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Meta non lancerà nell’Unione Europea il suo nuovo modello multimodale di intelligenza artificiale Llama 3. In preparazione una versione ‘solo testo’ per gli utenti europei

Meta Llama 3
di Massimo Bolchi

Meta, la società madre di Facebook, Instagram e WhatsApp, ha confermato che non lancerà il suo modello di intelligenza artificiale multimodale Llama 3 nell’Unione Europea a causa delle preoccupazioni per il contesto normativo ‘imprevedibile’: un chiaro riferimento a quello che è accaduto all’inizio di luglio, quando la Commissione ha accusato la società di social media di aver violato il nuovo regolamento del DMA, costringendo gli utenti di Facebook e Instagram a scegliere se vedere gli annunci pubblicitari personalizzati o pagare per evitarli.

“Meta ha ora la possibilità di esercitare i propri diritti di difesa esaminando i documenti del fascicolo d’indagine della Commissione e rispondendo per iscritto alle conclusioni preliminari della Commissione”, aveva scritto in una comunicato la Commissione Europea, ventilando comunque la possibilità, in caso di conferma della accuse, di imporre multe fino al 10% del fatturato globale dell’azienda: tali multe potrebbero arrivare al 20% in caso di violazione ripetuta e portare a sanzioni più estreme quali “obbligare [l’azienda] a vendere un’attività o parti di essa o vietarle l’acquisizione di ulteriori servizi legati alla non conformità sistemica”.

Meta, in realtà, aveva iniziato lo scorso novembre a dare agli utenti europei la possibilità di pagare per avere versioni di Facebook e Instagram prive di pubblicità, per omologarsi a DMA: 10 euro (10,75 dollari) al mese per evitare di essere bersagliati da annunci basati sui loro dati personali. Il gigante tecnologico statunitense aveva introdotto l’opzione dopo che l’Unione Europea aveva stabilito che Meta “deve ottenere il consenso” prima di mostrare annunci agli utenti, in una decisione che minacciava il suo modello di business che consiste nell’adattare gli annunci in base agli interessi online e all’attività digitale dei singoli utenti.

Ma, per lo meno secondo la Commissione, questa soluzione è un semplice escamotage, poiché il modello pubblicitario ‘pay or consent’ di Meta violerebbe le norme del Digital Market Act dei 27 Paesi dell’Unione, non prevedendo forme per consentire agli utenti di optare per un servizio utilizzante una quantità minore di dati personali, ma che sia altrimenti equivalente a quello basato sugli annunci personalizzati. .

Di fronte al continuo disagio per gli ostacoli che si frappongono sul suo cammino, a causa dell’introduzione leggi come il Digital Markets Act (DMA) e l’imminente EU AI Act, Meta avrebbe deciso uno ‘stop’ della sue attività legate all’artificial intelligence in Europa. Molte altre aziende USA condividono questa riluttanza a lanciare prodotti nell’Unione a causa di quelle che sono considerate condizioni sfavorevoli.

“Nei prossimi mesi rilasceremo un modello multimodale di Llama, ma non nell’UE a causa della natura imprevedibile del contesto normativo europeo”, ha infatti dichiarato un portavoce di Meta, sottolineando l’attrito tra le big tech e Bruxelles, non rifuggendo però, in cauda venenum, dal lanciare una stoccata ai principali concorrenti, quali Google e OpenAI che si starebbero già allenando sui dati europei, incuranti se le loro pratiche siano compliant (o meno) con il GDPR e le altre normative della UE.

Meta aveva annunciato a maggio l’intenzione di utilizzare i post pubblicamente disponibili degli utenti di Facebook e Instagram per addestrare i futuri modelli di AI, inviando più di 2 miliardi di notifiche agli utenti dell’UE, offrendo la possibilità di rinunciare, prima dell’inizio dell’addestramento. Meta prevedeva di incorporare i nuovi modelli multimodali, in grado di ragionare su video, audio, immagini e testo, in un’ampia gamma di prodotti, tra cui gli smartphone e gli occhiali intelligenti Meta Ray-Ban.

L’azienda ha afferma di aver informato le autorità di regolamentazione dell’UE con mesi di anticipo rispetto all’annuncio pubblico e di aver ricevuto solo un feedback minimo, a cui ha risposto nelle forme dovute. Ma a giugno, dopo aver annunciato pubblicamente i suoi piani, Meta ha ricevuto l’ordine di sospendere la formazione sui dati dell’UE, e, un paio di settimane dopo, ha ricevuto decine di domande da parte della autorità di regolamentazione della privacy provenienti da tutta la regione.
Un portavoce di Meta ha affermato che le autorità di regolamentazione europee stanno impiegando molto più tempo per interpretare le norme esistenti rispetto alle loro controparti in altre regioni. Il Regno Unito, ad esempio, ha una legge quasi identica al GDPR, ma Meta afferma di non notare lo stesso livello di incertezza normativa, tant’è che prevede di lanciare il suo nuovo modello Llma 3 per gli utenti britannici.

Meta spiega che la sua decisione attuale comporta anche che le aziende europee non potranno utilizzare i modelli multimodali, anche se sono stati rilasciati come ‘open source’. Inoltre, potrebbe impedire alle aziende al di fuori dell’UE di offrire in Europa prodotti e servizi che utilizzano i nuovi modelli multimodali vietati nella UE. L’azienda sta inoltre pianificando di rilasciare presto una versione di solo testo del suo modello Llama 3, che sarà resa disponibile per i clienti e le aziende dell’UE, secondo le ultime dichiarazioni di Meta.