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Influencer Marketing: autorevolezza, competenza e formazione le parole chiave della creator economy. I risultati dell’indagine Ipsos per Stardust

Influencer Marketing

Stardust e Ipsos, in occasione dell’evento Influencer Marketing 2024 organizzato da UPA – Utenti Pubblicità Associati, hanno presentato un’indagine che esplora l’evoluzione del ruolo di influencer e creator all’interno della creator economy, offrendo un’analisi approfondita delle abitudini e delle percezioni del pubblico.

La ricerca sottolinea l’importanza della professionalità e della credibilità dei creator, evidenziando quanto questi fattori influenzino il loro successo e i loro risultati nell’influencer marketing. Inoltre, l’analisi approfondisce l’evoluzione della professione di influencer, esaminando le competenze sempre più articolate richieste per rimanere rilevanti in un settore in continua trasformazione. In questo contesto viene messo in luce il ruolo fondamentale della formazione continua, un elemento chiave per i creator che aspirano a distinguersi e a mantenere alta la qualità del loro lavoro.

Chi segue influencer e creator

Tra i 1500 utenti di social media intervistati, il 48% è risultato seguire influencer e creator, con il 42% che guarda i loro contenuti e il 21% che li commenta. L’audience che ha dichiarato di seguire influencer e creator, ai fini della nostra ricerca, è giovane (ma include ormai anche fasce di età più adulte, ed è più femminile (come in generale l’utenza social intercettata).

La percezione degli influencer: tra fiducia e scetticismo

I recenti casi di reputazione che hanno interessato il mondo dei content creator in Italia non sembrano aver compromesso, in termini generali, la credibilità degli influencer soprattutto tra coloro che conoscono questo mondo. Secondo il pubblico che normalmente segue i creator, la società mantiene, degli influencer, un’opinione positiva o molto positiva (32%) o neutra (36%). Il 29% ne ha invece un’opinione negativa.

Anche presso l’audience composta da intervistati che non seguono i creator prevale (55%) la percezione che l’opinione generale sia positiva o neutra

La maggior parte delle persone ritiene che la propria opinione sugli influencer e creator sia rimasta stabile nel tempo (52%), con una tendenza al miglioramento per il 28%, mentre solo il 20% percepisce un peggioramento; inoltre, si osserva che il numero di influencer e creator seguiti è aumentato rispetto a 2-3 anni fa.

Scoprire nuovi influencer: ecco come avviene

La maggior parte delle persone scopre influencer e creator in modo casuale navigando sui social media. Il 72% degli utenti li trova senza una ricerca specifica, semplicemente incrociandoli nel proprio feed.

Altri utenti invece li scoprono in maniera più intenzionale: il 36% li cerca quando vuole informazioni su prodotti di loro interesse, mentre il 32% ne viene a conoscenza tramite amici o conoscenti che già li seguono. Infine, c’è chi entra in contatto con influencer e creator attraverso i media tradizionali: il 27% tramite la TV e l’11% tramite la radio.

Perché seguire gli influencer? Motivazioni e interessi

L’intrattenimento è il principale motivo che spinge le persone a seguire influencer e creator. Il 56% degli intervistati afferma di cercare contenuti che li divertano. Tuttavia, anche altri aspetti giocano un ruolo importante: il 40% è attratto da chi sappia spiegare in maniera semplice argomenti di interesse, il 38% è interessato a consigli per gli acquisti, il 36% a chi fornisce aggiornamenti su trend e novità.  Altri fattori rilevanti sono la capacità dei creator di parlare di situazioni di vita comune (33%) e di essere un punto di riferimento per le passioni del pubblico (30%).

La fiducia è un elemento essenziale per il 29% degli intervistati che considera importante l’affidabilità e competenza dell’influencer, e il 18% che si fida delle sue opinioni. Infine, il fatto che “ne parlino tutti” è un elemento di importanza per il 12% degli intervistati.

L’efficacia di influencer e creator come motore di azioni e acquisti

Il canale degli influencer e creator è efficace nell’attivare il pubblico: il 90% degli utenti ha compiuto un’azione in seguito ai loro contenuti, come mettere in pratica un suggerimento (51%), cercare informazioni su un prodotto o marca (47%) o approfondire ulteriormente su altre fonti (46%). Inoltre, il 26% ha effettuato un acquisto, e tra questi, 6 su 10 dichiarano di acquistare con regolarità.

Consumatori digitali: come le audience scelgono e acquistano

L’audience di chi segue influencer e creator mostra attitudini di consumo distintive rispetto a chi non li segue. Si tratta di persone che in particolare:

  • Sono orientate verso la sperimentazione e la qualità dei prodotti: l’81% di loro ama provare nuovi prodotti (contro il 75% dei non-audience). Il 79% predilige indossare abiti e accessori di qualità  (una caratteristica condivisa dal 76% dei non-audience). Il 78% presta molta attenzione alla marca (contro il 70% dei non-audience), mentre il 59% preferisce prodotti e servizi premium (a fronte del 47% dei non-audience).
  • La loro propensione all’acquisto è influenzata dagli artisti che seguono: il 54% è disposto a comprare un prodotto consigliato da un artista che ammira (un valore nettamente superiore al 28% dei non-audience).
  • Forte è l’attenzione verso l’impatto ambientale: l’84% dell’audience si dichiara sensibile all’ambiente nelle proprie scelte di consumo, un dato molto simile all’85% dei non-audience, segnalando una sensibilità comune su questo tema.

