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Google: da oggi l’AI è al servizio anche del retail. In Italia e in Europa

Il Machine Learning Checkup, nato in Italia nel 2019 dalla collaborazione tra Google e la School of Management del Politecnico di Milano, si è aperto oggi alle aziende retail italiane per accompagnarle nel processo di trasformazione digitale. L’estensione al settore retail, che si aggiunge ai settori agroalimentare, tessile, arredamento, metalsiderurgico e metalmeccanico, è stata presentata al mercato questa mattina, in occasione di un convegno, “L’economia dell’intelligenza. Machine learning: il futuro del retail”, organizzato da Google insieme a Netcomm, il Consorzio del Commercio Digitale Italiano.

Il Machine Learning Checkup è uno strumento gratuito che permette alle imprese di valutare la propria maturità per l’adozione di soluzioni di intelligenza artificiale (AI) e comprendere come sfruttarne al meglio le applicazioni: offre infatti un report personalizzato sui potenziali benefici dell’IA, insieme alle migliori applicazioni in base al settore di riferimento dell’azienda e del suo posizionamento nella filiera produttiva.

Inoltre, le aziende potranno accedere a un servizio di consulenza dedicata di Unioncamere – attraverso i Punti Impresa Digitale delle Camere di Commercio sul territorio – e agli incentivi del Ministero dello Sviluppo Economico. Dopo essere stato lanciato a settembre 2019 in Italia, il Machine Learning Checkup verrà esteso nei prossimi mesi ad altri 11 paesi europei, un successo che ne conferma il valore intrinseco.

“Le aziende oggi cercano nuove soluzioni, come l’intelligenza artificiale, che rendano i processi più semplici, le informazioni più veloci e il supporto alle persone più concreto”, ha precisato Vincenzo Riili, CMO di Google Italia. ”Il Machine Learning Checkup va in questa direzione, perché aiuta le imprese a valorizzare il proprio potenziale tecnologico: si tratta di un beneficio alla portata di tutti e che ognuno può adattare alle proprie esigenze.”

La sezione dedicata al retail non è la sola novità per il Machine Learning Checkup. Da oggi infatti sul sito leconomiadellintelligenza.it sarà infatti possibile raccontare la propria esperienza di trasformazione digitale in ambito IA grazie a una sezione dedicata.

Sul comparto è stata effettuata una nuova ricerca della School of Management del Politecnico di Milano commissionata da Google, che ha individuato 35 casi di applicazione.

“La ricerca evidenzia numerosi ambiti di impatto dell’Intelligenza Artificiale sui processi di business del mondo retail”, ha sottolineato Lucio Lamberti, Associate Professor, School of Management Politecnico di Milano. “I casi applicativi a livello nazionale sono ancora pochi, per quanto incoraggianti, ed evidenziano un fenomeno solo apparentemente paradossale; l’intelligenza artificiale è particolarmente interessante per quei retailer che vogliano rafforzare gli elementi qualificanti della distribuzione fisica: servizio, supporto e conoscenza del cliente”.

Nei tre settori analizzati, la GDO, la Moda e l’Elettonica di consumo, l’AI è emersa come il vero agente trasformatore dei processi di business. Ne è esempio la distribuzione organizzata, in cui l’impiego dell’AI si traduce in una riduzione del 57% delle commissioni e un aumento del 10% delle vendite. Nella Moda, invece, il processo che conduce alla conclusione dell’acquisto si è ridotto del 38%, grazie appunto all’introduzione di soluzioni IA. Anche per l’Elettronica, le tre soluzioni di IA più produttive si confermano l’analisi predittiva, il riconoscimento delle immagini e il riconoscimento vocale. Per quanto riguarda in particolare l’analisi predittiva, la sua applicazione nel retail può raccogliere e rielaborare feedback diretti dei clienti, attività per cui la ricerca ha evidenziato in alcuni casi potenzialità di incremento di vendite fino al 50% e di traffico in negozio fino al 70%.

All’evento sono state raccontate tre storie di successo nell’adozione di IA per il retail: quella di Cortilia, eCommerce di prodotti alimentari a filiera corta nato nel 2011 e presente in Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte; quella di Motivi, brand di abbigliamento femminile del Gruppo Miroglio; e quella di IBS, eCommerce di intrattenimento culturale e per il tempo libero.

La seconda tavola rotonda, guidata da Silvia Elia, Policy Affairs di Netcomm, ha invece affrontato gli aspetti normativi dell’AI ed è stata piuttosto vivace nella sua evoluzione. Oltre al parlamentare Mattia Mor di Italia Viva, la sessione è stata animata dall’avv. Guido Scorza, che ha tenuto a precisare di parlare a titolo personale, mettendo bene in chiaro di non voler coinvolgere il Ministero per l’Innovazione di cui è consulente, e dal prof. Piero Poccianti, Presidente di AIxIA.

Scorza ha auspicato che l’attenzione agli aspetti etici dell’AI, tipica del nostro continente, non si traduca in normative che sarebbe già vecchia ancor prima di entrare in vigore, castrando ogni possibilità di sviluppo dell’AI in Europa, mentre Poccianti ha evidenziato come a fronte della Germania, che istituirà 100 corsi di laurea in AI, e della Francia, con i suoi 200 corsi previsti, in Italia non sia stato possibile passare dagli attuali cinque a otto percorsi universitari per ‘mancanza di risorse’. Goccianti ha ricordato in chiusura, come monito, che il paese che registra più brevetti sull’ASI sia la Cina, seguita dagli Stati Uniti: i Paesi europei invece arrancano nelle posizioni di coda.