“I brand si preoccupano molto della collocazione dei loro annunci pubblicitari e lo stesso vale per noi. Un recente report ha utilizzato metodologie di campionamento e proxy inaffidabili e ha fatto affermazioni estremamente imprecise sulla rete dei Google Video Partner (GVP)”. Così il post di Marvin Renaud, Direttore delle Global Video Solutions di Google. “Vogliamo fare chiarezza sulle opzioni disponibili per gli inserzionisti e sugli investimenti che facciamo per garantire che i marchi possano raggiungere un pubblico di alta qualità attraverso la nostra rete di partner”.
GVP è un complemento efficace alle campagne pubblicitarie su YouTube. Il rapporto implica erroneamente che la maggior parte della spesa per le campagne viene effettuata su GVP piuttosto che su YouTube. Questo non è vero. La stragrande maggioranza delle campagne pubblicitarie video viene eseguita su YouTube, sostiene Renaud. Gli inserzionisti di video possono anche pubblicare annunci su GVP, una rete separata di siti di terze parti, per raggiungere un pubblico aggiuntivo, se questo li aiuta a raggiungere i loro obiettivi commerciali.
“Supponiamo, ad esempio, che si tratti di un inserzionista di giochi”, prosegue. “Potrebbe voler raggiungere su YouTube le persone che amano i giochi, ma anche i siti e le app che si rivolgono a questi gruppi. Anche se solo una piccola percentuale di annunci video appare su GVP, è efficace: abbiamo visto che l’aggiunta di GVP alle campagne di YouTube aumenta la portata di oltre il 20% a parità di budget”.
Gli inserzionisti comunque hanno il controllo. Quando creano campagne di annunci video, vedono chiaramente che i loro annunci possono essere eseguiti su siti di terze parti tramite GVP durante la configurazione della campagna, con l’opzione di rinunciare a questa estensione in qualsiasi momento. Sta agli inserzionisti, insomma, decidere dove far apparire i loro contenuti, escludendo se lo desiderano siti web e URL specifici, nonché interi argomenti o app.
“Condividiamo inoltre con i nostri inserzionisti i report delle campagne in tempo reale“, sottolinea Renaud. “Ciò significa che i partner possono vedere dove va a finire la loro spesa, compresa la quantità di pubblicità su YouTube rispetto a siti o app di terze parti. Gli inserzionisti possono sempre aggiornare le impostazioni delle campagne sulla base di queste informazioni””.
L’inventario pubblicitario nella rete dei Google Video Partner è visualizzabile per oltre il 90%, un dato ben al di sopra delle norme del comparto. In altre parole, le affermazioni del report ‘incriminato’ non sono corrette: oltre il 90% degli annunci su GVP è ‘visibile’ sul web e gli inserzionisti pagano per gli annunci solo quando vengono visualizzati.
“Utilizziamo segnali di qualità degli annunci in tempo reale per determinare se le persone siano presenti e prestino attenzione“, ricorda ancora Renaud. “Per decidere se pubblicare un annuncio video in un sito o in un’applicazione di Google Video Partner utilizziamo riscontri oggettivi e segnali che includono la viewability, la dimensione e la posizione del player e il coinvolgimento degli utenti negli annunci pubblicitari”.
Google termina il suo post evidenziando come, oltre all’elevato livello di qualità fissato per YouTube, abbia politiche rigorose che tutti gli editori di terze parti, compresi i Google Video Partner, devono rispettare. Le politiche di Google vietano i contenuti ‘made for advertising’ (MFA). Ad esempio, agli editori è vietato adottare pratiche di pubblicità dirompenti, invasive o ingannevoli al solo scopo di generare entrate pubblicitarie. Ciò include la pubblicazione di annunci su browser nascosti, pagine con più annunci che contenuti o annunci che portano a clic accidentali.
“Per darvi un’idea di quanto siamo seri in questo campo, nel 2022 abbiamo interrotto il servizio di annunci su oltre 143.000 siti per violazione delle nostre policy“, conclude Renaud. “Collaboriamo con organizzazioni esterne per aiutarci a garantire che gli editori rispettino le nostre politiche. Google Video Partners supporta la verifica indipendente e di terze parti di DoubleVerify, Integral Ad Science e Moat per la viewability e il traffico non valido. Queste collaborazioni, unite al lavoro che già svolgiamo internamente per far rispettare le nostre policy, danno agli inserzionisti la certezza di posizionare correttamente i loro annunci”.