Interactive

Adesso Elon Musk accetta di acquistare Twitter al prezzo già convenuto per trasformarlo in una ‘super app’ come WeChat. Forse…

Entro la fine di questo mese, Elon Musk potrebbe finalmente essere il proprietario di Twitter, dopo che questa settimana il ‘mercuriale’ miliardario ha cambiato ancora una volta idea sull’acquisto del social network per 44 miliardi di dollari.

Giovedì scorso, infatti, un giudice del Delaware ha dato a Musk e a Twitter tempo fino al 28 ottobre per raggiungere un accordo, porre fine a un’aspra battaglia legale durata mesi, ed evitare un processo altamente incerto. Anche se non c’è alcuna certezza che Musk non abbia un altro ripensamento, che si andrebbe ad aggiungere ai tanti manifestati finora,  se dovesse davvero assumere il controllo di Twitter, come cambierebbe il social media?

Quando Musk aveva proposto di acquistare Twitter in aprile, aveva dichiarato che avrebbe ‘sbloccato’ il potenziale dell’azienda promuovendo la libertà di parola e ‘sconfiggendo i bot di spam’. “La libertà di parola è il fondamento di una democrazia funzionante e Twitter è la piazza digitale dove si discutono questioni vitali per il futuro dell’umanità”, aveva dichiarato nell’annuncio ufficiale dell’accordo.

È un tema che ha ribadito sia in pubblico – dicendo ai dipendenti di Twitter in una riunione di tutto lo staff che la piattaforma dovrebbe consentire tutti i discorsi ‘legali’ – sia in privato, inviando un messaggio ad Antonio Gracias, uno dei grandi investitori del social media, e ribadendo: “La libertà di parola conta ancora di più quando è qualcuno che odi a dire ciò che pensi sia una cazzata“.

Musk ha criticato aspramente le regole di Twitter volte a limitare le molestie, i discorsi di odio, l’estremismo e la disinformazione sulle elezioni e sulla salute pubblica, sostenendo che gli sforzi dell’azienda per promuovere quelle che da tempo chiama ‘conversazioni sane’ sono troppo restrittivi. Ma non abbastanza, a giudicara da quanto sostenuto dai legali di Musk in tribunale, per evitare che i famigerati ‘bot’ proliferino sulla piattaforma.

Ma Musk afferma anche che se acquisterà Twitter, apporterà importanti modifiche al suo modello di business, che attualmente dipende dalla pubblicità: questo ha alimentato le speculazioni sul fatto che Musk, che già dirige diverse aziende, potrebbe prendere le redini in prima persona. Chiunque si occupi delle operations, comunque, dovrà probabilmente fare i conti con una forza lavoro più ridotta: centinaia di dipendenti se ne sono andati nei mesi successivi all’inizio della saga di Musk, e molti all’interno di Twitter sono rimasti scoraggiati dai piani di Musk di riorganizzare l’azienda. Si tratta probabilmente di una notizia gradita al tycoon, che si è lamentato del fatto che i costi di Twitter superano i ricavi e ha insinuato che l’azienda è sovraccarica di personale per le sue dimensioni.

I costi e i tagli al personale sono solo due elementi dell’equazione. In primavera, Musk ha prospettato agli investitori la possibilità di quintuplicare le entrate annuali di Twitter, portandole a 26,4 miliardi di dollari entro il 2028, e di attirare 931 milioni di utenti entro lo stesso anno, rispetto ai 217 milioni della fine del 2021, secondo una presentazione agli investitori ottenuta dal New York Times.

Oggi, Twitter ricava quasi tutto il suo denaro dalla pubblicità, ma Musk vuole abbandonare questo modello di business e passare a fare soldi facendo pagare agli utenti le tariffe di abbonamento, concedendo licenze sui dati e sviluppando un’attività di pagamenti. Quest’estate, in effetti, Musk aveva detto al personale di Twitter che l’azienda avrebbe dovuto emulare WeChat, la ‘super-app’ cinese che combina social media, messaggistica, pagamenti, shopping, ride-hailing, in pratica tutto ciò per cui si può usare lo smartphone. “In Cina si vive praticamente su WeChat”, aveva affermato Musk a giugno. “Se riusciamo a ricreare questa situazione con Twitter, avremo un grande successo”.

Al momento Twitter sembra essere piuttosto lontana dal fornire questo tipo di prestazioni, essendo un social network relativamente semplice – pensato per condividere e leggere tweet, per pubblicare foto e video ed eventualmente qualche messaggio personale – che da anni registra perdite economiche e deludenti risultati in termini di nuovi utenti iscritti. Ciononostante Musk ha annunciato che l’acquisto di “Twitter accelera probabilmente X (questo il nome  nuova app ‘multipotente’, ndr) di 3 o 5 anni”, sottolineando come il suo acquisto faccia parte di una strategia a lungo termine.

Ma la distanza tra le app della Silicon Valley (anche Meta ed Uber sono interessate alla questione) e le ‘super-app’ cinesi non sta solo nelle differenze sociali e culturali tra i due paesi, né nei dimostrati legami tra Pechino e le aziende private cinesi. In un editoriale pubblicato da Bloomberg nel 2020, il giornalista Tae Kim aveva sottolineato come l’attenzione riservata da una parte della politica statunitense alle app cinesi “porta in superficie quanto le app dei social media americane siano rimaste indietro rispetto alle loro controparti asiatiche”.

Un fenomeno rappresentato al meglio dal successo di TikTok e da come questo abbia costretto Instagram e YouTube a correre ai ripari con soluzioni che si sono rivelate spesso macchinose e meno efficienti, poco gradite ai loro utenti.