Che domanda non ti farei mai se tu non fossi donna?
Pre-covid, quando viaggiavo tanto per lavoro (idem mio marito…) la domanda standard di colleghi e clienti, ovunque fossi nel mondo, era “E chi sta con i bambini?”.
Durante la pandemia, la domanda che sicuramente pochi uomini hanno ricevuto è stata ‘come fai a gestire tutto?’. E la mia risposta sarebbe ‘solo grazie un’equa distribuzione dei compiti con mio marito’.
Qual è il tuo stile di leadership?
Mi piace essere un mentore per il team, ma un mentore ‘fermo’. Il mio team sa che può contare su di me per supporto e consulenza. Sono il tipo di manager che cerca di rimuovere gli ostacoli e che si assume le proprie responsabilità: condivido gli onori ma mi prendo la colpa degli errori. Ma le persone che lavorano con me sanno che li ritengo responsabili del prodotto del loro lavoro.
Esigo rispetto non per gerarchia ma per come mi comporto, perché spero di essere un esempio positivo per gli altri. Soprattutto in un’azienda come la mia relativamente giovane e con una forza lavoro più giovane (sigh!) di me.
Come ti descriverebbe il tuo team?
Direbbero che sono naturalmente empatica, con chiunque io lavori creo naturalmente una connessione. Ho un forte senso di responsabilità per il lavoro che faccio e per me la comunicazione è fondamentale: sono aperta a ogni idea e suggerimento ma quando si tratta di prendere una decisione, non mi tiro indietro. Ho la fortuna di avere conquistato la loro fiducia nel tempo e non vorrei mai rischiare di perderla.
Adattarsi o innovare?
Non li vedo in antitesi. Magnite nasce da una fusione di 2 società, Rubicon Project e Telaria, e posso assicurare che un merger durante una pandemia non è una passeggiata. Se non ti adatti ai cambiamenti organizzativi, di processo, di leadership, non sopravvivi. D’altra parte la mia carriera è sempre stata nel digitale che per sua natura si basa sull’innovazione. Ma questa può avvenire in qualsiasi modo, non solo tecnico. Tra i nostri valori quello che mi piace di più è #reimagineandreinventeverything, è un ottimo modo per spingere tutti a chiedersi: “posso fare questa cosa in modo diverso?”.
Chi è la tua eroina? E il tuo eroe?
Durante la pandemia sono rimasta incantata e ispirata dalla capacità dei bambini (i miei ovviamente, ma non solo) di adattarsi. Ovunque nel mondo il lockdown ha stravolto la loro vita in modi per loro ancora più inimmaginabili che per noi adulti e l’impatto di questo stravolgimento sul lungo termine è difficile da prevedere. Ma le feste di compleanno perse, le mancate gite scolastiche, l’impossibilità di tornare in Italia per Pasqua non ha scalfito l’allegria e le passioni dei miei figli.
In questo senso mi hanno ispirato e mi ispirano tutti i giorni. Direi che è il loro superpotere.
Lavori in un settore in costante cambiamento, come fai a mantenerti al passo coi tempi?
Ho imparato a filtrare nel tempo le fonti e le informazioni. Provare a rimanere costantemente aggiornata su tutto quello che succede internamente ed esternamente alla tua azienda pur continuando a fare il tuo lavoro è un’impresa impossibile. Ma avere un dialogo costante con le persone chiave del business mi aiuta a colmare le possibili lacune e a sentirmi in controllo. Leggere le notizie di settore che riguardano i diversi paesi di cui mi occupo ed essere esposta alle dinamiche di quei mercati mi aiuta a capire dove siamo potenzialmente diretti.
Se non facessi quello che fai, faresti?
Lavorerei in una ONG dedicata ai diritti umani. Sono tematiche che mi hanno appassionata a partire dall’università e credo che mai come ora ci sia bisogno di educare su questi temi, a tutti i livelli della società.
La carriera si pianifica o succede?
Bella domanda: a me per la maggior parte è successa. Ero, ad esempio, al posto giusto al momento giusto quando mi è stato offerto di trasferirmi in Svizzera per andare a lavorare nell’allora headquarter europeo di Yahoo. Ma ammetto che mi hanno sempre intrigato le persone che sanno rispondere prontamente alla domanda “dove sarai e cosa farai tra 5 anni?”. Pianificare la carriera è davvero difficile oggigiorno ma prima capisci cosa ‘ti muove’, cosa ti spinge fuori dal letto ogni mattina, in cosa pensi di fare la differenza più focalizzata sarai nell’andarti a creare il tuo percorso e non perderai tempo prezioso.
A quali caratteristiche devi di più il tuo successo?
Parlo 3 lingue e questo non solo mi ha aiutato a costruirmi una carriera internazionale (sono a Londra da più di 7 anni) ma mi ha forzatamente aiutata ad avere una mente aperta, consentendomi di entrare in contatto con le persone indipendentemente dalla loro cultura e dal loro background.
Cosa diresti alla te stessa 18enne?
C’è tutto un mondo fuori dai tuoi confini mentali e geografici. Non è sempre confortevole e facile, ma vale la pena andare a vedere cosa ti riserva.
Che augurio fai al tuo mercato per il prossimo futuro?
Di fare uno sforzo per essere semplice e accessibile. Semplificando i modelli, i sistemi, la tecnologia, il modo in cui facciamo business e anche il modo in cui parliamo di questo settore gli investimenti aumenteranno. Con la semplificazione arriva l’accessibilità, anche ai talenti. Se parliamo come degli ingegneri, attraiamo solo ingegneri (di cui c’è sempre tanto bisogno, per carità).
Ma se il mercato mostra la parte flessibile, stimolante e anche divertente di questo settore, potrà attrarre talenti con caratteristiche anche molto diverse tra loro. E da persona che vive in UK da molti anni dove il tema della diversità è coltivato in molte aziende e organizzazioni del settore, posso solo esaltare i benefici che questa porta. Per tutti.