Adform ha rilasciato ID Fusion, un strumento innovativo ideato per aiutare i marketer a rendere le loro campagne già pronte per i cambiamenti futuri. Primo nel suo genere ad attivare sia gli ID di prima parte sia quelli di terze parti, ID Fusion vede, già da oggi, anche il 50% degli utenti bloccati da dispositivi, browser e canali che non supportano i cookie di terze parti.
I risultati delle campagne di test della soluzione dei clienti Adform che hanno utilizzato ID Fusion mostrano:
- +120% di aumento netto della reach
- – 60% di riduzione dello sperpero di investimento media
- 3x nel tasso di conversione medio
Dopo il lancio di Adform FLOW nel 2020, piattaforma che ha richiesto tre anni di sviluppo, ID Fusion di Adform mette al centro la privacy e fa da ponte tra gli ID di prima e terza parte su tutti i browser e i dispositivi, abilitando il data-driven targeting, l’ottimizzazione e la misurazione in ambienti come Firefox e Safari, che non supportano più i cookie di terze parti. Topics di Google, invece, rischia di funzionare solo con Chrome, mentre le altre soluzioni di Identity si limitano ad usare solo un particolare ID. Al contrario, ID Fusion di Adform si adatta a tutte le soluzioni Identity, garantendo una maggiore affidabilità ai CMO.
“La nostra industry è a un punto di svolta: in risposta alla scomparsa dei cookie di terze parti, si sono proposti svariati nuovi sistemi di identity ponendo una sfida complessa per chi deve scegliere a quale fornitore affidarsi per il futuro”, commenta nella nota Davide Corcione, Country Manager di Adform in Italia. “L’ecosistema frammentato delle soluzioni di identity insieme alle varie regole sulla privacy comportano la necessità di una soluzione versatile, flessibile e scalabile in grado di adattarsi a tutti i browser e su qualsiasi dispositivo. Adform crede in un internet aperto e finanziato dalla pubblicità, dove i clienti hanno più controllo sui loro dati al di fuori dei walled garden, permettendo ai marketer di raccogliere informazioni preziose per ideare campagne ad alto impatto. ID Fusion corrisponde a entrambi i requisiti, uniformandosi contemporaneamente alle linee guida sulla privacy e alle richieste di mercato dei responsabili marketing”.
“Il momento dei dati di prima parte è arrivato e noi di Omnicom siamo orgogliosi di essere in prima linea in questa transizione. Crediamo che ID Fusion consenta di ridurre la dipendenza dai cookie di terze parti e dimostra che il successo delle campagne basate su ID di prima parte può essere raggiunto sin da subito, senza aspettare la scadenza del 2023 prevista per Chrome. I primi risultati hanno mostrato l’impatto di ID Fusion sui browser che non supportano gli ID di terze parti, come Firefox e Safari, e ci hanno permesso di registrare un’incremento delle metriche su tutti i canali”, sottolinea Danny Hopwood, SVP, Global Head of Digital Display & Investment Solutions at OMG Global Investment.
ID Fusion garantisce ai marketer una maggiore reach su milioni di nuovi utenti, aumentarndo significativamente il ritorno sull’investimento pubblicitario. Utilizzando gli ID di prima parte l’incremento medio dei tassi di click-through è di almeno due volte e la stessa variazione si nota anche per i tassi di conversione sugli spazi acquistati in Safari e Firefox.