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CTV e Brand, la percezione è migliore per chi investe sulle ‘streaming television’: cinque volte più moderni e cinque volte più innovativi. Lo studio di Samsung Ads

Is TV Just TV

I brand che pianificano ed erogano pubblicità su piattaforme di streaming sono percepiti come cinque volte più moderni e cinque volte più innovativi rispetto a quelli che si promuovono in ambienti non on demand. È quanto emerge dal nuovo report globale di Samsung Ads intitolato ‘Is TV just TV?’. I dati inoltre aumentano rispettivamente a otto e sei volte per gli intervistati di età compresa tra i 18 e i 34 anni.

Gli intervistati hanno dichiarato di percepire i marchi che si pubblicizzano in streaming come tre volte più rilevanti, premium e unici rispetto a quelli visti in altri contesti. Per la fascia demografica più giovane, quella compresa tra i 18 e i 34 anni, il riscontro in tal senso è maggiore di cinque volte.

Realizzato in collaborazione con la società di ricerca Verve, lo studio mette a confronto i mercati chiave dell’Europa e dell’Asia-Pacifico per comprendere meglio le ultime impressioni e abitudini relative alla visione della televisione. Tra questi, l’importanza dei contenuti di qualità, le preferenze tra i tipi di piattaforma e i metodi di scoperta di nuovi contenuti.

Miglioramento della qualità dei contenuti sui servizi gratuiti

Quasi due terzi (64%) degli intervistati concordano sul fatto che i contenuti in streaming gratuiti stiano migliorando, tanto che il 78% degli spettatori accede a servizi FAST/AVOD oltre a quelli SVOD (video on demand a pagamento). Tra gli spettatori di tutti i Paesi coinvolti nella survey, quelli spagnoli hanno la più alta considerazione di questa ottimizzazione qualitativa dell’on demand free con il 70% delle preferenze, seguiti dal Regno Unito (64%) e dalla Germania (63%).
Un cambio di percezione che potrebbe essere attribuito a una maggiore attenzione e a un incremento del budget a livello mondiale in termini di contenuti da parte di tali servizi. Secondo un recente rapporto di Digital TV Research, i ricavi globali FAST per serie TV e film raggiungeranno i 18 miliardi di dollari nel 2028, triplicando rispetto ai 6 miliardi di dollari del 2022, e una parte crescente di questi investimenti giungerà dall’Europa e dall’Asia-Pacifico.

Crescita degli spettatori

Secondo i partecipanti alla ricerca, nei prossimi 12 mesi la fruizione in abbonamento (SVOD) e in streaming gratuito (FAST/AVOD) accrescerà più di qualsiasi altro canale o servizio, compresi quelli non in streaming, registrando rispettivamente un +45% e un +30%. Ciò suggerisce che, nonostante il calo nel numero degli abbonati evidenziato in vari report, sarà maggiore il tempo trascorso su tali piattaforme.

La Spagna è destinata a segnare la maggiore impennata negli abbonamenti (53%) e nello streaming gratuito (42%) nei prossimi 12 mesi. E anche il Regno Unito non sarà esente da questi incrementi: il 39% degli spettatori televisivi prevede di guardare più SVOD, mentre il 26% più contenuti FAST/AVOD. Una crescita significativa dello SVOD è attesa anche in Germania (45%) e in Australia (44%), mentre la TV lineare dovrà affrontare probabilmente la sua più alta flessione di spettatori in tutti i mercati (26%).

Smart TV: un driver chiave per la crescita dello streaming

Le funzionalità degli Smart TV sono un fattore chiave per lo sviluppo dello streaming e uno dei principali aspetti che influenzano l’acquisto di un televisore sono sicuramente le dimensioni dello schermo e la qualità del suono, ma non solo. Il 39% degli intervistati dichiara, infatti, che oggi la facilità di accesso alle app video di streaming è la caratteristica più importante in uno Smart TV. Inoltre, un quarto (23%) degli spettatori, quando accende il televisore, afferma di entrare direttamente nel suo servizio di streaming preferito quasi il doppio degli spettatori (12%) che asseriscono, invece, di raggiungere il canale prediletto.

Il contenuto prevale sul formato

Le ragioni che spingono gli spettatori a optare per la TV lineare rispetto all’on demand, o viceversa, non sono nette e sono spesso guidate dal contenuto piuttosto che dal formato. Il 60% dei rispondenti utilizza i servizi di streaming se è in palinsesto un programma che attendeva da molto, e, per lo stesso motivo, il 55% si sintonizza sulla TV tradizionale. Ugualmente, un terzo (36%) è altrettanto felice di immergersi nella TV normale o nei servizi on demand quando è alla ricerca di ispirazione.

Sebbene una maggiore possibilità di scelta possa sembrare positiva, spesso, però, crea sopraffazione e frustrazione negli spettatori. Il 65% ammette di provare queste emozioni entro 15 minuti se non riesce a trovare qualcosa da guardare. Volendo analizzare i diversi Paesi, la medaglia d’oro per la ‘minor pazienza’ è vinta dagli inglesi: il 43% dei telespettatori UK ammette di essere avvilito e non appagato dopo pochi minuti. Sul secondo gradino del podio salgono, invece, gli australiani (37%). Non stupisce, quindi, che ora oltre la metà (55%) degli spettatori sia molto propensa a consultare raccomandazioni personalizzate nella ricerca di contenuti.

“È dimostrato che il contenuto, piuttosto che la piattaforma, gioca un ruolo significativo nella decisione finale dello spettatore perché ai suoi occhi la televisione è semplicemente e solo la televisione“, commenta in una nota stampa Alex Hole, vicepresidente di Samsung Ads Europe. “Tuttavia è molto interessante osservare come la percezione dello streaming supportato dalla pubblicità sia aumentata, consolidando il suo posto nell’esperienza televisiva. Dopo il noto apprezzamento degli inserzionisti che la considerano una grande opportunità, tale evidenza testimonia che il suo potenziale sta accelerando: l’attenzione segue i contenuti di alta qualità”.