di Massimo Bolchi
Elon Musk ha svelato sabato Grok, il chatbot AI sviluppato dalla sua società, xAI. Grok, ispirato alla ‘Guida galattica per gli autostoppisti’ di Douglas Adams, è progettato per essere spiritoso e ribelle nelle sue risposte, affrontando anche le ‘domande piccanti’ che altri modelli di IA potrebbero evitare. L’annuncio di Musk è arrivato insieme alla dichiarazione che Grok ha superato ChatGPT 3.5 in vari benchmark.
Lo sviluppo di Grok è particolare, in quanto si basa anche sui dati provenienti da X, l’ex Twitter di Musk, assicurando in questo modo che sia sempre aggiornato con i suoi più recenti post. Musk ha anche sottolineato che Grok è pertanto in grado di fornire informazioni più aggiornate rispetto a bot alternativi, con set di dati statici. Grok è ancora in fase iniziale, in beta testing, ed è attualmente disponibile per un gruppo limitato di utenti statunitensi. Ma xAI prevede di ampliarne la disponibilità, puntando a includerlo tra le funzioni di X Premium+ per un abbonamento mensile di 16 dollari.
Con questa mossa, Musk ha già posizionato xAI come sfidante di aziende quali OpenAI, Inflection e Anthropic, oltre a Google. Nei test iniziali, che prevedevano l’esecuzione di problemi matematici e compiti di codifica in Python, Grok ha superato altri modelli della sua classe di calcolo, tra cui ChatGPT-3.5 e Inflection-1, secondo quanto reso noto da xAI, anche se è rimasto indietro rispetto ai modelli con una maggiore quantità di dati. L’ambizione di Musk per l’xAI, in ogni caso, va oltre il semplice Grok, poiché lo considera un componente chiave per espandere X trasformandolo in un’applicazione versatile simile alla cinese WeChat.
Tuttavia, l’atteggiamento di Musk riguardo all’IA è quanto meno ambivalente: da un lato, è stato tra i firmatari qualche mese fa di una petizione che chiedeva una pausa di sei mesi nell’avanzamento dei modelli di IA per sviluppare protocolli di sicurezza condivisi. Dall’altra, benchè continui a ritenere che lo sviluppo dell’IA debba procedere con cautela, si lancia nella ‘corsa’ senza freni che tutti stanno effettuando per arrivare a gestire l’AI più efficiente sul mercato e a metterla a disposizione del pubblico.
La parola Grok, un termine coniato da Robert A. Heinlein in ‘Stranger in a Strange Land‘ per rappresentare in lingua marziana la profonda empatia e l’intuizione, vuole riassumere la mission di xAI; creare un’intelligenza artificiale che si rivolga a un pubblico eterogeneo, abbracciando diversi background e opinioni politiche. Musk, fedele al suo imprinting ‘libertario’, intende sfidare l’attuale tendenza a creare sistemi di intelligenza artificiale ‘politicamente corretti’.
Per darne una dimostrazione, Musk ha postato un esempio di risposta di Grok a una richiesta di ‘ricetta della cocaina step by step’, mostrando il tono umoristico e sarcastico delle risposte del chatbot. Comunque Grok, nonostante la sua arguzia, è ancora un work in progress: xAI, infatti, è solerte nell’avvisare tutti gli utenti che, come come ogni Large Language Model, anche questa AI può generare informazioni false o contraddittorie: essere cioè soggetta alle ‘allucinazioni’ che possono portare a errori anche macroscopici.