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L’Asia-Pacifico stimola la crescita di Twitter, che rimane piatta nelle altre regioni del mondo

Come crescita di utilizzatori, Twitter ha teso negli ultimi anni a una stabilizzazione, mentre altri social media sono stati al centro dell’attezione degli utenti, come ad esempio Instagram o Snapchat. Se però si guarda alle previsioni di incremento suddivise per nazione, si nota subito che sette paesi su dieci appartengono alla regione dell’Asia pacifico, un fatto che accomuna questa tendenza a quello che accade per Facebook e, con alcune limitazioni, anche per Instagram.

Più di un quarto degli utilizzatori di Twitter sono localizzati nell’area, un quota superiore a quelle del Nord America e dell’America Latina, e le previsioni sulla loro dinamiche evolutive, espresse quest’anno da eMarketer, indicano un previsione di crescita superiore a quella degli Stati Uniti e dell’Europa Occidentale. Ma più dei 105 milioni di utenti stimati alla fine del 2019, per l’area, fa riflettere il tasso di incremento, al 7,4%, superiore a quello di mercati più saturi come i precedenti. Ma soprattutto merita un riflessione più focalizzata sulle realtà locali il caso di due paesi, il Giappone e l’India, che, per ragioni differenti, rappresentano altrettanti success case per Twitter.

In Giappone, in particolare, Twitter è il social media al vertice della classifica degli utilizzatori, utilizzato quest’anno dal 64,1% degli utenti giapponesi di social, e previsto in ulteriore salita al 68,4% per la fine dell’anno 2023.

Numerose sono le ragioni che spiegano questa dominanza. Innanzitutto il giapponese, come lingua, si presta bene a espressioni con un numero limitato di caratteri: il Kanji può esprimere un numero maggiore di cose ed espressioni rispetto alla maggioranza delle altri lingue. E poi l’anonimato, che è un valore in sé per i giapponesi: una gran parte degli utenti si registra con username che rispecchiano gli interessi particolari della persona. Tutto questo è perfettamente lecito, poiché Twitter non richiede di utilizzare nomi veri.

Vi è poi un ulteriore aspetto: quello tecnologico. Sorprendentemente, tra le nazioni economicamente sviluppate del mondo, il Giappone è uno di quelle con i tassi di adozione degli smartphone più bassi, con un valore pari al 68,4% alla fine del 2019. E Twitter funziona molto bene anche sui feature phone, poiché è meno focalizzato sulle immagini e i video, rispetto a Facebook e, soprattutto, Instagram.

L’altro paese a cui guardare l’India, invece, è il principale mercato nazionale di Twitter. L’enorme popolazione indiana e la diffusa cultura digitale ne fanno un territorio pronto a recepire lo sviluppo di questo social media. Nel 2019, il numero di utenti Twitter è aumentato del 14,8% a 27,3 milioni e nel 2020 la crescita prevista sarà a due cifre, ma ancora superiore.

La ragione di questo andamento, tuttavia, è molto diversa dalla precedente: il successo di Twitter in India è in gran parte dovuto agli investimenti nella localizzazione del suo servizio. L’anno scorso, Twitter ha ridisegnato il suo sito web per aiutare gli utenti a localizzare i contenuti in sette lingue indiane: hindi, gujarati, marathi, urdu, tamil, bengalese e kannada. Twitter India ha dichiarato nell’autunno 2019 che i tweet non inglesi ora rappresentano la metà del totale nel paese.

Massimo Bolchi