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Nasce l’Associazione Italiana Content & Digital Creators, rappresenta un comparto che conta oltre 350mila professionisti. La Presidente Sara Zanotelli: “Chiediamo al Parlamento e al Governo una proposta di legge per l’approvazione di un codice di regolamentazione e tutela del settore”

AICDC

Si è tenuto ieri mattina a Roma, alla presenza del Vicepremier e Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, ‘C come economy – Il content creator: un futuro già presente’, evento che segna la nascita ufficiale dell’Associazione Italiana Content & Digital Creators.

“Chiediamo al Parlamento e al Governo una proposta di legge per l’approvazione di un codice di regolamentazione e tutela di un settore completamente nuovo e fin troppo a lungo lasciato senza un impianto normativo adeguato. L’Associazione fornirà a breve una proposta”, ha esordito Sara Zanotelli, Presidente dell’Associazione Italiana Content & Digital Creators.

“I governi e le imprese sono chiamati a investire per sostenere il passaggio ai lavori del futuro attraverso l’istruzione, la riqualificazione e le strutture di sostegno sociale che nel futuro del lavoro possono garantire centralità agli individui”, ha scritto in un messaggio Adolfo Urso, Ministro delle imprese e del made in Italy. “A riprova della proiezione del MIMIT verso l’economia del futuro, vi ricordo che nella Legge di bilancio abbiamo previsto 3 collegati dedicati ai settori del domani: uno per la blue economy, uno per la space economy e infine uno per le tecnologie di frontiera per le quali voi potete essere paladini e divulgatori”.

L’Associazione guidata da Sara Zanotelli, è nata quest’anno per rappresentare un comparto, quello della creator economy, che conta oltre 350mila professionisti e che, secondo le stime di I-Com, ha un potenziale giro d’affari di 2,55 miliardi di euro. Capillare anche la penetrazione: il 76% della popolazione italiana segue almeno un influencer, 21 milioni di italiani almeno tre e 7 arrivano a oltre dieci. Complessivamente, il 57% di italiani dichiara di essere sempre interessato ai prodotti consigliati dagli influencer.

Si sono già uniti all’Associazione 250 creator, capitanati da Khaby Lame, forte di 160 milioni di followers su TikTok e primo su Instagram con 80 milioni di followers, Luca Campolunghi, Sespo, Giulia Latini, Gabriele Vagnato, Klaus, Cartasegna, Samara Tramontana, Andrea Muzzi e Ignazio Moser.

Dall’etica alla normativa, dalla comunicazione alla dimensione artistica, ‘C come Economy’ si è articolato in cinque panel, a cui sono intervenuti, tra gli altri, anche Claudio Durigon, Sottosegretario di Stato al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Massimiliano Capitanio, Commissario AGCOM, Massimo Camisasca, Direttore generale ISTAT, Stefano da Empoli, Presidente I-Com, Alessandra Ghisleri, Direttrice EuroMedia Research, Paolo Boccardelli, Direttore Centro di Ricerca LUISS, Paola Frassinetti, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Istruzione e del Merito, Raffaella Paita, Coordinatrice nazionale Italia Viva, Michele Sciscioli, Capo Dipartimento politiche giovanili e servizio civile universale e Antonio Affinita, Direttore generale MOIGE.

Un codice etico per gli influencer

Dominante, nel corso del convegno, è stato il tema dell’etica, per il quale diventa sempre più necessario introdurre un codice dedicato che sovraintenda sulle implicazioni potenzialmente dannose specie per le categorie più fragili. È in questo quadro che è stato presentato il codice etico di AICDC, un insieme di linee guida definite collegialmente da tutti i professionisti che hanno aderito all’Associazione e che individuano regole chiare, procedure e valori morali a cui ci si potrà uniformare.

Molto diffusi, infatti, anche i casi di cyberbullismo e hate speech: nella ricerca elaborata da MOIGE ‘Dieta mediatica e cyberbullismo’ il 31% dei ragazzi intervistati dichiara di aver subito ‘prepotenze’ online. Una media che resta invariata al cambiare dell’età: i giovani che riconoscono di averle subite ‘qualche volta’, escludendo quindi le vittime sistematiche, è pari al 20% nella fascia d’età 6-10 anni, percentuale che sale al 21% nella fascia 11-14 e al 23% in quella 15-18. Il 45% dei ragazzi dichiara di aver assistito a episodi di prepotenza online e il 34% conosce qualcuno, a scuola o fuori dalla scuola, che è stato vittima di cyberbullismo.

“Il comparto della creator economy sta diventando sempre più rilevante nel quadro dell’economia italiana”, ha sottolineato a margine dell’evento Sara Zanotelli. “Ed è per questo che, anche in linea con le indicazioni dell’Agcom, si rende più che mai necessario avviare un dibattito etico e legislativo sulla professionalizzazione della categoria. Con le istituzioni oggi abbiamo avviato un confronto, e siamo pronti ad applicare con i nostri associati il codice etico che abbiamo presentato per la prima volta in questa sede, strumento che ci permette di certificare a tutti i livelli la validità dei creator che fanno parte di AICDC”.

“Attraverso questa associazione, vogliamo rivolgerci a tutti i professionisti della creator economy”, ha commentato Mauri Valente, Vicepresidente dell’Associazione Italiana Content & Digital Creators. “Non solo ai frontman, agli influencer e ai creativi digitali, ma anche a tutto il vasto ecosistema che ruota intorno: dai manager alle agenzie, che si confrontano ogni giorno con una professione le cui dimensioni e i cui confini sono ancora molto sfumati”.

L’Osservatorio sulla Creator Economy

Durante l’evento è stata inoltre annunciata la nascita dell’Osservatorio sulla Creator Economy, in collaborazione con I-Com, Istituto per la Competitività e il Centro di Ricerca in Strategic Change ‘Franco Fontana’ della LUISS. L’iniziativa nasce con l’obiettivo di analizzare la dimensione in termini economici e occupazionali del mercato dei creator di contenuti digitali in Italia e di elaborare proposte di policy da sottoporre ai decisori politici per indirizzare lo sviluppo del settore a beneficio del Paese. L’Osservatorio è sostenuto da Digit’Ed, primo polo di formazione in Italia e uno dei maggiori player del settore a livello europeo, e da Nextalia, società di gestione del risparmio, costituita con l’obiettivo di investire nelle eccellenze italiane per accelerarne il percorso di crescita sostenibile.