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Italiani e influencer: qual è il rapporto di fiducia? Una ricerca di BVA Doxa – FLU indaga com’è cambiato il punto di vista dei consumatori dopo il ‘caso Ferragni’

Italiani e influencer

Un giro d’affari di quasi 20 miliardi di euro nel mondo. Questo è il valore dell’influencer marketing nel 2023 certificato dalla Commissione europea, per un comparto ormai entrato stabilmente nelle strategie di brand e aziende in tutto il mondo, così come nelle abitudini della quasi totalità degli italiani.

Non a caso infatti le recenti vicissitudini di Chiara Ferragni, l’influencer più famosa d’Italia, sono diventate velocemente un caso mediatico da ‘prima pagina’.

A certificare l’importanza e l’interesse di questo settore nella quotidianità dei cittadini è una ricerca di BVA Doxa e FLU, realtà specializzata in influence marketing parte di Uniting Group, (coinvolto un campione user di Instagram tra i 18 e i 54 anni. Si indaga la variazione tra ottobre 2022 e gennaio 2024).

I dati della ricerca

Tra le principali evidenze scopriamo che il 94% degli user accede a Instagram almeno una volta al giorno (l’82% più volte al giorno) e due su tre seguono almeno un influencer, mentre oltre la metà segue più di 10 influencer.

Social a cui sono iscritti e frequenza di accesso a Instagram

Leggendo i dati è altrettanto interessante scoprire come la fiducia degli italiani nei confronti degli influencer sia rimasta molto alta: quasi il 90% si fida degli influencer che segue, con il 77% degli intervistati che dichiara di saper riconoscere se un contenuto è sponsorizzato o no.

Contenuti sponsorizzati e fiducia

Molto interessanti anche i dati che emergono rispetto ai comportamenti d’acquisto degli utenti: il 62% apprezza le sponsorizzazioni e per l’86% il post sui social è tuttora il punto di partenza di un successivo acquisto (+ 3 punti rispetto al 2022).
Oltre due italiani su tre acquistano un prodotto perché l’hanno visto sponsorizzato sui social.

Le sponsorizzazioni come punto di partenza per l’acquisto

A riprova di come ormai i creator vengano sempre più considerati una forma di comunicazione assimilabile all’advertising, analizzando la variazione rispetto al 2022, tra gli elementi premiati nell’azione degli influencer è in crescita di ben 4 punti la ‘competenza’ degli stessi, che si conferma il tratto più importante insieme alla ‘trasparenza’.

Quali elementi sono premianti nell’azione degli influencer

“Gli user di Instagram confermano l’interesse, già espresso a marzo 2022, per le attività degli influencer volte a promuovere la conoscenza dei prodotti “, spiega nella nota Cristina Liverani, Unit Manager BVA Doxa. “Sono confidenti di saper riconoscere quando l’influencer sponsorizza qualcosa e ricercano sempre più ‘competenza”.

“Nelle ultime settimane addetti ai lavori e non si sono espressi su Caso Ferragni e più in generale sul comparto dell’influencer marketing, seppur con livelli di competenza molto differenti”, aggiunge Rosario Magro, COO di FLU Part of Uniting Group. “Grazie alla ricerca realizzata in collaborazione con BVA Doxa vogliamo portare a emergere il punto di vista del consumatore, determinante per comprendere se questo episodio, peraltro non propriamente definibile come attività di influencer marketing, sia stato elaborato nella maniera più corretta. I dati emersi sono certamente interessanti e sottolineano come sempre di più gli utenti dimostrano di essere lontani dalla passività che gli veniva attribuita fino a qualche anno fa. In tal senso i social networks hanno contribuito ad accelerare questa evoluzione e consapevolezza”.

A proposito di influencer marketing

L’ultimo report di UPA (Utenti Pubblicità Associati) dimostra come il mercato dell’influencer marketing sia in decisa crescita. La spesa in questo strumento di comunicazione è aumentata del 10% quest’anno, molto di più della media di mercato – che dovrebbe (sempre per UPA) chiudere tra il +2,5% e il 3% – e si attesta sui 323 milioni di euro.
C’è sempre un maggiore interesse da parte delle aziende: il 90% delle aziende ha scelto questa leva nel 2023. Erano l’81% nel 2022.
I creator sono equiparati a veri e propri mezzi di comunicazione: il 56% delle aziende, infatti, inserisce la spesa per gli influencer nel budget media. Un 19% lo utilizza come strumento di comunicazione, il 14% come strumento di marketing.