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Crescono le attività in franchising in Italia: superati i 25 miliardi di giro d’affari. Il caso delle palestre Anytime Fitness

 

Il rapporto Assofranchising 2019 fornisce una fotografia aggiornata delle reti commerciali attive nel 2018: dall’analisi dei dati emerge che nell’anno considerato queste hanno raggiunto il tetto di 961 unità, 32 in più dell’anno precedente. Il giro d’affari è salito a oltre 25 miliardi(+2%) ed è cresciuto anche il numero di punti vendita affiliati in Italia (+4,5%) e quelli in franchising all’estero (+7,6%). Si è incrementato anche il numero di addetti nel sistema franchising (+3,8%), mentre si riduce in maniera poco rilevante la media di occupati per punto vendita. In sintesi un trend positivo che conferma il settore del franchising come una delle formule vincenti per il commercio in Italia.

Appartenere a un franchising significa per esempio una maggior visibilità e riconoscibilità del marchio su scala nazionale e internazionale, il trasferimento del know-how, ma anche un’espansione dell’azienda con una crescita dei punti vendita.
Per quanto riguarda la ripartizione merceologica, nel 2018 il settore dell’abbigliamento ha subìto una lieve flessione delle reti attive (-1,1%) mentre il settore dei servizi, che costituisce il 24,6 % delle insegne in Italia, ha avuto una espansione (+8,8%), così come il settore della ristorazione (+5,5%), della casa (+6,8%) e del commercio specializzato (+3,4%). Il settore della grande distribuzione organizzata è quello che ha avuto la più alta diminuzione di reti attive (-2,3%).

E parlando di servizi, un settore in forte crescita è quello delle palestre, con gli italiani che investono circa 22 miliardi di euro l’anno nel fitness, le sole attività sportive non agonistiche legate al settore muovono un giro di affari annuo di circa 10 miliardi. Affari che in larga misura coinvolgono le palestre. Nel 2018 erano 7.700 le palestre e/o gym club presenti sul mercato italiano: per i grandi gruppi, il market share è del 3%, per i micro-operatori invece, si è assistito a un boom di market share corrispondente al 97%.

Nel settore un caso da notare è quello di Anytime Italia, il Master Franchisee di Anytime Fitness, fondato da Domenic Mercuri e Rino Centrella (nella foto). I due imprenditori italo-australiani hanno acquisito dalla casa madre la licenza d’uso del marchio per lo sviluppo della rete di franchisee sul territorio italiano. A loro, in una seconda fase, si è aggiunto il terzo socio, l’italo-venezuelano Daniel Pagnoni.

“Siamo il ramo italiano di una multinazionale, nata nel Minnesota nel 2002, presente in 37 paesi, con circa 4500 club nel mondo e oltre quattro milioni di soci”, spiega il Marketing Manager, Luca Briaschi. “In Italia siamo attivi dal 2017 e abbiamo 18 palestre – l’ultima cronologicamente è quella aperta a Roma, alla Magliana. Nel Nord Italia ci sono già due club attivi nell’hinterland milanese, a Bergamo, a Parma e a Marghera e per fine anno raggiungeremo il numero totale di 22/23 palestre, mentre lo sviluppo per il 2020 è stato fissato a cinquanta club”.

“Il nostro format è la “palestra di quartiere”prosegue Briaschi. “Lavoriamo molto su un raggio di una decina di chilometri intorno alla sede, per capire quali siano i luoghi di interesse e gli eventi locali, per sviluppare partnership e sponsorizzazioni. Non trascuriamo neanche le attività social appoggiandoci a un agenzia scelta del franchisee. Noi forniamo in questo modo il massimo supporto in termini sia corporate sia a livello locale, per creare una strategia di comunicazione in linea con l’immagine del brand a livello nazionale”.

Confrontando il modello Anytime Fitness con quello delle palestre luxury o low cost, infatti, si comprende immediatamente che cosa faccia la differenza: le prime offrono abbonamenti mensili da circa 100 / 120 euro con un bacino di circa 4.000 iscritti, mentre le low-cost propongono abbonamenti mensili da 10 / 20 euro con un bacino di circa 3.000 iscritti; Anytime Fitness assicura invece abbonamenti da 45 / 65 euro al mese, con massimo 1.200 iscritti. I tassi di fidelizzazione parlano da soli: l’abbandono supera il 50% sia per le palestre luxury sia per le low cost (nel primo caso pesano costi troppo alti e servizi inutilizzati, nel secondo la bassa qualità dell’experience), mentre per Anytime Fitness è inferiore al 20% a testimonianza dell’alta soddisfazione degli utenti e della solidità dell’investimento.

“Il modello di business che proponiamo ai nostri franchisee”, conclude Briaschi, “ si può riassumere in pochi cifre: : apertura 24 ore, macchinari di ultima generazione, una chiavetta unica che permette di entrare in tutti i club del mondo. Anytime ed anywhere. Un concetto globale”.