L’Information Technology italiana nel 2022 stupisce con una crescita del 7% (30,77 miliardi di euro), in netta controtendenza rispetto all’economia generale. E questo avviene nonostante le pressioni inflazionistiche, la crisi energetica, i cambiamenti politici e le conseguenze della guerra in Ucraina. È il segnale che c’è stata una svolta nel mindset nazionale: le imprese italiane scelgono di continuare a investire in prodotti e servizi digitali, perché hanno capito che sono indispensabili per garantire produttività, agilità e competitività.
Questo il messaggio di sintesi che emerge dalla presentazione dell’aggiornamento dei dati 2022 dell’Assintel Report, la ricerca sul mercato ICT in Italia realizzata da Assintel – Associazione Nazionale delle Imprese ICT e Digitali – insieme alla società di ricerca indipendente IDC Italia, con la sponsorship di Confcommercio, Grenke e Intesa Sanpaolo.
“Questi dati sono la dimostrazione che il Digitale può essere la variabile anticiclica che ci serve per fronteggiare le difficoltà, ma ora non possiamo permetterci di sprecare questo boost”, commenta in una nota Paola Generali, Presidente Assintel. “I temi su cui vogliamo ingaggiare il nuovo Governo sono legati alla governance della transizione digitale. La tecnologia è uno dei fattori abilitanti più potenti che abbiamo a disposizione per una crescita del nostro Paese sia a livello economico che sociale. Ci sono i progetti del PNRR da presidiare e mettere a terra, e soprattutto c’è il tema delle micro, piccole e medie imprese, che vanno sostenute e incentivate con nuove regole attraverso cui farle accedere ai bandi per la digitalizzazione e l’innovazione, agevolando ex ante gli investimenti”.
Lo sguardo complessivo sul settore ICT, che include anche le TLC, mostra che la spesa delle imprese italiane cresce nel 2022 del 5,4% rispetto al 2021, raggiungendo i 36,3 miliardi di euro. Anche le stime per il 2023 seguono questo trend, arrivando a prevedere il superamento di quota 38 miliardi di euro per il nuovo anno.
La spesa per l’IT è quella che contribuisce maggiormente a questo andamento (Il CAGR 2021-2023 è del +6,8%), mentre al contrario, nello stesso arco temporale, il valore del mercato business dei servizi di telecomunicazioni continuerà a diminuire (CAGR -3,5%), influenzato ancora dalla contrazione dei prezzi dovuta alla battaglia competitiva degli operatori.
Il dettaglio sull’IT ci restituisce un mercato che investe in progetti strutturati e di ampio respiro, considerando che il 48% di esso è costituito da grandi imprese, che hanno le capacità e l’organizzazione per farlo. In particolare, i Servizi IT, dedicati allo sviluppo, all’integrazione e alla gestione di sistemi e applicazioni, crescono perché orientati a migliorare la resilienza dell’infrastruttura digitale: l’anno si chiuderà a quota 12,1 miliardi di euro, +6,2% rispetto allo scorso anno. La spesa per il Software ha la crescita più sostenuta (+10%, pari a 9,6 miliardi di euro), seguito dall’Hardware (+6,4%, pari a 9 miliardi di euro): entrambi continuano a sostenere l’evoluzione del lavoro da remoto, la migrazione verso il cloud e la trasformazione dei data center, anche qui per effetto di grandi progetti di trasformazione digitale.
Le tre priorità di innovazione nei prossimi dodici mesi sono la modernizzazione delle infrastrutture e delle applicazioni aziendali verso piattaforme cloud, il miglioramento della resilienza digitale delle infrastrutture e della sicurezza e compliance normativa.