Il fenomeno della Social TV cresce in Italia anche nel mese di febbraio. Nielsen Social Content Ratings misura ogni giorno le attività sui principali social network relative a tutti i programmi in onda su 38 emittenti free e pay. Lo scorso mese le interazioni in modalità linear (ovvero 3 ore prima, durante e 3 ore dopo la messa in onda dei programmi) sono state 105 milioni. Nei primi due mesi del 2020 la crescita è del +97% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
I generi televisivi più social di febbraio sono lo sport, che ha determinato il 58% dei commenti, seguito dall’intrattenimento (che include anche il festival di Sanremo) con il 24%, e da talent e reality show con il 14%.
Analizzando anche quanto avviene sui social network in momenti distanti dalla messa in onda dei programmi e considerando anche 8 player Over the Top in monitoraggio, le interazioni nel mese di febbraio sono state 135 milioni. Raiuno (34,7 milioni di interazioni), Sky Sport (33, 7 milioni) e Canale 5 (23,2 milioni) guidano la classifica. Gli editori televisivi primeggiano dunque, mentre focalizzandosi sugli OTT, la competizione è molto intensa, in attesa dell’imminente arrivo in Italia di Disney+. A febbraio Netflix conferma il primato registrato a gennaio seguita da Rai Play, Prime Video, Dplay e Mediaset Play.
A febbraio Nielsen ha, inoltre, completato la nuova edizione dell’indagine trimestrale con cui monitora il numero e le caratteristiche demografiche degli italiani che commentano e seguono i contenuti video attraverso i social network. Anche in questo caso la crescita rispetto allo stesso periodo del 2019 è rilevante, nell’ordine del +30%.
“Sono 8,3 milioni gli italiani che ogni mese pubblicano, commentano o condividono sui social network dei post relativi a contenuti trasmessi da editori e operatori OTT”, dichiara nella nota Stefano Russo, Head of Nielsen Social Content Ratings Italy. “Gli italiani che sono raggiunti da questi messaggi, quindi che leggono o vedono dei video sui loro profili social, sono oltre 32 milioni. Una platea ampia e con un profilo molto interessante: leggermente più femminile (53%), non giovanissimo (il 44% ha tra i 35 e i 49 anni) e molto istruito (35% sono laureati). Parliamo di un comportamento di fruizione dei video che possiamo definire attivo, ormai ben radicato e che ha profondamente ridefinito l’approccio di chi scrive, produce e distribuisce contenuti video o di chi li utilizza per veicolare attività di marketing e comunicazione”.