Il 2023 si è rivelato un periodo impegnativo per l’industria videoludica e i suoi professionisti. Nel corso degli ultimi dodici mesi, si calcola che almeno 9000 persone abbiano perso la propria occupazione nel settore.
Come riportato dal portale Video Games Layoff, le maggiori ondate di tagli al personale sono state condotte da diverse aziende. In testa c’è Unity, che ha tagliato 1165 dipendenti, seguita da ByteDance (1000), Embracer Group (964), Epic Games (830) e Amazon (715).
ByteDance, società cinese attiva nel settore informatico e proprietaria di TikTok, ha manifestato la volontà di vendere la casa di sviluppo Moonton Technology e ridimensionare l’intera divisione Nuverse, editore del videogioco di carte collezionabili Marvel Snap.
Nonostante i grandi traguardi raggiunti da Epic, capace di raggiungere i 250 milioni di giocatori al mese su Fortnite, la società di sviluppo si è trovata costretta a ridurre i costi, licenziando quasi il 16% del suo personale. A confermare le difficoltà è stato il Ceo Tim Sweeney, affermando che negli ultimi anni l’azienda ha speso più soldi di quanti ne ha incassati.
Anche Digital Bros, società italiana specializzata nello sviluppo e nella distribuzione di videogiochi, ha ridotto del 30% il suo personale per allinearsi all’ambiente competitivo in costante cambiamento.
Una scelta simile è stata adottata da Amazon, un piano di licenziamenti di 180 persone nella sua divisione legata ai videogiochi, come strumento per avvicinarsi alle richieste dei suoi utenti.
Tuttavia, il trend negativo legato ai licenziamenti va in contrasto con l’andamento del mercato dei videogames. Secondo gli ultimi dati raccolti da Newzoo, società di ricerca e consulenza specializzata nell’analisi del settore gaming e Esports, l’industria globale è in costante crescita: secondo le previsioni, nel 2026 fatturato del mercato sarà di 205,7 miliardi di dollari.