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Comunicazione mobile: come superare l’ostacolo della disattenzione e come garantire rapporti duraturi perché capaci di farci sentire i clienti più importanti? Lo abbiamo chiesto a Carmine Scandale, Head of Sales Esendex: “Non basta offrire vari canali di contatto, serve una brand experience integrata”

Comunicazione mobile in azienda si traduce sostanzialmente in due grandi filiere di attività, che si sono andati differenziando nel tempo: SMS e WhatsApp.

“Piu che una contrapposizione”, obietta Carmine Scandale, Head of Sales di Esendex in Italia, “parlerei di una complementarietà: vi sono attività in cui è sicuramente più indicato l’SMS, ad esempio quelle transazionali, che può far valere le sue capacità di essere visualizzato entro tre minuri in media e di ottenere risposte immediate alla call-to-action lanciata, e altre invece in cui è più adatto WhatsApp, come il customer care e le attività post-vendita, per esempio, che possono avvalersi di maggiori capacità conversazionali e di una superiore possibilità di approfondimento”.

A questo proposito, va ricordato che migliorare l’esperienza dei clienti significa migliorare il posizionamento dell’azienda o del brand. Secondo la ricerca CX Trends 2023, più del 50% dei clienti si rivolgerebbe alla concorrenza dopo una sola esperienza negativa con un’azienda. E questa percentuale passerebbe al 73% se le esperienze negative sono più di una. Diventa quindi evidente l’importanza di avere un servizio clienti di qualità.

Per la maggior parte delle persone, un ottimo servizio clienti è veloce, efficiente, personalizzato e facile da raggiungere: quindi come si fa a soddisfare e superare queste aspettative? Essere proattivi può essere un risposta, ad esempio inviando messaggi automatici per favorire il cross-selling e l’offerta di valore aggiunto a integrazione di quanto acquistato dal cliente è un dei modi più efficaci.

Ma l’assistenza ai clienti non consiste solo nel fornire soluzioni, ma anche nel dare loro gli strumenti giusti per risolvere i problemi in futuro. Questo può aiutare i clienti a diventare meno dipendenti dal team di assistenza, liberando gli operatori per concentrarsi su progetti più complessi. Dal fornire una base di conoscenze a segnalare un forum di community o addirittura a un chatbot, queste opzioni possono aiutare a offrire assistenza 24 ore su 24, 7 giorni su 7, senza dover allocare risorse umane.

“L’AI per il momento è ancora limitata a funzioni basiche nell’assistenza clienti”, precisa Scandale. “Non c’è nulla di più frustrante che sentirsi rispondere ‘non ho capito’ da un bot e trovarsi di conseguenza bloccato fino all’intervento – provvidenziale va detto – di un operatore umano“.

Tuttavia, sebbene la tecnologia richieda pur sempre un investimento consistente, consente al personale di concentrarsi sui casi più complessi, e permette di rispondere alle richieste di informazioni 24 ore su 24.

In altre parole, se l’automazione è in grado di gestire grandi volumi di attività ripetitive, gli operatori umani possono dedicarsi ai problemi più complessi e a progetti di maggior valore. Ad esempio, si possono inviare automaticamente offerte personalizzate ai clienti in base a specifici fattori (ad esempio, se è il loro compleanno o anniversario, se è il momento di rifornirsi di un articolo, ecc.). In questo modo gli addetti al servizio clienti hanno più tempo da dedicare all’analisi dei dati, alla conoscenza dei singoli clienti e alla creazione di relazioni.

“Il costo di avere clienti frustrati non è mai stato così alto”, sottolinea Scandale. “Oggi i consumatori cercano risposte rapide alle loro domande e una risoluzione efficiente da parte di operatori del servizio clienti. E si aspettano di poter scegliere tra diversi modi per entrare in contatto con un’azienda“.

Eppure, a livello globale, il 15% delle aziende offre un solo metodo di comunicazione: non basta offrire ai clienti vari canali di contatto, serve mettere insieme questi canali, per creare una brand experience integrata e senza soluzione di continuità. Qualunque sia il canale su cui i consumatori finali si spostano, la loro esperienza deve essere coerente e gli operatori del servizio clienti devono riconoscere che si tratta del medesimo cliente, evitando così di doversi ripetere con persone diverse.

“Le Big Tech, Amazon in testa, ci hanno abituato a un livello di servizio che ci fa sentire come se fossimo il loro unico e solo cliente a presentare un determinato problema”, conclude Scandale. “Intervento immediato e soluzione efficace: questo rappresenta il metro di paragone di quello che offriamo alle aziende, grandi o piccole che siano. Nulla di meno è accettabile, ormai”.