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Nel 2023 la sfida tra TikTok e Netflix negli USA raggiungerà il suo acme. Sempreché il Congresso non ci metta uno zampino…

Netflix contro TikTok è lo scontro a cui tutti vorranno assistere nel 2023, per lo meno negli Stati Uniti. Come è noto, al momento Netflix domina largamente quando si tratta del numero di spettatori e del tempo di visione. Ma il vantaggio di TikTok in termini di entrate pubblicitarie rappresenta un ostacolo difficile da superare per il gigante dello streaming.

Passando a esaminare i vari aspetti più nel dettaglio, emerge da i dati che i video brevi non stanno scomparendo. Secondo infatti le cifre fornite da Horowitz Research dell’aprile 2022, più di due terzi degli spettatori di contenuti televisivi statunitensi, di età compresa tra i 18 e i 34 anni, guardano quotidianamente video di breve durata e altri contenuti non televisivi.

Secondo le previsioni di eMarketer, poi, nel 2023 gli adulti statunitensi passeranno in media 40 minuti al giorno a guardare video social (per semplicità anche TikTok viene così caterìgorizato, nonostante la  sua definizione corretta sia ‘entertainment platform‘, non social media). Ciò equivale a più del 5% del tempo media giornaliero dedicato a tutti i media.

Ma gli spettatori adulti statunitensi passeranno comunque più tempo a guardare Netflix di quanto ne dedicheranno a TikTok o YouTube fino al 2024. Netflix ha anche un notevole vantaggio in termini di spettatori totali. I suoi utenti mensili supereranno i 172 milioni negli Stati Uniti nel 2023, rispetto ai circa 102 milioni di TikTok. Nel 2023, tuttavia, i ricavi pubblicitari di Netflix saranno una frazione di quelli di TikTok. Nel suo primo anno completo di vendita di pubblicità, lo streamer genererà solo 830 milioni di dollari negli Stati Uniti, contro i 6,83 miliardi di dollari di TikTok nello stesso mercato.

Ma su questa sfida continua ad aleggiare una grande incognita: il possibile intervento degli Enti regolatori USA. Che l’app di proprietà della cinese ByteDance Ltd non riscuota grande consenso fra la Authority americane è un fatto risaputo. E risale ai tempi in cui Donald Trump, nemico dichiarato degli short video cinesi, era il Presidente che quasi impose una vendita dell’app a una società americana. Sfuggita per il rotto della cuffia a questa minaccia grazie alla tattica dilazionatoria adottata dalla piattaforma cinese e all’elezione di Joe Biden, le più recenti iniziative del Congresso mostrano che il pericolo è lungi dall’essere svanito. Ad esempio una recente proposta di legge bipartisan, firmata dal repubblicano Mike Gallagher e dal democratico Raja Krisnamoorthi, vuole tutte bloccare tutte le transazioni da qualsiasi società di social media (e simili) che agisca sotto l’influenza (e ovviamente di proprietà) di Cina o Russia.

Per il 2023 la sfida si presenta più accesa e più articolata che mai: noi che come europei non siamo, more solito, parti in causa, possiamo preparare i popcorn.