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Elon Musk azzera il CdA di Twitter e si nomina ‘Chief Twitt’, mentre introduce i primi cambiamenti nel social media. Il possibile aumento dei prezzi di Twitter Blue fa arrabbiare anche Stephen King

Dopo l’ingresso nella sede di Twitter con un lavandino settimana scorsa, Elon Musk ha azzerato il consiglio di amministrazione del social media, cacciando tutti i nove membri. Lo ha riportato il Wall Street Journal citando una comunicazione alla Sec, nella quale Musk risulta l’unico amministratore della società. Nella nota Musk spiega che il fatto di essere l’unico direttore era previsto dal contratto di acquisto di Twitter.

I nove ex-membri del CdA, da parte loro, sono stati abbondantamente risarciti da Twitter, a giudicare da quanto hanno riscosso come liquidazione: l’ex-Ceo, Parag Agrawal, ha ‘messo in tasca’ 50 milioni di dollari; il Cfo, Ned Segal, può contare sulla cifra più bassa ma altrettanto considerevole di 37 milioni; e la responsabile della policy, Vijaya Gadd, si è dovuta ‘accontentare’ di 17 milioni.

Ma le novità apportate dal Chief Twitt – la nuova qualifica scelta da Musk per il suo account Twitter – non si sono fermate qui: la prima modifica chiesta (e ottenuta) è la nuova pagina di accesso a Twitter. Non è più necessario essere iscritti, basta collegarsi al sito e navigare tra argomenti di tendenza e tweet più condivisi. Una modifica poco sostanziale, ma dietro questo cambiamento gli osservatori vedono un chiaro messaggio al team di sviluppo del social: per apportare delle modifiche non serviranno più lunghe discussioni interne, né vi saranno isole intoccabili.

Una supposizione confermata anche dalle polemiche sulla ‘spunta blu’ a pagamento e sul prezzo per il servizio Blue (al momento disponibile solo negli Stati Uniti, in Canada, in Australia e in Nuova Zelanda) che potrebbe diventare presto un prerequisito per ottenere la desiderata ‘certificazione di identità’, Alcune voci, seguenti alla comunicazione da parte di Elon Musk che “l’intero processo di verifica è in via di rivisitazione” parlavano di una balzo dagli attuali 5 dollari fino a 19,99 al mese. In paragone, è passato più sotto silenzio il taglio del 25% dei dipendenti attuali, dopo le prime indiscrezioni che parlavano di un 75% di esuberi.

A raccogliere le proteste di diffuse di influencer e personalità pubbliche è stato lo scrittore Stephen King: “Venti dollari al mese per tenere il mio blue check?”, ha scritto in un tweet rivolto suoi 6,9 milioni di follower. “Vadano a farsi fottere: sono loro che dovrebbero pagare me. Se lo fanno davvero me ne vado”. Uno sfogo che è stato accolto a metà dall’uomo più ricco del mondo, che ha ribattuto: “Ehi, anch’io devo pagare le bollette e non mi voglio appoggiare solo alla pubblicità. Che ne diresti di 8 dollari al mese?”.

Ma il contenzioso, che si estende dalla ventilata restituzione dell’account a Donald Trump alle insoddisfazioni crescenti dei dipendenti, alle reazioni di tanti nei diversi paesi per un aumento uguale per tutti, sta diventando sempre più complicato da gestire per il nuovo Chief Twitt.