L’AI Act deve assicurare che lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale non metta a rischio i diritti fondamentali dell’uomo, ma deve anche consentire a ogni singola azienda di creare il proprio sistema privato di AI.
È l’esigenza che secondo Seeweb – azienda italiana con Data Center nel Lazio e nella Lombardia e impegnata nel fornire infrastrutture per l’Intelligenza Artificiale – le istituzioni comunitarie devono riuscire a contemperare, adesso che Europarlamento, Consiglio e Commissione Europea hanno raggiunto una prima intesa sull’AI Act.
“L’Europa – spiega in una nota Antonio Baldassarra, Amministratore Delegato di Seeweb – vuole garantire che i sistemi di AI usati negli Stati membri non mettano a rischio i diritti fondamentali dei cittadini. È una preoccupazione comprensibile se si pensa ad ambiti come la sorveglianza biometrica, il recruitement, l’education, la salute. In questi casi, l’AI generativa potrebbe dare vita a delle discriminazioni, e quindi causare delle ripercussioni negative sui soggetti più deboli”.
Al momento, l’Unione europea sta seguendo un doppio binario basato sulla valutazione dei rischi. I modelli fondativi (ovvero i sistemi di addestramento degli strumenti di IA) dovranno rispettare fin da subito i parametri dell’AI Act. Gli altri modelli invece dovranno essere adeguati alla normativa solo quando vengono messi in commercio. Il regolamento dunque si esprime su sistemi – come ad esempio GPT – che sicuramente promettono di agevolare la capacità di innovazione e sviluppo nelle aziende, ma che presentano anche rischi per la data privacy.
L’AI Act deve evitare che si creino pochi modelli di AI dominanti
“Comporterebbero molti più rischi rispetto a una pluralità di soluzioni”, prosegue Baldassarra. “Di conseguenza, l’Ue non deve limitarsi a normare l’utilizzo dell’IA generativa, ma deve anche investire su propri sistemi per portare innovazione, e soprattutto per garantire sicurezza e protezione. Insomma, non deve solamente ‘frenare’ gli eventuali abusi (peraltro quando questi strumenti sono già alla portata di tutti), ma deve sfruttare il know-how delle imprese e del mondo della ricerca e utilizzare tecnologie abilitanti erogate da Data Center comunitari. L’Europa in altre parole deve diventare protagonista del cambiamento”.
Favorire la creazione di sistemi di ‘private AI’
“Aziende e centri di ricerca – prosegue l’AD di Seeweb – possono costruire sistemi di AI basandosi sui propri dati e sulle proprie conoscenze aziendali, senza condividerli con altri soggetti. È un processo già in corso in contesti (come quello farmaceutico, finanziario o in alcuni ambiti tecnologici) particolarmente gelosi dei propri dati. In questo modo le aziende possono portare avanti il proprio business o la propria attività di ricerca, senza comprometterne la riservatezza. Non è un caso se la più grande istallazione cloud in Italia per l’AI viene utilizzata in ambito farmaceutico, ed è fondamentale per la ricerca dei farmaci innovativi”.