Nadia Amine, rinomata giocatrice e streamer di Call of Duty, ha sollevato accuse di sessismo nei confronti della casa editrice del titolo Activision, dopo essere stata esclusa dai tornei a seguito della pubblicazione di alcune foto in costume.
In seguito alla condivisione immagini in bikini su Passes, un sito simile ad OnlyFans, Activision ha impedito alla giocatrice di partecipare ai tornei competitivi. Amine sostiene di non aver mai pubblicato contenuti espliciti e lamenta un trattamento discriminatorio, sottolineando che nessun uomo verrebbe bannato per foto simili.
Oltre a subire discriminazioni per le sue foto, Amine ha dovuto affrontare accuse ricorrenti di aver barato durante le competizioni, denunciando tali critiche come ulteriori esempi di sessismo contro di lei.
“È triste vedere che i ragazzi, invece di accettare che una donna sia più brava di loro in un videogioco, debbano perpetuare l’idea che abbia barato per poter dormire la notte”, commenta Amine su X.
La giocatrice, inoltre, denuncia di essere in grande difficoltà anche nell’organizzazione di un proprio torneo, poiché questo richiederebbe l’autorizzazione dell’azienda. Questo limita fortemente la sua possibilità di competere, costringendola a prendere parte solo a partite pubbliche e rendendo difficile per lei costruire una carriera di successo come streamer e figura di spicco in Call of Duty. Tuttavia, Amine ha trovato il sostegno di altre giocatrici professioniste che le hanno dimostrati vicinanza di fronte a questa situazione.