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La proposta di Salvini per il ministero dell’Innovazione a Milano spacca il paese su base geografica. Tutti i favorevoli in città, tutti i contrari fuori

Al Forum Ambrosetti di Cernobbio il leader della Lega, Matteo Salvini, ha proposto di spostare a Milano il ministero dell’Innovazione. “Propongo che il ministero per l’intelligenza artificiale, per l’innovazione e la digitalizzazione sia a Milano, dove ci sono i brevetti: il bello dell’autonomia è valorizzare i territori”.

Quasi immediato l’appoggio del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, anche lui leghista, che ha scritto su Facebook: “Interessante, necessaria e, ovviamente, utile. Qui, fra l’altro ci sarebbe già il luogo naturale per ospitare una struttura del genere: Mind, Milano Innovation District, uno spazio altamente qualificato che è proprio orientato in questa direzione”.

Anche per il sindaco di Milano Beppe Sala ha “senso immaginare un Ministero dell’Innovazione a Milano purché in abbinamento con il Ministero dello Sviluppo Economico. Solo così – ha scritto sempre su Facebook – potremo contare su un’innovazione molto concreta e agganciata allo sviluppo di nuovi processi industriali”. Sala ha affermato che sarebbe lieto di “discuterne con chi fosse veramente determinato a perseguire tale via e non solo a non farne argomento di campagna elettorale. Ovviamente anche con l’Onorevole Salvini”.

Favorevole anche l’opinione, e la cosa non sorprende, di Igor De Biasio, Amministratore Delegato di Arexpo, la società proprietaria dell’area su cui si sta sviluppando il Milano Innovation District. Questa volta non è ricorso a Facebook, ma a un più consueto comunicato stampa: “Per noi sarebbe certamente un onore e un motivo d’orgoglio e credo potrebbe essere utile anche per sviluppare ulteriormente la relazione tra istituzioni, grandi università, imprese, centri di ricerca pubblici e privati”.

Il primo giorno utile lavorativo dopo l’esternazione ha visto giungere in redazione anche il parere di Assolombarda e di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza: “Milano, hub internazionale dell’innovazione e dell’impresa, costituisce la sede ideale e naturale del dicastero: nel suo territorio, del resto, si concentra il motore economico del Paese. Il Ministero, inoltre, grazie al suo trasferimento a Milano, si avvarrebbe anche del contributo delle Università e dei centri di ricerca pubblici e privati, che si sono ormai consolidati, a livello globale, come luoghi dell’eccellenza e della sperimentazione”.

All’interno del coro non sono comunque mancate la voci contrarie alla proposta.
Carlo Calenda ha sottolineato, non senza una certa dose di malignità: “Direi che c’è il luminoso precedente di Calderoli e della Reggia di Monza. Il Governo risiede nella Capitale. Spostarne un pezzo genera solo complicazioni, costi e inefficienze”, ha sostenuto su Twitter.

Anche Enza Bruno Bossio, deputata da PD, ha manifestato la sua contrarietà in una nota: “La proposta di trasferire a Milano la sede del ministero all’Innovazione non trova alcun riscontro nella vita reale e ripropone il solito cliché di un Nord eccellenza in tutto, incluso lo sviluppo delle nuove tecnologie, contrapposto a Roma e al Mezzogiorno, Ma il presidente dell’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale, che raggruppa tutte le università italiane, è un docente di Arcavacata“.

Mentre ancora più tranchant si è rivelato Clemente Mastella che in una nota chiede: “Il ministero dell’Innovazione a Milano è ancora una cosa contro il Sud. Io propongo la sede a Benevento di un nuovo ministero per le Aree Interne Italiane, che lavori per le infrastrutture e l’aumento demografico. Esistono tutte le condizioni”.