di Monica Gianotti
Più di 28.500 (a oggi) creativi del mondo dell’arte, del cinema, della musica e dell’editoria hanno firmato una dichiarazione pubblica che si oppone all’uso senza licenza di opere protette da copyright per l’addestramento di modelli di intelligenza artificiale generativa (AI).
Tra gli artisti che hanno condiviso la loro firma ci sono gli autori Kate Mosse, Kazuo Ishiguro e Ann Patchett, Björn Ulvaeus degli ABBA, gli attori Julianne Moore e Kevin Bacon, la rockstar Robert Smith, tutti e cinque i membri dei Radiohead, il compositore/conduttore Sir John Rutte e molti altri.
Alla petizione hanno aderito anche numerose organizzazioni e associazioni da tutto il mondo, tra cui anche l’italiana FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana).
La petizione appare su un sito dedicato la cui ragion d’essere, in una sola frase, recita: “L’uso senza licenza di opere creative per l’addestramento dell’intelligenza artificiale generativa è una minaccia grave e ingiusta per i mezzi di sostentamento delle persone che stanno dietro a quelle opere, e non deve essere permesso”.
Il promotore Ed Newton-Rex e il ‘fair use’
La petizione è stata avviata dal compositore britannico Ed Newton-Rex che, fino all’anno scorso, era anche il responsabile dell’audio di Stability AI da cui si è dimesso dopo che l’azienda ha giustificato l’uso di dati protetti da copyright per addestrare i suoi modelli AI senza licenza come ‘fair use’.
Il ‘fair use’ è una clausola prevista dalla legge statunitense sul diritto d’autore che consente l’uso di alcune parti di articoli protetti da copyright senza licenza. Tuttavia, questa clausola è applicabile solo in un numero limitato di casi e la questione è molto dibattuta, non solo negli Stati Uniti. Newton-Rex ha lasciato l’azienda e ha intrapreso questo viaggio per proteggere gli interessi dei colleghi artisti. Oltre a lanciare questa petizione, ha anche avviato la sua impresa, Fairly Trained, una società che certifica altre aziende che addestrano i loro modelli di intelligenza artificiale dopo aver ottenuto il consenso del creatore originale del set di addestramento.
Ed Newton-Rex critica anche la proposta di un sistema di ‘opt-out’ del governo britannico, che permetterebbe alle aziende di AI di utilizzare contenuti creativi a meno che gli autori non si oppongano esplicitamente. Un approccio ingiusto e impraticabile secondo secondo Newton-Rex ma anche secondo la maggior parte degli editori e dei creativi perché non è sempre possibile sapere quali aziende stanno cercando di estrarre i loro contenuti.
Azioni legali sono già in corso
Non è la prima volta che viene sollevato questo problema. Alcuni creativi hanno già intrapreso azioni legali, come gli autori John Grisham e George R.R. Martin, che hanno citato in giudizio OpenAI per violazione del copyright.
Già all’inizio di quest’anno più di 200 artisti hanno firmato un’altra petizione promossa dall’Artist Rights Alliance. Molti nomi famosi come Nicki Minaj, Billie Eilish, R.E.M e Stevie Wonder si sono uniti alla lotta per protestare contro le aziende tecnologiche che creano strumenti musicali di intelligenza artificiale.
Al contrario, alcuni editori di contenuti hanno scelto un approccio diverso, firmando accordi con gli sviluppatori di IA per fornire l’accesso ai loro dati in cambio di un pagamento o di altri vantaggi.