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Achtung Black Friday: i costi della pubblicità aumentano molto in questo periodo. Ma YouTube resta meno caro pur avendo una permanenza record degli utenti

Il Black Friday è tra i periodi dell’anno più attesi e redditizi per le aziende: nel 2021, le previsioni dell’Osservatorio eCommerce B2C di Netcomm e Politecnico di Milano, che poi sono risultate fondate, avevano previsto che tra Black Friday e Cyber Monday gli italiani avrebbero speso il 21% in più rispetto all’anno precedente, per un totale di 1,8 miliardi.

In questo contesto, la strategia di comunicazione delle promozioni e le campagne pubblicitarie messe in atto sulle principali piattaforme online svolgono sicuramente un ruolo cruciale nel determinare l’ammontare delle vendite da parte delle aziende, perché ne favoriscono la visibilità al giusto target.

Secondo quanto emerge dal Report pubblicato ad ottobre 2022 da Hootsuite e Wearesocial, YouTube si posiziona al secondo posto come sito web più visitato al mondo, dopo Google stesso. Dalla stessa indagine si evince però che YouTube risulta essere la social app dove gli utenti trascorrono più tempo, 23,4 ore al mese.

“A ridosso del Black Friday i costi pubblicitari dell’ecosistema digitale crescono parecchio, per questo motivo è molto importante diversificare la sorgente di traffico e l’investimento pubblicitario su diversi canali”, ha commentato in una nota Michelangelo Aquino, CTO di GH (Growthackers). “YouTube ha un costo per mille impression molto minore rispetto ad altre piattaforme come ad esempio Facebook e Instagram. Infatti, sulla base degli andamenti dei nostri CPM, sia dell’ecosistema Meta che quelli di YouTube, prendendo in considerazione una spesa pubblicitaria di 10mln di euro (tra tutte le piattaforme), il CPM su YouTube è di circa 2,80 euro, mentre quello di Meta supera i 4,50 euro”.

I motivi per i quali YouTube Ads ha un costo per mille impression decisamente inferiore rispetto ad altre piattaforme sono diversi. Secondo lo stesso Aquino le principali cause risiederebbero in complessità del messaggio, complessità della piattaforma, minore cultura del canale e numero limitato di inserzionisti.

  • Complessità del messaggio: fare inserzioni su YouTube è più complesso rispetto che su altri canali social. La tipologia di formato necessario è il video ed esso, affinché funzioni e porti risultati concreti, deve essere realizzato secondo regole ben precise. Infatti, a differenza di Facebook ed Instagram dove è sufficiente creare un post con all’interno una foto o una grafica e seguire le indicazioni per la sua sponsorizzazione, YouTube presenta una complessità di messaggio da dover realizzare ad hoc a seconda delle finalità e degli obiettivi della campagna.
  • Complessità della piattaforma: l’ecosistema Meta ha reso le inserzioni pubblicitarie alla portata di tutti. Google ads, invece, richiede una profonda conoscenza della piattaforma e delle logiche di funzionamento del canale.
  • Minore cultura del canale: l’utilizzo di YouTube come piattaforma su cui poter fare investimenti pubblicitari è poco diffuso. In Italia, infatti, YouTube è da sempre utilizzato principalmente come canale per il Brand Building e sono poche le persone che conoscono il reale potenziale del Performance Marketing su questa piattaforma.
  • Numero limitato di inserzionisti: dai motivi sopra citati ne deriva un numero limitato di persone che fanno inserzioni con YouTube Ads, rendendo la competizione meno aggressiva e il costo per mille impression molto basso.

“Personalmente credo che YouTube abbia un potenziale enorme”, ha concluso Aquino. “Si tratta di una piattaforma che in un unico spazio racchiude come in un microcosmo un po’ tutta l’esperienza del cliente, da quando ancora non sa di avere un problema/bisogno/desiderio in poi, attraverso tutte le tappe del suo viaggio. È l’unico spazio online che riproduce in maniera reale l’esperienza della vita ‘fuori’, quella analogica, di tutti i giorni, lontano dallo schermo”.