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Google conferma una sempre maggiore attenzione alla privacy degli utenti nel complesso mondo programmatic. Confermato il futuro abbandono dei third party cookies

La privacy è un aspetto fondamentale per Google e per la sua visione di sviluppo di internet come luogo dove le persone di tutto il mondo possano continuare ad avere accesso a contenuti supportati dalle inserzioni pubblicitarie con la certezza che i loro dati siano protetti. Per arrivare a questo, però, è importante incrementare la trasparenza relativa al funzionamento della pubblicità online, offrire alle persone maggiore controllo e assicurare che le scelte relative all’utilizzo dei loro dati vengano rispettate, e non aggirate o ignorate.

“Oggi condividiamo alcuni aggiornamenti sul lavoro che stiamo portando avanti in questi ambiti, che includono nuovi strumenti volti a fornire maggiori informazioni sulle inserzioni alle persone”, scrive in un blogpost sul sito dell’azienda Mike Schulman, VP, Ads Privacy and Safety. “Inoltre, stiamo introducendo nuove risorse per marketer e publisher che possano offrire un orientamento sulla situazione attuale relativa alla privacy, insieme a esempi concreti di brand e imprese mediatiche che offrono esperienze pubblicitarie efficaci, in linea con le regole della privacy e che utilizzano i dati in modo responsabile”.

Per molti anni, Google ha offerto una funzione denominata ‘Why this ad’: dall’icona di una pubblicità online le persone potevano ottenere maggiori informazioni su alcuni dei fattori considerati per selezionare quel determinato annuncio per loro, o scegliere di smettere di vedere quell’inserzione. Ogni giorno, si verificano più di 15 milioni di interazioni degli utenti con Why this ad, dal momento che le persone vogliono saperne di più e controllare gli annunci che vedono. Recentemente abbiamo esteso questa funzione anche alle inserzioni sulle Smart Tv.

Nei prossimi mesi Google promette di migliorare l’esperienza grazie a una nuova funzione chiamata ‘About this ad’, che mostrerà agli utenti il nome verificato dell’inserzionista di ogni annuncio. About this ad sarà inizialmente disponibile per gli annunci display acquistati tramite Google Ads e Display & Video 360 e nel corso del 2021 verrà abilitato anche su altre inserzioni pubblicitarie.

Ma l’impegno per migliorare la trasparenza e offrire agli utenti un maggiore controllo va oltre gli annunci mostrati da Google. Per fornire alle persone informazioni dettagliate su tutte le inserzioni da loro visualizzate sul web, sta per andare online un nuovo strumento, ‘Ads Transparency Spotlight’, già disponibile per una prova come estensione alpha sul Web Store di Chrome, per condividere ulteriori dettagli sugli annunci e di aumentarne il controllo.

Chrome sta continuando a esplorare modalità più avanzate relative alla privacy per supportare la pubblicità online sul browser tramite l’iniziativa ‘Privacy Sandbox’, che prevede diverse proposte per nuove API che risolverebbero casi d’uso quali la selezione degli annunci, i tassi di conversione e protezione antifrode in modo da non divulgare informazioni di carattere personale dei singoli utenti. Una delle API proposte, relativa ai trust token che potrebbero combattere la frode pubblicitaria distinguendo tra utenti reali e bot, è già in fase di test da parte degli sviluppatori, e ne seguiranno altre.

Quando questi approcci avranno risposto alle esigenze di utenti, publisher e inserzionisti, Chrome ha in piano di eliminare gradualmente il supporto ai cookie di terze parti, secondo quanto discusso in forum come il W3C.

Si stanno inoltre esplorando una serie di approcci volti a migliorare la privacy degli utenti assicurandosi che i publisher possano guadagnare ciò di cui hanno bisogno per creare i propri contenuti e che, al contempo, gli inserzionisti possano raggiungere il pubblico più adatto ai loro prodotti. Per esempio attraverso l’uso dei dati first party di inserzionisti e publisher (basati su interazioni dirette con i clienti con cui hanno una relazione) per fornire esperienze di maggiore rilevanza e utili, purché agli utenti vengano forniti trasparenza e controllo sull’utilizzo dei dati.

Secondo Google, non è accettabile l’utilizzo di tecniche poco chiare o non manifeste che trasferiscono i dati dei singoli utenti e permettono che vengano tracciati di nascosto, come nel caso per esempio dell’identificazione tramite impronte digitali. Qualunque tentativo di tracciare le persone, o di ottenere informazioni che porterebbero alla loro identificazione, effettuato senza la conoscenza e il consenso degli interessati dovrebbe essere bloccato.
Molte delle recenti discussioni sul miglioramento della privacy delle pubblicità online, inoltre, si sono focalizzate sul web, ma ci sono diversi contesti in cui le persone si relazionano con le inserzioni digitali.

“L’approccio tecnico e i dettagli di implementazione potrebbero variare sulla base delle caratteristiche uniche di ognuno di questi contesti”, aggiunge Schulman, “tuttavia la nostra visione volta a incrementare la privacy degli utenti preservando l’accesso ai contenuti in forma gratuita è la stessa sul web, sulle app mobile, su Smart TV, audio digitali e in ogni altro contesto dovesse presentarsi in futuro”.

Il futuro della pubblicità digitale promette nuove tecnologie, nuovi standard, approcci migliori e più sostenibili, ma ci vorrà del tempo per raggiungere tutto questo.

“Riconosciamo la preoccupazione che molti del settore stanno provando durante questo periodo di transizione”, conclude Schulman. “Sebbene ci siano cambiamenti all’orizzonte, è essenziale che i player possano agire prontamente. Per questo abbiamo raccolto una serie di consigli rivolti a marketer e publisher: dalle migliori pratiche per la costruzione di relazioni dirette con i clienti e per la gestione dei dati, ai consigli per la valutazione dei rapporti con i propri partner e fornitori, fino ad arrivare a esempi concreti per l’utilizzo dell’apprendimento automatico e del cloud. Questi manuali offrono una guida pratica e numerosi esempi concreti di aziende che si muovono con successo nel mutevole panorama odierno della privacy”.