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Apple TV+ si presenta con il prezzo più basso. Ma l’arena è affollata di concorrenti. E ne stanno arrivando anche altri

Nei giorni scorsi abbiamo sinteticamente presentato le novità di Apple in arrivo per la prossima stagione, ma – tra iPhone 11 e iPad accessibili – avevamo sottolineato il rafforzamento dell’ingresso di Apple in due ambiti, quello dei videogiochi e quello della TV, dove la casa di Cupertino non è leader. Eppure il lancio di Apple TV+ e di Apple Arcade è stato un gesto forte, caratterizzato (negli Stati Uniti, almeno) da un attacco sul versante del prezzo, qualcosa di estremamente improbabile sul palcoscenico di Apple.

Apple TV+, infatti, ha un price tag di 4,99 dollari al mese, decisamente meno di Netflix e Disney, due dei principale concorrenti. E viene addirittura regalato per un anno a fronte dell’acquisto di uno dei nuovi prodotti. Il discorso si fa più complesso per valutare la posizione di Amazon, il cui Prime Video è gratuito per tutti sottoscrittori del servizio di consegna Prime, insieme a Prime Reading, a Prime Music e altri. Il prezzo però sta aumentando gradualmente: in Italia è arrivato a 36 euro, ma sono 79 sterline nel Regno Unito, mentre negli USA ha già raggiunto i 100 dollari l’anno: se si vuole solo usufruire di Prime Video, in Italia, si pagano 36 euro l’anno: un modo “elegante” per suggerire la sottoscrizione a Amazon Prime…
Non è questa la sede adatta per comparare la qualità delle offerte di serie, appuntamenti (sportivi o meno) e film, tanto più che questi ultimi dipendono anche dagli accordi di licenza sottoscritti con altri operatori, televisivi o organizzatori di eventi: il risultato per ora è un patchwork su base geografica difficilmente comparabile.

Globalmente, però, la nuova Apple TV+ si deve preparare a far fronte a molteplici nuove battaglie su una frontiera dello streaming che fa gola a una schiera sempre più nutrita di protagonisti tech e media. La concorrenza infatti si moltiplica, non solo da Amazon con il suo servizio Prime, ma anche presto da nuovi sbarchi di Disney, che si appresta a lanciare più canali di streaming sull’onda dell’acquisizione di 21st Century Fox. Fino a offerte di AT&T, che ha assorbito Time Warner e il suo canale premium Hbo.

In agguato è Comcast, che da tempo controlla NbcUniversal e ora anche Sky e che ha promesso un servizio streaming gratuito e supportato dalla pubblicità nel giro di un anno. D’accordo che la Casa di Cupertino può far valere l’abbinata – finora sempre vincente – tra il proprio hardware e gli applicativi software, però l’offerta è davvero troppo ampia e non ci sarà spazio per tutti.

Basta ricordare che Netflix, a gennaio, in una sua comunicazione agli azionisti, nonostante occupi il 10% circa del tempo che gli americani passano davanti allo schermo della tv, ha sottolineato come sia d’obbligo guardarsi attorno, soprattutto in direzione di quelle realtà che potrebbero erodere il suo share. “Siamo più in competizione con Fortnite di quanto non lo siamo con Hbo” si legge in tale comunicazione, dove viene citato anche il picco di view toccato nell’ottobre scorso in coincidenza con un “down” di Youtube. Come a dire: il problema di Netflix non sono i suoi competitor naturali (Hbo, Hulu, Disney o Amazon) ma tutte le fonti di assorbimento del tempo dei suoi utenti. E il videogame Fortnite da questo punto di vista è in prima fila.

Stupisce un poco, a proposito, che in questi giorni non siano tornate a circolare voci sull’interesse di Apple per Netflix. Il gigante dello streaming sembra definitivamente uscito dalle mira di Cupertino, complice una capitalizzazione di Borsa che ormai si aggira sui 130 miliardi dollari, un valore quasi equivalente alle riserva di cash di Apple. Ma guardando al futuro nulla è escluso, considerando l’affollamento e gli investimenti necessari per la produzione continua di contenuti video nuovi.

“In bilico appare il futuro di Netflix, ha scritto il prof. Umberto Bertelè, Chairman Osservatori Digital Innovation, “ricca di abbonati ma con molta meno “merce” da offrire; con una salute finanziaria non brillante; con una prospettiva di minori entrate, se dovrà ridurre i prezzi e/o subire una contrazione degli abbonati. Ma vi è per essa anche la possibilità, se la capitalizzazione dovesse decrescere sensibilmente, di diventare una preda”.
“Netflix continua a espandersi e ad allargare la sua base di abbonati”, ha concordato il Sole 24 Ore in un articolo dedicato, “ma continua con la stessa velocità a bruciare cassa”.

Ma scenari futuri a parte, rimane il fatto che Apple sta rilanciando su un tavolo dove vi sono già altri giocatori, tutti decisi a non arrendersi. Oltre alle serie già in catalogo e a quelle future, ad esempio, è di un paio di mesi fa la notizia della produzione da parte di Apple, di sei nuovi film in arrivo, con budget tra 5 e 30 milioni di dollari ciascuno. Niente male come chip.

E l’Apple Arcade, il servizio Apple per l’online gaming? Anche questa proposta merita di essere analizza nel dettaglio. Appuntamento alla prossima puntata!