Formazione continua: il segreto per rimanere rilevanti

La formazione per creator e influencer è considerata utile dalla maggioranza degli utenti social: più di 7 intervistati su 10 la ritengono vantaggiosa, con il 24% della audience che la giudica molto utile e il 48% abbastanza utile. Anche tra coloro che non seguono gli influencer la maggioranza (56%) ritiene che la formazione sia utile.

A rafforzare il concetto della centralità della formazione per la crescita professionale dei creator, sono i dati di risposta a una specifica domanda che evidenziano come l’88% degli intervistati la consideri un mezzo efficace per aumentare la credibilità degli influencer.

Quanto alle ragioni, diverse sono le motivazioni che gli intervistati hanno citato quando richiesti di spiegare l’utilità della formazione:

  • Aumento della professionalità e qualità dei contenuti: Migliorerebbe il livello dei contenuti rendendoli non solo più professionali ma anche intelligenti e socialmente utili, e assicurerebbe che chi diventa influencer abbia una formazione adeguata.
  • Linee guida e prevenzione di comportamenti rischiosi: Aiuterebbe a comprendere le conseguenze delle proprie azioni online, stabilendo regole chiare su linguaggio, pubblicità e comportamenti responsabili per tutelare soprattutto i giovani.
  • Incentivo alla creatività: La formazione permetterebbe ai creator di catturare meglio l’attenzione del pubblico, favorendo unicità e originalità.
  • Ampliamento dell’audience: Consentirebbe di raggiungere target di pubblico più ampi e variegato, inclusi i più adulti, con tecniche e linguaggi adatti.

L’evoluzione della professione di influencer e le competenze richieste

L’insieme dell’indagine pone quindi l’accento su quelle che, in un settore come quello dell’influencer marketing in continua evoluzione, siano gli skill necessari. Per avere successo come creator sono necessarie competenze multidisciplinari, suddivise in quattro aree principali:

  • Skill personali: passione, impegno, coerenza e capacità organizzativa.
  • Skill di comunicazione e gestione della community: gestione della community, conoscenza degli algoritmi e interazione con il pubblico.
  • Skill di creazione e cura dei contenuti: qualità dei contenuti, competenza, storytelling e originalità.
  • Skill di marketing e gestione: marketing digitale e analisi dei dati.

Il punto di vista dei creator

Infine l’indagine ha rivolto una serie di domande anche a un panel di 14 creator, misti per genere e di età compresa tra 20 e 30 anni.

I creator si descrivono come appassionati ed entusiasti del proprio lavoro, percependosi autentici e trasparenti. Tuttavia, riconoscono di poter migliorare nel mantenere le loro community più coinvolte nel tempo.

Per loro, la capacità di distinguersi con contenuti creativi e originali è il requisito principale per soddisfare il pubblico, mentre, per attrarre collaborazioni con i brand, ritengono sia importante anche  la capacità di raccontare in modo avvincente e di creare contenuti di alta qualità audio-video.

Vedono nella formazione un’opportunità per aumentare la loro credibilità con il pubblico. Vorrebbero acquisire competenze per creare contenuti di qualità e originali e approfondire gli argomenti e temi che seguono. Inoltre, credono che la formazione li aiuterebbe a migliorare le loro capacità di storytelling, a gestire in modo regolare le interazioni con i follower per rispondere alle aspettative del pubblico.

Le competenze che vorrebbero sviluppare maggiormente sono: la conoscenza dei meccanismi di funzionamento dei social/algoritmi, come gestire l’hate online, gestire l’impatto dei social sui più giovani, acquisire competenze di personal branding

Sono anche consapevoli dei rischi della loro professione, in particolare quelli legati alla creazione di contenuti potenzialmente dannosi e alla protezione delle categorie più vulnerabili, come i bambini. Vedono la formazione come uno strumento utile per sviluppare maggiore consapevolezza riguardo a questi rischi e per adottare comportamenti responsabili.

Ambito della ricerca e metodologia

La ricerca è stata condotta attraverso un approccio articolato in tre fasi.

In primo luogo, è stata realizzata un’analisi desk per contestualizzare il fenomeno, che ha incluso una revisione di ricerche e punti di vista di Ipsos nell’ambito dei social media, nonché interviste a esperti Ipsos su questo tema.

Successivamente, è stata avviata una misurazione quantitativa tramite interviste online (metodologia CAWI) rivolte a un campione rappresentativo di utilizzatori abituali di social media, ossia persone che accedono quotidianamente o quasi a uno o più dei seguenti social: Facebook, Instagram e TikTok. Sono state raccolte 1500 interviste da individui tra i 16 e i 65 anni, integrando un sovra-campionamento di 800 interviste specificamente rivolte ai giovani di età compresa tra i 16 e i 28 anni.

Infine, sono state condotte interviste strutturate online a un panel di 14 creator, per ottenere insight diretti da chi opera attivamente nel settore