di Massimo Bolchi
“Tra le caratteristiche principali delle generazioni di consumatori più giovani, la GenZ e la Generazione Alpha, va senza dubbio sottolineata una diffusa tendenza a ‘non incasellarsi’ in una pattern predefinito”, premette Valentina Meli, Client Manager e Generations and DE&I expert di Kantar, nella Vision Arena dello IAB Forum 2023. “Il 18% di loro, secondo la ricerca, ad esempio, rifiuta di definirsi sessualmente: non sono etero, bisesssuali, gay o lesbian. Semplicemente non sono nulla di classificabile in questo modo”.
“Il 66% egli intervistati italiani appartenenti a queste generazioni sono preoccupati per le discriminazioni sempre possibili a causa della caratteristiche fisiche del corpo, ma la soluzione per risolvere questo problema non è la ‘body positivity’, che a ben guardare racchiude in sé un altra classificazione: è la ‘body neutrality’, che cancella l’imperativo sottostante e rifiuta la positività tossica. Stop Toxic Positivity verrebbe da gridare, se anche questo fatto non costituisse in sé una classificazione”.
“L’altra novità”, riprende Meli, “è che la fan culture non è più limitata al periodo adolescenziale, ma sia è amplificata, dando vita, per rimanere nel campo della Appearance, a vere e proprie community, nella fattispecie ‘beauty community’, che si intrattengono anche in fahion games, che superano il confine dell’intangibilità digitale per dar vita a vere experience in Real Life, a contatto con persone autentiche. Il 98% dei rispondenti afferma infatti di connettersi con persone fisiche, dando vita, all’occasione, a fenomeni di Raw-thenticity, che ‘certificano’ l’imperfezione fisica accettata non come un ‘fardello’ da portare con dignità estrema, ma come una delle infinite variabili dell’essere umano”.
“Per chiudere questa sommaria analisi”, conclude Meli, “si arriva a un altro punto centrale di queste Gen, la Z e la Alpha: la ‘Circular Revalutation’ che certifica l’attenzione altissima – il 78% – verso lo ‘zero waste’ e i double life product: il prodotto usato vissuto non più come scarto ma come occasione per regalare una nuova vita ad articoli di seconda mano indossati non solo con l’orgoglio di chi fa una cosa giusta, ma con la consapevolezza di far parte di un movimento rigenerante per l’intero pianeta”.