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L’85enne Giuliano Amato a capo della commissione consultiva sull’impatto dell’AI sull’informazione. In UK l’omologo è l’ingegnere 38enne Ian Hogarth. Intanto L’AI si è già addestrata senza regole

giuliano amato

Che il contesto italiano relativo all’artificial intelligence si complica sin dall’inizio, complice la nomina quasi contemporanea di due Commissioni, una che chiameremo per brevità ‘Commissione Algoritmi’ la cui presidenza, non senza iniziali resistenza in seno al Governo, è andata all’ottantacinquenne Giuliano Amato, già Premier e Presidente della Corte Costituzionale, e l’altra, un comitato di 13 esperti per guidare la strategia nazionale sull’intelligenza artificiale, guidata dal sottosegretario con delega all’innovazione Alessio Butti.

La seconda, la cui istituzione è stata di un solo giorno precedente alla prima, ha tempo fino al 31 gennaio 2024 per stilare una serie di indirizzi nel campo dell’intelligenza artificiale da fornire al Governo ed è costituita da Gianluigi Greco, direttore del dipartimento di Matematica e informatica presso Università degli Studi della Calabria, come coordinatore, cui fanno corona l’astrofisica Viviana Acquaviva; padre Paolo Benanti, docente presso la Pontificia università gregoriana; il prorettore dell’università di Torino, Guido Boella; Virginio Cantoni, docente emerito dell’università di Pavia; la presidente del Consiglio nazionale delle ricerche, Maria Chiara Carrozza; Rita Cucchiara, docente dell’università di Modena e Reggio Emilia; Agostino La Bella, docente dell’università di Tor Vergata; Silvestro Micera, docente all’Ecole polytechnique fédérale de Lausanne; Giuliano Noci, prorettore del Politecnico di Milano; Edoardo Carlo Raffiotta, avvocato costituzionalista; Ranieri Razzante, docente di tecniche e regole della cybersecurity presso Università Suor Orsola Benincasa, Marco Camisani-Calzolari, giornalista esperto di digitale, già consulente per la comunicazione del team di Butti.

La ‘Commissione Algoritmi’ invece lavorerà su un report da consegnare al Governo sull’impatto dell’intelligenza artificiale sul mondo dell’informazione e dell’editoria, suggerendo eventuali interventi legislativi. Ne fanno parte per lo più docenti universitari, oltre ad Amato, tra i quali Francesco Bonchi, Direttore della ricerca presso Centai (Centro per l’intelligenza artificiale), Giuseppe De Pietro, Direttore dell’istituto di calcolo e reti ad alte prestazioni del Cnr e presidente della fondazione Future Artificial Intelligence Research (Fair) che gestisce il partenariato nazionale sull’Intelligenza Artificiale, e Roberto Sommella, esperto di editoria, e tra i loro obiettivi vi è il confronto con le associazioni coinvolte nel mondo dell’informazione come, tra le altre, Fnsi, Odg Nazionale, Fieg, Segreterie nazionali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil. Si può immagine la rapidità di questi confronti, con l’AI che è già attiva, addestrata sul lavoro di giornalisti, scrittori e produttori di contenuti italiani, senza alcuna tutela o intervento legislativo.

Le iniziative del Governo italiano, per la verità piuttosto farraginose, si inseriscono all’interno di un contesto più ampio di regolamentazione dell’intelligenza artificiale: un tema con cui tutti le istituzioni al mondo si stanno confrontando. Tra quelle virtuose c’è l’Unione Europea: il percorso dell’IA Act è iniziato addirittura nel 2021. La proposta di legge, approvata a giugno 2023 dal Parlamento Europeo, definisce, tra le altre cose, una serie di limitazioni agli usi dell’IA. Mentre gli USA sono per ora più orientati verso un’adesione volontaria da parte delle grandi aziende tecnologiche (Google, Meta, OpenIA) a una serie di princìpi etici di base.

In UK, invece, l’omologo (più o meno) di Amato è un’autorità di spicco nel campo dell’IA, Ian Hogarth, che coautore del rapporto annuale State of AI sui progressi dell’IA. Ian, ingegnere ed informatico, è anche visiting professor presso l’University College di Londra e ha una solida esperienza nell’imprenditoria tecnologica.

Il punto, sulla Commissione algoritmi, non è solo la scelta di Giuliano Amato per la Presidenza: è soprattutto l’istituzione di un organo meramente consultivo, chiamato a dare un parere su una situazione in cui, ancora una volta, l’innovazione digitale ha già lasciato tutti ampiamente indietro. E se non bastasse, c’è anche l’indagine conoscitiva sull’intelligenza artificiale, che punta la lente sui possibili risvolti, positivi o negativi, per il mondo produttivo. Nata dall’iniziativa del leghista Alberto Gusmeroli, presidente della Commissione Attività produttive della Camera, ha preso il via il 19 settembre 2023.

Buon lavoro a tutti…