Microsoft si espande nel settore dei videogiochi con l’acquisizione di Activision Blizzard per 68,7 miliardi di dollari. L’operazione è interamente in contanti ed è stata già approvata dai CdA delle due società. Con questa operazione Microsoft diventerà il terzo gruppo al mondo per ricavi nella produzione di videogiochi, dopo Tencent e Sony. Nella library di Activision figurano serie iconiche di giochi, quali ad esempio Call of Duty, Skylanders, World of Warcraft, Candy Crush e Doom.
L’acquisizione accelererà i piani di Microsoft per il Cloud Gaming, consentendo a più persone in più luoghi del mondo di partecipare alla community Xbox utilizzando telefoni, tablet, laptop e altri dispositivi.
La notizia potrebbe chiudersi qui ma, trattandosi di uno dei giganti della big tech, transitato peraltro dall’epoca dello stand alone pc – anni ‘80 del secolo scorso – a quella di internet e dell’online senza perdere sostanzialmente smalto, l’acquisizione merita anche qualche commento di analisi.
Partendo innanzitutto dal prezzo: l’acquisto è costato a Redmond 95 dollari per azione, con un premio del 45% sulla chiusura dei titoli Activision venerdì scorso. Un prezzo che, nonostante il considerevole premio di maggioranza, si può considerare più che congruo: nell’ultimo anno Activision Blizzard aveva infatti dovuto fare i conti con un dimezzamento del valore delle proprie azioni anche per uno scandalo legato a episodi di maltrattamenti e molestie sessuali all’interno dell’azienda, che ha portato a cause davati ai tribunali della in California. Secondo alcune testimonianze le molestie coinvolgerebbero, per lo meno indirettamente, anche il CEO Bobby Kotick, alla guida dell’azienda da 30 anni, che sarebbe stato a conoscenza degli episodi di molestie per lungo tempo e non ne avrebbe mai parlato al consiglio di amministrazione.
Al riguardo Satya Nadella, attuale CEO di Microsoft, è stato chiaro, confermando nell’incarico Kotick, ma affermando esplicitamente che: “dopo avere chiuso l’accordo, avremo molto lavoro da fare per proseguire nella costruzione di un ambiente dove ciascuno possa dare il proprio meglio al lavoro”. Solo il tempo dirà se queste affermazioni sono solo interlocutorie, in attesa di trovare uno scivolo ‘onorevole’ verso le dimissioni per il CEO di Activision, o rappresenti un vero cambio di passo in un’azienda investita negli USA dal ciclone mediatico ‘me too’, capace di abbattere dal loro trono – colpevoli o meno – amministratori delegati, venture capitalist e principi reali.
Commentando comunque l’ingresso in forze di Microsoft nei video giochi, viene spontaneo chiedersi quanto abbia pesato il ‘complesso del secondo arrivato’: nonostante il successo di mercato e di vendite, infatti, è da sempre che la console di Redmont, la Xbox, arriva regolarmente dopo il cavallo di battaglia di Sony, la Playstation. Né le cose cambiano guardando all’online. PlayStation Network è davanti all’Xbox Live Gold in ogni classifica.
Per non parlare di Mixer, il concorrente di Twitch (Amazon), che aveva terremotato il mercato dei player professionisti con un’offerta-monstre (subito accettata, peraltro) di 50 milioni di dollari a Ninja, uno dei più forti giocatori mondiali di Fortnite, e che ha poi chiuso ingloriosamente a giugno 2020, confluendo in Facebook Games.
Questa volta l’acquisizione però sembra proprio un caso di scuola: ‘If you can’t beat it, buy it’: non solo arrampicandosi così al terzo posto globale (di nuovo…) del comparto, ma posizionandosi per sfruttare al meglio la rivoluzione prossima ventura, quella del Web3 e del metaverso. Rivoluzione concettualmente aperta qualche mese fa da Meta (ex Facebook) e che vede il gruppo di Zuckerberg all’avanguardia con il lancio negli USA e in Canada di Horizon Worlds, il social network in VR per i possessori dei visori Quest 2 al di sopra dei 18 anni.
Non proprio ancora il metaverso fatto e finito, ma qualche cosa pericolosamente vicino a una sua forma ancora rudimentale. Non c’è tempo da perdere. E Microsoft sembra averlo capito, forte anche del suo cloud Azure, al secondo posto (ancora) dopo l’irraggiugibile AWS. Il primo passo sarà a breve, con il lancio del social The Mesh per Teams, un ‘metaverso’ per lavorare insieme anche a distanza e superare le barriere linguistiche grazie all’intelligenza artificiale. Poi seguirà (o si allargherà) il ‘metaverso per giocare‘ con il gaming online su cloud in arrivo da Activision Blizzard.
Basterà tutto questo a vincere la sfida, ancora implicita?