Interactive

Nuove generazioni e Coronavirus, la survey del Next Gen Lab di Cimiciurri

Cimiciurri, la creative media agency specializzata sulle nuove generazioni, grazie al Next Gen Lab, Osservatorio permanente che analizza costantemente le evoluzioni di scenario del target di riferimento, ha condotto un’’indagine sui giovani di età compresa tra i 13 e i 35 anni, utilizzando i social e le community per intercettarli, adottando un linguaggio e contenuti consoni al loro stile e tono di voce per capire come sono cambiate idee e abitudini dei giovanissimi a causa dell’’emergenza Covid-19.
L’’osservatorio si avvale di strumenti come ricerche etnografiche, l’’utilizzo di 3 differenti tool di buzz monitoring e un panel a disposizione di oltre 90 community dedicate a GenZ e Young Adults con più di 50 milioni di fan, grazie ai quali intercetta settimanalmente insight e trend utili per sviluppare strategie e contenuti rilevanti per il target delle new generations.
L’’indagine ha registrato una partecipazione importante; hanno infatti risposto più di 6.500 giovani tra ragazzi (47%) e ragazze (53%) residenti tutta Italia (31% Nord-Ovest; 32% Nord-Est; 20% Centro; 12% Sud e 5% Isole), di una fascia di età compresa tra i 13 e i 35 anni così suddivisa: 25% tra 14 e 17; 63% tra 18 e 24; 12% tra 25 e 35.
““Il 66% di completamento di una survey superiore alle 20 domande è un risultato straordinario, in situazioni normali solitamente la percentuale di completamento è inferiore al 30%”, afferma nella nota Sandro Marchetti, Amministratore di Cimiciurri. “Questo grazie a un lavoro certosino in fase di formulazione delle domande utilizzando tone of voice e codici di comunicazione affini al target. Un altro dato a conferma di questo, considerando che questa generazione ha un attention span di soli 3 secondi, segnaliamo che la nostra survey è riuscita a mantenere l’’attenzione dei compilatori per circa 7 minuti”.
Dalla ricerca emergono molti dati interessanti e inaspettati: ad esempio il panel ci restituisce i profili femminili più preoccupati dell’’emergenza (90% contro il 55% dei ragazzi), mentre nel confronto GenZ-Millenials i primi approvano le restrizioni da parte del Governo che i Millennials invece giudicano troppo drastiche (31% contro il 19% della GenZ).
Sempre nel confronto GenZ e Millenials, dalla ricerca emerge una grande maturità dei primi, di cui solo il 19% reputa le restrizioni da parte del Governo troppo drastiche, contro il 31% dei Millennials, e un forte ottimismo dal momento che per il 62% degli “Under” crede che si tornerà alla normalità tra due mesi, mentre per gli ‘Over’ hanno una visione più pessimista vedendo la fine dell’’emergenza tra sei mesi (53%).
I giovani: i più realisti nell’’emergenza, ma con uno sguardo ottimistico rivolto al futuro
Nonostante le loro giornate siano cambiate radicalmente dall’’inizio dell’’emergenza, dalla ricerca emerge forte e chiaro il senso di ottimismo verso il futuro. Il 48% degli intervistati è infatti convinto che saremo fuori dalla pandemia tra due mesi e che, superata la situazione, ci saranno una maggiore considerazione delle emergenze sanitarie (55,8%) e un accresciuto senso di unione e compattezza (36,4%), anche se difficilmente si dimenticherà la sensazione di sentirsi isolati o di fuggire da un pericolo imminente (50,7%).
Istruzione ai tempi del coronavirus: ai giovani mancano i banchi di scuola
Tra i vincoli imposti dalla quarantena, a pesare di più per il 58,6% dei giovani è il divieto di spostamento, e quindi anche viaggi, vacanze e gite fuori porta; seguono la chiusura di ristoranti, bar e pub per il 41,4%, di scuole e università per il 37,9% e infine la chiusura di impianti sportivi e palestre (29,6%). Se la mancanza di svago e divertimenti si fa sentire, colpisce l’’attenzione che però al 3° posto delle attività durante l’’isolamento c’è lo studio (64,37%).
In tempo di Coronavirus la TV è il primo mezzo di informazione anche per i giovani.
Per la generazione della web tv e dei social media, al primo posto per quanto riguarda le attività preferite durante l’’isolamento ci sono le maratone film e serie tv (70%), lo studio e i social media (64% per entrambe). Seguono la musica (48%), i videogiochi (42%) lo sport in casa (40%) e la lettura (38%). Il Coronavirus ha portato una mini rivoluzione anche nella scelta dei media per informarsi: la televisione assurge a mezzo preferito dalla new generation (90%) per informarsi in tempo di Coronavirus, i social seguono al secondo posto (73%), tallonati dalla stampa online (al 65%).
I giovani approvano e applicano i provvedimenti del Governo. Bocciata invece l’’opposizione, accusata di essere irresponsabile e polemica. Un trionfo per Conte.
Il campione concorda con le misure del Governo (68,38%) e dichiara di applicarle: alla domanda sugli accorgimenti adottati ben l’89,42% risponde l’’autoisolamento in casa e il 67% la sospensione dei contatti fisici.
Se il Governo supera brillantemente l’’esame dei giovani, il giudizio sulle forze di opposizione non lascia dubbi: l’83,78% del campione boccia per differenti motivi l’’operato dell’’opposizione, la prima accusa è l’’irresponsabilità delle polemiche fine a loro stesse (48,57%), seguita dall’’inappropriatezza della gestione della comunicazione (36,15%). Un target quindi che capisce quando è il momento di unirsi e fare gruppo senza sterili e funzionali polemiche. Passando dal Governo al Presidente Conte il giudizio positivo si consolida senza dubbi: il 69,37%, dà un giudizio buono sul suo operato e il 24,66% di eccellenza.
Malgrado i politici, i giovani credono ancora nella politica e soprattutto in quella europea.
Un ultimo aspetto distintivo dei giovani d’oggi è la fiducia nell’’Unione Europea: alla domanda su a chi affiderebbero il rilancio dell’’immagine del Paese, la soluzione che ha ottenuto il maggior consenso è proprio l’’istituzione europea (37,9%), spesso vituperata dai politici che si dichiarano più vicini ai giovani. Questo è uno dei dati in cui c’è più differenza con i Millenials che all’’Unione europea danno solo il 28%. E al secondo posto i giovani si affidano ancora (e malgrado tutto) alla politica nazionale (30%). I Millenials sono più confidenti nei connazionali, infatti la loro fiducia sale al 38%.