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Presentato il Report 2019 dell’EDPB sulla protezione europea dei dati. Il 2020 sarà all’insegna dell’emergenza Covid-19

La protezione dei dati privati personali è considerata dell’Unione Europea un elemento cardine del proprio ordinamento, come dimostra la – sofferta ma efficace – approvazione del GDPR, che festeggia proprio oggi il secondo anniversario dell’entrata in vigore, e le discussioni in corso sull’ePrivacy e le sue conseguenza.

È quindi piuttosto curioso che il Rapporto sul 2019, rilasciato settimana scorsa dall’European Data Protection Board (EDPB), il Comitato Europeo per la Protezione dei Dati, sia stato accolto con così poco entusiasmo, rischiando nei fatti di passare quasi inavvertito: dall’altra parte la pandemia Covid-19 in corso fa invecchiare istantaneamente tutti i dati raccolti solo pochi mesi fa, anche quelli legati a valori fondanti quali la Data Protection e la Privacy. Basti pensare ai dibattiti che si sono scatenati in molti paesi europei, con l’Italia in prima fila, sulla futura app per il tracciamento dei contatti e l’ingresso in campo di sue giganti quali Google e Apple, entrambi non soggetti in linea di principio alle norme europee, per avere un’idea della complicazione multidisciplinare dell’argomento.

Eppure, paradossalmente, lo scopo principale del Report annuale 2019 consiste proprio nel fornire agli Stati membri dell’UE linee guida per la salvaguardia del diritto fondamentale della protezione dei dati personali, lasciando nel contempo aperto il dibattito per la consultazione pubblica.

Nel dettagli, sono state elaborate cinque nuove linee guida rivolte ai codici di condotta e agli organismi di monitoraggio a livello europeo (in linea con quanto previsto dal GDPR), introducendo delucidazioni sul trattamento e l’elaborazione dei dati personali in diverse circostanze, in particolare in aree come la fornitura di servizi online, il trattamento di dati personali attraverso dispositivi video, sui principi di Privacy by design e by default e del diritto all’oblio sui motori di ricerca. Tutti argomenti di grande attualità, che saranno definite prevedibilmente nel corso del prossimo autunno.

Il Report annuale 2019 fa inoltre riferimento all’impegno dell’EDPB nella revisione congiunta del Privacy Shield che regola il trattamento e lo scambio dei dati tra Europa e USA, con particolare riferimento ai dati personali usati in occasione di campagne elettorali.

Il Report Annuale 2019 ha quindi aggiornato la sue posizioni per quanto concerne gli obiettivi per l’anno in corso, alla luce dell’emergenza Covid-19, per la quale ha fornito le linee guida per la protezione dei dati personali nei casi di B, e per il trattamento e l’elaborazione di dati sanitari ai fini di ricerca scientifica, mentre ribadisce la necessità di intensificare l’impegno sul terreno delle tecnologie avanzate (tra cui veicoli connessi, blockchain, intelligenza artificiale, assistenti digitali), che impongono livelli sempre più sfidanti nell’individuazione di norme che assicurino la protezione dei dati e tutelino le libertà individuali delle persone.

Per chi fosse interessato, il Report annuale 2019 è disponibile gratuitamente qui.