di Monica Gianotti
Google ha annunciato che d’ora in poi Bard si chiamerà semplicemente Gemini.
“È già possibile testare Gemini con il nostro modello Pro 1.0 in oltre 40 lingue (incluso l’italiano) e in più di 230 paesi e territori. E ora vi proponiamo due nuove esperienze – Gemini Advanced e un’applicazione mobile (al momento non disponibile in Italia) – per aiutarvi a collaborare facilmente con il meglio dell’intelligenza artificiale di Google”, si legge in un blogpost.
Gemini Advanced
Si tratta di un modello molto più capace di svolgere compiti altamente complessi come la programmazione, il ragionamento logico, il seguire istruzioni complesse e il collaborare a progetti creativi. Gemini Advanced non solo permette di avere conversazioni più lunghe e dettagliate, ma comprende anche meglio il contesto delle richieste precedenti.
“Questa prima versione di Gemini Advanced riflette i nostri attuali progressi nell’ambito dell’intelligenza artificiale e continuerà a migliorare. Con l’aggiunta di nuove ed esclusive funzionalità, gli utenti di Gemini Advanced avranno accesso a funzionalità multimodali ampliate, a funzioni di coding più interattive, a capacità di analisi dei dati più profonde e altro ancora. Gemini Advanced è oggi disponibile in più di 150 Paesi e territori (inclusa l’Italia) in lingua inglese, e col tempo verrà esteso ad altre lingue”, continua il blogpost.
Per accedere a Gemini Advanced bisogna iscriversi al nuovo piano Google One AI Premium (21,99 euro al mese), un piano premium che si basa sul servizio Google One e offre uno spazio di archiviazione più ampio e funzioni esclusive.
L’app mobile
Per venire incontro alle richieste degli utenti di poter per accedere a Gemini dal proprio telefono Google sta iniziando a lanciare una nuova esperienza mobile per Gemini e Gemini Advanced con un’app su Android e nell’app Google su iOS (al momento non disponibile in Italia).
“Con Gemini sul telefono, è possibile digitare, parlare o aggiungere un’immagine per qualsiasi tipo di aiuto mentre si è in viaggio: Potete fotografare la vostra gomma a terra e chiedere istruzioni, generare un’immagine personalizzata per il vostro invito a cena o chiedere aiuto per scrivere un messaggio di testo difficile. È un primo passo importante verso la creazione di un vero assistente IA, che sia conversazionale, intuitivo e utile”, conclude il blogpost.
