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Il Consiglio di Stato ‘ribalta’ il precedente giudizio del TAR nella querelle tra SIAE e Meta sui diritti per la musica. Accordo prorogato al 31 agosto

Siae META
di Massimo Bolchi

SIAE e Meta: atto ‘ennesimo’, questa volta davanti al Consiglio di Stato. La querelle prosegue, con i due ‘litiganti’ che vanno avanti decisi per la propria strada, sostenendo la proprie ragioni in tutti gradi di giudizio, e anche davanti all’Antitrust, che però questa volta è tra i soccombenti, non più la terza parte che da’ indicazioni cui le parti in causa devono attenersi.

Questa volta infatti la sentenza del Consiglio è favorevole a Meta, avendo il Consiglio concluso che la dipendenza economica, che aveva motivato le sentenze precedenti del TAR del Lazio, non esiste. Le piattaforme di Meta non forniscono un servizio di streaming musicale, ma permettono agli utenti di accedere a un archivio di brani musicali acquisiti con la precedente licenza. Inoltre, il Consiglio ha evidenziato che Facebook e Instagram non sono le uniche piattaforme attraverso cui gli utenti possono ascoltare musica online.

Fin qui la decisione più recente, ma è opportuno ripercorrere la tappe che hanno portato alla situazione attuale, e che si snodano nei mesi scorsi, mettendo a dura prova la facoltà mnemoniche di chi non è parte interessata alla vicenda. L’inizio è stabilito dalla scadenza dell’accordo precedente tra SIAE e Meta, che non è stato rinnovato subito perché le posizioni dei due contendenti erano troppo diverse. Così, nella more delle inutili discussioni, a marzo del 2023 Meta aveva bloccato o silenziato, su Facebook e Instagram, l’uso dei brani musicali la cui licenza era ‘scaduta’. Cosa non semplice tecnicamente, tant’è che in questo divieto era ricaduti anche non pochi brani protetti da altre società concorrenti.

Nel frattempo comunque, su spinta della SIAE, era intervenuta l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, aka Antitrust, che aveva imposto un accorso temporaneo per la ripresa dell’utilizzo da parte di Meta delle musica SIAE e la nomina di un fiduciario per la redazione dei borderò.  L’accordo sarebbe dovuto scadere al 6 ottobre, ma successivamente è stato prorogato prima al 31 gennaio 2024 e poi al 31 maggio, e ancora al 31 agosto, mentre le vicende legali proseguivano il loro corso, poiché Meta, perdente in primo grado di giudizio di fronte al TAR, aveva interposto appello al Consiglio di Stato.

E qui è arrivata, inattesa per lo meno per la SIAE, la sentenza che ha dato ragione al colosso californiano, sostenendo che non ha abusato della sua posizione durante le trattative con la SIAE per il rinnovo della licenza per l’uso delle canzoni. Infatti “non risulta essere stata adeguatamente approfondita l’allegazione difensiva di Meta per la quale le proprie piattaforme non potrebbero essere qualificate quali fornitrici di servizi di intermediazione e non è corretto dire che Facebook e Instagram sono determinanti per raggiungere gli utenti online con i brani musicali”, sostiene il Consiglio. Inoltre “le piattaforme Meta non offrono un servizio di streaming né di ascolto musicale, ma si limitano a rendere disponibile ai loro utenti un archivio, rappresentato dalla Audio Library implementata dai contenuti acquisti in virtù della licenza”.

Non vi sarebbe pertanto, secondo quanto stabilito della sentenza, un “rapporto di dipendenza” della SIAE e di conseguenza cade anche l’accusa di “abuso di posizione dominante” da parte di Meta. La controversia tra Meta e SIAE per la disponibilità dei contenuti musicali nei post e nei video su Facebook e Instagram non è stata comunque risolta, e la trattative proseguono alla ricerca di un compromesso accettabile. Ma questa volta è indubbio che Meta avrà una posizione negoziale più forte.