A Beintoo Talk, evento aziendale che si è tenuto venerdì 29 settembre per approfondire tendenze e insight del mondo digital, ha tenuto campo la ricerca degli Osservatori del Politecnico di Milano. Introdotta da Andrea Campana, CEO di BEINTOO, ha preso la parola Denise Ronconi, direttrice dell’Osservatorio Internet Media, per illustrare le novità raccolte quest’anno: la prevalenza dei video nell’advertising e la ‘nascita’ della TV 2.0.
A cavallo di un mercato che sfiorerà alla fine di quest’anno i 10 miliardi di valore, l’Internet Media, dopo il sorpasso ‘storico’ della televisione di tre anni fa continua a crescere: si prevede che alla fine di peserà per il 49% del totale. Ancora più interessante la previsione che il 55% del totale investito sarà ‘video’, in qualsiasi forma: dai TikTok degli influencer alla campagne televisive classiche, dal programmatic della ‘nuova’ CTV all’OOH video, che trova nuova forza nel rinnovamento degli impianti in atto soprattutto in tre città, Milano il primo luogo, ma anche Torino e Genova.
“Quest’anno la convergenza dei media ha visto l’affermazione del video”, ha ricordato Campana, “ma ha evidenziato anche della rischiosità da non trascurare. Innanzitutto il pericolo di superare i limiti di frequenza dell’esposizione all’adv, per la difficoltà di tracciare correttamente i livelli individuali su media così diversi. Poi l’accrescimento della complessità delle pianificazioni, con il portato conseguente di introdurre confusione nel funnel di acquisto dai consumtori, tra parte alta e parte bassa”.
La ricerca del Politecnico conferma con i dati la prevalenza dei video, oggi al 36% dell’internet adv, con una crescita di 11% nell’anno: la TV 2.0 è appunto il risultato di questa crescita, con un mercato che è quadruplicato dal 2020, passando da 108 milioni a 467 per l’anno in corso, per la crescita dell’offerta, trainata dagli eventi sportivi, dalle offerta in streaming SVOD e dalla nascita dei nuovi player AVOD. Il Programmatic su Tv 2.0 è ancora contenuto, il mercato infatti si muove a diverse velocità: gli advertiser sono curiosi e hanno voglia di sperimentare, mentre i broadcaster stanno iniziando ad approcciarsi a questa modalità di compravendita, già consolidata per i per i player web.
La convergenza tra Tv lineare e digitale cambia infine l’approccio lato investitori, che sempre più ragionano con logiche di Video strategy, andando a pianificare seguendo contenuti/target specifici indipendentemente dal device di fruizione. La Tv 2.0 consente infatti di raggiungere alcune fasce di popolazione, per esempio i giovanissimi: questo sta diventando fondamentale per gli inserzionisti. E che questa sia una rivoluzione già in atto è confermato dai numeri: il 78% della aziende rilevate (e l’81% del Food & Beverage) utilizza già un pianificazione che comprende la tv lineare e la tv connessa: solo la quota rimanente pianifica la ‘vecchia’ televisione.