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Amazon licenzierà anche nel 2023, ma i numeri sono ancora riservati. Marseglia, Amazon Italia e Spagna: “Stiamo avviando una verifica e non escludiamo ‘aggiustamenti’ non indiscriminati”

È una voce che circola da più di una settimana: Amazon ha iniziato a licenziare migliaia di dipendenti negli USA, l’ultima grande azienda tecnologica – dopo Meta, Twitter, Salesforce e tante altre – che ha sì visto aumentare i profitti grazie al coronavirus e alle misure di limitazione della mobilità personale, ma che ora sta riducendo personale in seguito ai timori per l’economia.

Si dice, in particolare, che Amazon stia per licenziare almeno 10.000 dipendenti, una cifra notevole ma di dimensioni decisamente ridotte rispetto al milione e mezzo di persone impiegate dal gigante dell’eCommerce. I tagli colpiranno, secondo quianto è dato sapere, soprattutto i team che stanno dietro a prodotti come Alexa e Kindle, i cui ricavi non sono più ritenuti all’altezza delle aspettative.

Unico dato certo nelle attività americane del tech giant, la comunicazione, fatta in forza di una legge statale, dell’intenzione di licenziare circa 260 lavoratori in varie strutture che impiegano data scientist, ingegneri software e altri lavoratori, notificata alle autorità statali della California. I tagli ai posti di lavoro saranno effettivi a partire dal 17 gennaio.

Amazon non ha invece specificato quanti altri licenziamenti potrebbero essere in programma oltre a quelli confermati dalla legge californiana Worker Adjustment and Retraining Notification Act, nota anche come WARN, che impone alle aziende di fornire un preavviso di 60 giorni se hanno 75 o più lavoratori a tempo pieno o parziale.

Quest’anno l’azienda di Seattle ha registrato due trimestri consecutivi in perdita, dovuta principalmente alla svalutazione del valore dell’investimento azionario nella start-up di veicoli elettrici Rivian Automotive. L’azienda è poi tornata alla redditività nel terzo trimestre, ma gli investitori si dichiarati depressi per i ricavi inferiori alle attese e per le proiezioni poco brillanti per il trimestre in corso, tipicamente positivo per la stagione dello shopping natalizio.

Nel tentativo di ridurre i costi, Amazon aveva già eliminato alcuni dei suoi progetti, tra cui le controllate fabric.com, Amazon Care e il robot Scout per le consegne a domicilio. Aveva anche ritardato – o annullato – i piani per nuovi magazzini in tutto il Paese. Il direttore finanziario di Amazon, Brian Olsavsky, ha dichiarato in unanota che l’azienda si sta preparando a quello che potrebbe essere un periodo di crescita più lenta, e che farà particolare attenzione alle assunzioni nel prossimo futuro.

La situazione non si presenta diversa in Europa, sebbene una nota stampa diffusa da Amazon affermi che che “non c’è (ancora?) nessuna decisione che riguarda l’Italia”. Alcuni ‘aggiustamenti’ sui livelli di personale occupato sono in ogni caso possibili anche nostro paese, dove il gruppo attualmente conta circa 17mila occupati. Secondo quanto affermato dall’ANSA, Mariangela Marseglia, Vicepresidente e Country manager Amazon Italia e Spagna ha dichiarato infatti che “dopo aver tanto assunto stiamo avviando un processo di verifica generale anche per il nuovo contesto economico che potrebbe sfociare” nei primi mesi 2023 “in aggiustamenti, che nel caso non saranno indiscriminati“, dichiarazione fatta a latere dell’assemblea Anci tenutasi ieri a Bergamo.

Impossibile conoscere quali siano stati i risutati del mercato nazionale , poiché il gruppo non rende noti gli utili realizzati nei singoli paesi. A livello corporate i primi 9 mesi dell’anno si sono chiusi con ricavi in aumento a 364 miliardi di dollari (dai 332 miliardi dello stesso periodo del 2021) ma con una perdita di 3 miliardi, contro i 19 miliardi di utili del 2021.

La scorsa settimana, infine, il CEO Andy Jassy aveva annunciato che i licenziamenti continueranno anche nel 2023. “L’economia rimane in una situazione difficile e noi abbiamo assunto rapidamente negli ultimi anni”, ha spiegato Jassy senza tuttavia specificare l’entità o i tempi dei nuovi tagli.

Quasi in contemporanea, comunque, la presentazione, pochi giorni fa, del braccio robotizzato ‘Sparrow’, in grado di rilevare, selezionare e gestire milioni di articoli in magazzino: conferma della strategia dell’azienda che imbocca una strada ben precisa, quella di dipendere sempre meno da una forza lavoro umana, e pagarne i relativi oneri.