In Italia i CEO sono più consapevoli che all’estero della necessità di investire su IA e sostenibilità per la trasformazione delle aziende. Una trasformazione imprescindibile per le aziende dato il contesto macroeconomico sfidante a livello globale.
I CEO italiani intervistati – più dei top manager degli altri Paesi presi in considerazione dall’indagine – dimostrano consapevolezza delle sfide da affrontare, inclusa quella legata all’Intelligenza Artificiale, e stanno rispondendo indirizzando le risorse aziendali verso investimenti che coniughino le esigenze di breve periodo con le trasformazioni strutturali dei propri modelli operativi e di business. Infatti, il 48% dei top manager intervistati si dichiara più ottimista rispetto a quanto rilevato a inizio anno riguardo alla performance della propria azienda nei prossimi 12 mesi.
È quanto emerge dall’EY CEO Outlook Pulse che ha registrato le opinioni di oltre 1200 CEO in tutto il mondo (dei quali 50 in Italia) sulle prospettive, sfide e opportunità delle aziende italiane e internazionali.
Contesto macroeconomico e geopolitico
Tra i principali rischi che potrebbero impattare le performance aziendali nei prossimi mesi, il 54% dei manager italiani indica i fattori ESG e la sostenibilità ambientale, anche alla luce di accelerazioni normative che possono determinare impatti significativi sull’offerta di prodotti, sui processi produttivi e sulle catene di fornitura (per il 54%). Al secondo posto, percepiti dal 48% degli intervistati, i rischi connessi alla disruption tecnologica e digitale, inclusi i cyber rischi e l’impatto dell’IA.
L’attuale contesto geopolitico, le conseguenti tensioni commerciali e il manifestarsi di più evidenti meccanismi protezionistici in vari mercati, per il 96% dei manager italiani intervistati stanno impattando in maniera rilevante sulla gestione degli investimenti e sull’analisi delle aree geografiche in cui operare.
Più in dettaglio, la revisione dei piani di investimento, delle operations o dei mercati in cui operare è dovuta principalmente, per il 31% dei CEO italiani, alla crescente frammentazione dell’economia globale, che si contrappone a uno scenario di globalizzazione alla base del funzionamento dei sistemi economici sino alla pandemia da Covid-19. A questo si aggiunge (per il 21% dei rispondenti) il timore di restrizioni al commercio o agli investimenti esteri. Allo stesso modo, anche i conflitti in corso hanno un impatto rilevante per il 21% degli intervistati.
Promesse e sfide dell’Intelligenza Artificiale
I CEO vedono chiaramente le enormi opportunità derivanti dall’applicazione dell’Intelligenza Artificiale (IA): il 70% degli intervistati in Italia (65% a livello global) ne riconosce il potenziale per migliorare la produttività, promuovere l’efficienza aziendale e creare quindi risultati positivi per la società (ad esempio le innovazioni nei trattamenti sanitari). La medesima percentuale (il 70% a livello Italia contro il 66% degli intervistati a livello globale) è d’accordo che l’impatto dell’IA sulla forza lavoro sarà controbilanciato dai nuovi ruoli e dalle nuove opportunità di carriera creati dalla tecnologia, respingendo i timori che l’IA possa avere un impatto negativo sull’occupazione.
Allo stesso tempo, i CEO sono preoccupati da eventuali conseguenze indesiderate dell’IA : i due terzi dei CEO italiani (66%) affermano che è necessario più lavoro per affrontare i rischi inerenti al nuovo futuro alimentato dall’IA, dagli attacchi informatici alla disinformazione e ai deepfake. Infine, il 74% ritiene che non si stia facendo abbastanza per gestire le conseguenze negative, sociali ed etiche, sia per la comunità imprenditoriale sia per la società in generale.
Nonostante questi timori, i CEO – e in particolar modo quelli italiani – stanno elaborando strategie di investimento per massimizzare i vantaggi attuali e futuri che l’IA può apportare al loro business e l’allocazione del capitale si sta focalizzando su queste nuove tecnologie. Il 64% dei CEO italiani (contro il 43% a livello globale) ha già mostrato consapevolezza sulla necessità di integrare l’IA nella loro offerta di prodotti e servizi, investendo attivamente – principalmente attraverso strategie organiche di sviluppo interno – nell’innovazione guidata dall’IA.
Strategia di allocazione del capitale, progetti di trasformazione e creazione di valore
Nei prossimi 12 mesi i manager italiani perseguiranno una strategia di allocazione del capitale destinata perlopiù a favorire la crescita organica (34%, contro il 25% a livello global), mantenere una riserva di liquidità per opportunità future o sfide inaspettate (28%, contro il 29% a livello global), perseguire fusioni e acquisizioni (24%, contro il 26% a livello global). Solo il 14% (contro il 20% a livello global) degli intervistati in Italia ha evidenziato l’intenzione di proseguire con azioni volte al riacquisto di azioni proprie o alla erogazione di dividendi per remunerare gli azionisti.
Facendo leva su crescita organica e operazioni di M&A, le aziende italiane puntano in primo luogo a migliorare le proprie capacità tecnologiche e d’innovazione (28%), espandersi in nuovi mercati o aree geografiche (24%), lanciare nuovi prodotti e servizi o migliorare quelli esistenti (18%).
Il 78% dei CEO Italiani conferma di voler proseguire, se non accelerare, la trasformazione dei propri modelli operativi e di business. Questi progetti sono finanziati in larga parte con mezzi propri, attraverso iniziative di efficientamento operativo (45%), rifinanziamento del debito esistente (26%), attraendo nuovi capitali (21%). Solo l’8% del campione intervistato intende procedere con la cessione di asset non core (8%) per ottenere risorse da destinare allo sviluppo di nuovi prodotti o servizi o per iniziative di riposizionamento di mercato.
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