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Delcon lancia la piattaforma OpenChair, l’AI che incentiva i donatori di sangue a tornare

Barbara Sala, Ceo Delcon
Barbara Sala, Ceo Delcon

Messaggi mirati per convincere chi ha donato il sangue, specie se occasionalmente, a prenotare un nuovo appuntamento. A crearli, in modo efficiente e massificato, è l’intelligenza artificiale. È la soluzione sviluppata da Delcon, azienda che progetta e produce dispositivi medicali e software per la filiera trasfusionale, che ha lanciato sul mercato internazionale la nuova piattaforma OpenChair durante la conferenza annuale dell’ADRP (Associazione dei professionisti della donazione di sangue) a St. Louis, negli Stati Uniti.

OpenChair è un software che, con l’aiuto dell’AI, risponde a una delle difficoltà più diffuse e comuni nel mondo della donazione. Se il convincimento di nuovi donatori da parte delle realtà del settore è infatti notoriamente lento e oneroso, per mantenere di anno di anno delle riserve di sangue sufficienti diventa essenziale il contributo continuativo dei donatori frequenti.

La piattaforma sviluppata da Delcon assieme al venture studio internazionale Co-Created mira a coinvolgere proprio questa platea creando in modo automatico messaggi personalizzati in grado di catturare maggiormente l’interesse delle persone e spingerle a prenotare un nuovo appuntamento per donare. Diversi test effettuati con partner statunitensi hanno dato risultati notevoli. Le comunicazioni inviate dal Gulf Coast Regional Blood Center del Texas utilizzando la piattaforma hanno visto un aumento del 24% degli appuntamenti tra i donatori ‘inattivi’ e del 35% delle donazioni da parte dei donatori frequenti rispetto alle comunicazioni inviate in modo tradizionale nello stesso periodo di tempo. Un impatto potenziale di diverse decine di migliaia di donazioni in più ogni anno per ogni singolo centro.

Come funziona il software

Il funzionamento del software si basa proprio sull’analisi delle caratteristiche dei donatori, che vengono raggruppati in base a dati demografici, sanitari e diverse altre informazioni relative all’esperienza avuta durante le donazioni. Con questi dati il sistema crea messaggi personalizzati, affinando e modificando gli input sulla base delle risposte e delle interazioni delle persone con i messaggi inviati in precedenza. In questo modo si possono intercettare bisogni iper-specifici che vengono appresi dai dati di partenza o nel tempo: dalla preferenza per comunicazioni via sms o email, alle disponibilità orarie, ma anche la propensione a rispondere positivamente a stili comunicativi differenti. In questo modo i blood center hanno la possibilità di costruire nel tempo un database sempre più ricco e profilato dei loro donatori, imparando a conoscerli meglio e a dialogare con loro in modo più efficace.