi a integrare l’AR nella propria strategia di digital marketing significa comprendere che l’experience dell’utente è essenziale in relazione alle sue decisioni di acquisto, e che bisogna andare nella direzione di fornire elementi immersivi. Molti grandi brand internazionali – Google stesso, ma anche Amazon, Facebook, Nike e Ikea, per citarne alcuni – stanno testando campagne AR in punto vendita o sui social media, con ottimi risultati. Essendo una novità, l’AR ha un impatto maggiore sugli utenti rispetto a tecnologie già usate e abusate.
Muoversi oggi, velocemente, con soluzioni di realtà aumentata sul mercato italiano, vorrebbe dire acquisire un notevole vantaggio competitivo rispetto ai competitors.
L’applicazione dell’AR sulle SERP in Italia è ancora in fase sperimentale: le aziende interessate possono sottoporre il proprio caso a Google, che sta raccogliendo le adesioni per la sperimentazione, ecco perché i primi a muoversi avranno modo di essere anche i primi a ottenere risultati tangibili.
Pro Web Consulting sta studiando l’AR applicata alla SEO fin da maggio 2019, quando è stata annunciata al ‘Google I/O’ per il lancio di Google Lens, innovativa un’applicazione mobile scaricabile gratuitamente da Play Store, capace di leggere e tradurre testi o di potenziare le informazioni presenti sui menu dei ristoranti.
In generale, l’AR applicata alla SEO e al Digital Marketing può essere estremamente utile per i nostri clienti, ad alcuni l’abbiamo proposta e la stiamo testando insieme.
Goldman Sachs stima a 1,6 miliardi di dollari il mercato dell’AR nel 2025, per il solo settore retail negli Stati Uniti. A livello globale, come si strutturerà tale comparto? Sarà maggiore l’impulso all’eCommerce o al retail tradizionale? Nasceranno nuove forme ‘ibride’? Che cosa succederà in Italia?
PT – L’AR sta già impattando le vendite negli USA e arriverà a breve anche sui mercati del Vecchio Continente. Soprattutto l’eCommerce può trarne grandi vantaggi ma anche il retail tradizionale, particolarmente sulla dimensione local, ne beneficerà.
Ci sono già oggi eCommerce in tutto il mondo, dei maggiori brand, che permettono il virtual try-on, ossia il camerino digitale per ‘provare’ abiti e accessori.
L’AR è ibrida per definizione, quindi la convergenza tra online e offline è inevitabile: ad esempio, un punto vendita fisico può mettere a disposizione il virtual try-on senza avere il prodotto presente in negozio – pensiamo a un paio di scarpe di cui manchi uno specifico numero in magazzino – in modo tale che il cliente possa provarlo, per poi ordinarlo e magari farselo anche spedire a casa.
Pensando al nostro core business, quindi all’applicazione dell’AR nella strategia SEO, questa tecnologia del tutto nuova e immersiva può massimizzare le conversioni, perché fa leva sull’emotività, e un’esperienza utente di grande impatto porta più facilmente all’acquisto.
Essendo un elemento di grande novità e rottura rispetto ai normali risultati, le SERP in realtà aumentata porteranno certamente un notevole aumento del CTR su quei risultati.
I Social Media rappresentano un settore in netta crescita a livello globale. Come si possono ipotizzare le applicazioni della AR in tale ambito?
PT – Diverse piattaforme di social network stanno già testando funzionalità di AR, basti pensare ad alcuni nuovi filtri di Instagram o Snapchat. E non solo: grandi brand sempre all’avanguardia, come Nike, hanno già provato la potenza di questa nuova tecnologia nelle proprie campagne social, come è successo con il lancio delle Kyrie 4 Red Carpet, presentate su Facebook Messenger come modello 3D… che ha provocato il tutto esaurito delle scarpe nel giro di un’ora dalla messa online!
Guardando al futuro e ipotizzando un mondo totalmente digitalizzato, è immaginabile un momento in cui la realtà aumentata (o virtuale) sarà semplicemente la ‘realtà’ senza ulteriori aggettivi? Che cosa deve accadere perché questo avvenga?
PG – Il futuro è già qui: l’AR ha delle applicazioni nel mondo reale, attive già oggi, che possono diventare degli standard e semplificare la vita delle persone, in molti ambiti differenti. Pensiamo alla sanità: ci sarà la possibilità di eseguire operazioni chirurgiche a distanza, grazie all’AR, e oggi è già operativo il cosiddetto Vein Viewer, un dispositivo sanitario capace di proiettare le immagini delle vene dei pazienti direttamente sulla pelle, per rendere più semplici e mirate le operazioni di prelievo del sangue, la posa di cateteri venosi o le iniezioni.
Sul lato nostro, in un futuro molto prossimo le SERP di Google mostreranno risultati in realtà aumentata – in USA già sta succedendo – e questo avrà un potenziale enorme soprattutto per le industry del fashion, del design e arredamento, ma anche del DIY, immobiliare e travel.